«Emi... dormi che è tardi.»
«Lo so che è tardi, ti ho aspettata fino ad ora. Cosa stai combinando? Sono mesi che sei strana. Prima non uscivi nemmeno per andare a comprarti i calzini fuori dal convitto, ora invece passi due - tre sere a settimana fuori e addirittura la notte. Che cazzo sta succedendo?»Ogni parola che dice l'agitazione dentro di me cresce. Cosa devo dirle ora?
«Emi, non è niente di che, tranquilla torna a dormire.»
«Pensavo che io e te fossimo amiche, lo sai?»
«Certo che lo siamo, da sempre e per sempre» spalanco gli occhi, non deve assolutamente mettere in dubbio la nostra amicizia, non glielo permetto.
«Allora perché non mi dici la verità? Perché non ti fidi di me?»
«Io non...» sospiro e mi fermo, lei mi incalza per farmi continuare.
«Cosa?»
«Non voglio metterti nei guai.»
«Guai? Che guai?»
«È una cosa mia, Emilia. Un casino mio in cui non voglio coinvolgere anche te, tutto qui» cerco di essere convincente ma non so con che risultati.
«Se sei mia amica me lo dici, se no devo constatare che dopo vent'anni la nostra amicizia è finita qui stasera. Non posso essere amica di qualcuno che non si fida di me. Non dirò nulla a nessuno di stanotte né di tutte le altre cose strane ma la nostra amicizia finisce qui.»Non ha torto e lo so ma io non le ho detto nulla solo per proteggerla, non perché non mi fidi di lei. Non voglio perdere lei e la sua amicizia, quindi prendo coraggio e le racconto tutto.
«A settembre...» inizio a raccontare e noto le sue pupille dilatarsi come per guardarmi più attentamente nella buio squarciato solo dalla lampada a forma di Luna che c'è sul suo comodino. «Mentre ero seduta a studiare sulla panchina sul retro, è passato un ragazzo...»
«Un ragazzo Sole?»
«Fammi finire e poi mi fai tutte le domande che vuoi» le dico e lei annuisce. Le racconto tutto fino a quello che è successo stasera e lei è così entusiasta da saltare letteralmente sul letto.«Ti ha baciata Sole? Hai davvero baciato un ragazzo?»
«Sì» sorrido col cuore che mi esplode dalla gioia «e non un ragazzo qualsiasi ma quello più dolce e rispettoso del mondo. Sono stata fortunata a conoscerlo» termino ed Emilia è quasi in lacrime.
«Voglio conoscerlo, Dio mio Sole, stai vivendo il mio sogno!»
«Sì, per sei mesi...»
«Io pagherei per vivere anche un solo giorno così» dice e mi fa tenerezza. Mi sento quasi in colpa che questa cosa sia successa a me che non la desideravo e non a lei che invece lo voleva da molto tempo.
«E non ti ho detto tutto...»
«Oddio avete scopato?» si mette le mani sul viso e io arrossisco subito.
«Emilia ma che dici! No!» scuoto la testa e lei sembra delusa. «No!»
«Vuoi viverti questi sei mesi, no? Quella è una delle esperienze più belle da vivere, perché non lo fai?»
«Ci siamo dati stasera il primo bacio, con calma. Io vorrei farlo, ti dico la verità, ma non saprei come dirglielo visto che lui ci va con molta calma con me vista la mia situazione... però prima o poi...» sono sempre più in imbarazzo mentre lei torna ad elettrizzarsi.
«E poi mi racconti tutto, ok?»
«Certo» annuisco.
«E cos'altro dovevi dirmi se non questo?»
«Ah sì... lui non è un ragazzo 'normale'.»
«In che senso?» alza un sopracciglio e mi fissa.
«È famoso.»
«Famoso? E chi è?» è sempre più curiosa e lo sapevo che sarebbe andata così perché la conosco bene.
«Khvicha Kvaratskhelia, un calciatore del Napoli» dico e la sua espressione cambia subito diventando ancora più sorpresa di prima.
«Oh mio Dio! Quello mi ha sempre dato vibes da porco, cazzo!»
«Emilia!»
«Scusa Sole, io certe cose a te non le ho mai dette perché sei sempre stata la santarellina delle due, ma le altre ragazze conoscono anche questo mio lato più spinto» si copre la bocca con una mano e ride. «Quando me lo fai conoscere? Domani?»
«Non lo so, ora vediamo.»
«Domani, è deciso.»
«Domani mi organizzo con lui, ok? Ora andiamo a dormire che è tardi...»
«Sì, buonanotte.»
«Notte.»Chiudo gli occhi e cerco di dormire per le due ore che mancano all'inizio della giornata e ci riesco.
La mattina dopo per prima cosa scrivo un messaggio a Khvicha per dargli il buon giorno e gli chiedo se nel pomeriggio possiamo vederci. Lui mi risponde poco dopo e mi dice che dobbiamo vederci perché lui non vede l'ora di baciarmi di nuovo.
Resto a fissare lo schermo del mio cellulare per una vita e sono sicura che i miei occhi siano diventati a forma di cuoricino per quanto sto amando questo momento.
'Puoi venire in camera mia? Emilia non c'è e magari possiamo starcene un po' tranquilli qui da me' gli chiedo per tendergli la trappola e fargli conoscere la mia compagna di stanza.
'Sicura che per te va bene?' mi chiede, sempre attento e rispettoso.
'Sì' confermo e lui mi dice che alle cinque e un quarto in punto busserà alla mia finestra.
Lo dico anche ad Emilia che dà l'ennesimo urlo di gioia e poi andiamo insieme a fare colazione in refettorio. Dopodiché preghiere e lezioni, poi pranzo e finalmente ce ne torniamo in camera. Studiamo un po', o almeno ci proviamo perché siamo entrambe molto distratte da quello che sta per succedere. Le cinque arrivano in un batter d'occhi e alle cinque e un quarto sento le sue nocche battere sulla mia finestra. Emilia corre a nascondersi in bagno e io apro la finestra facendolo entrare in camera mia. Lui entra dentro e subito si fionda sulle mie labbra. Mi tira a sé mettendomi una mano dietro la testa e tenendomi stretta a lui. Non ne avrebbe bisogno perché non lo allontanerei mai ma il modo in cui lo fa mi fa uscire fuori di testa.«Come stai?» mi chiede appoggiando la sua fronte alla mia e restando con gli occhi nei miei.
«Bene tu?»
«Bene, ora benissimo. Dormito bene?»
«Mhmh, abbastanza. Non vedevo l'ora che la giornata iniziasse però...» dico e lui annuisce accarezzandomi il viso.
«Anche io e sai perché?» si siede su quello che capisce essere il mio letto e io mi siedo accanto a lui.
«No, perché?»
«Per questo» tira fuori dal suo jeans il portafoglio che gli ho regalato io che appena lo vedo divento rossa come un peperone e mi copro il viso.
«Non sapevo che regalarti, perdonami...»
«Ma perdonarti di che? È bello ed è utile, un ottimo regalo» mi sorride e io faccio di sì con la testa.
«Sì ho pensato che con tutti i soldi che hai magari un portafoglio ti avrebbe comunque fatto comodo.»
«E infatti sì» ride alla mia battuta e io sono letteralmente una gelatina per quanto mi sciolgo quando sono con lui. «E poi la foto che hai scelto...» la tira fuori e la fissa per qualche attimo prima di portarsela al cuore e riposarla nel portafoglio «è la mia preferita» conclude e mi accorgo di essere emozionata proprio come lo è lui.
«Così mi avrai sempre con te, vada come vada» dico io e lui annuisce. C'è qualche secondo di silenzio tra di noi che lui poi rompe avvicinandosi a me e baciandomi.Io come al solito chiudo gli occhi e lascio che mi baci per tutto il tempo che vuole. Le sue labbra morbide e calda avvolgono le mie e le nostre lingue sembrano danzare per quanto sono coordinate nei movimenti. Le sue mani sono sul mio viso mentre io le ho lontane da lui, lungo i miei fianchi.
«Quanto tempo abbiamo?» mi chiede e io alzo le spalle.
«Non so, un paio d'ore credo» dico e nello stesso momento mi ricordo che no, non abbiamo davvero due ore e che Emilia è chiusa da almeno dieci minuti nel bagno della nostra camera.
«Aspetta però, ho una sorpresa» lo fermo mettendogli due mani sul petto e lui non se lo aspettava proprio.
«Ancora?»
«Sì» mi schiarisco la voce e guardo verso il bagno. «Emi, vieni» dico e lui continua a non capirci nulla finché Emilia non esce dal bagno e fa un salto di gioia correndo da lui e abbracciandolo.
«Che piacere conoscerti!» dice poi, allontanandosi di qualche passo da lui.
Khvicha è sempre scioccato e guarda a bocca aperta prima lei e poi me.
«Mi ha scoperta stanotte, non aveva più senso tenerglielo nascosto» gli spiego, lui annuisce e si alza. Si presenta e i due sembrano sin da subito grandi amici. Ridono, scherzano, si fanno battute a vicenda.
«Allora io adesso vado e vi lascio un po' da soli ma solo se mi promettete che mi portate con voi una volta che andate a ballare» dice Emilia con un sorriso splendente in viso.
«Emi è pericoloso lo sai» le rispondo ma lei sbuffa incrociando le braccia.
«Sole per favore, una sola volta, che ti costa?» insiste e io non risponde, poi si gira verso Khvicha e parla con lui. «Per favore puoi convincerla? Solo una volta» dice e lui annuisce. «Buon proseguimento, ciao Khvicha» se ne va e ci lascia da soli in camera. Io chiudo la porta a chiave e mi siedo sul letto.«Vedi perché non volevo dirglielo?»
«Alla fine che ti ha chiesto? Niente di che...»
«Khvicha se scoprono me va bene, l'ho deciso io e mi prendo le mie responsabilità. Ma se scoprono lei non me lo perdonerei mai.»
«Ho capito e hai ragione ma non puoi impedirle di fare qualcosa, è maggiorenne e se vuole farlo lo farà lo stesso, con o senza te.»
«Questo è vero. È meglio se sta con me.»
«Sì. Ora pensiamo a noi prima che devo andarmene?» mi tira di nuovo a lui e torniamo a baciarci. E lo facciamo per l'ora successiva, intervallando i baci con discorsi seri e meno seri, per poi ricominciare.Se questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi.
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Destinati | Khvicha Kvaratskhelia
Fanfic«Che significa "Koi no yokan", Sole?» mi guarda curioso quando trova un bigliettino con questa frase scritta a penna attaccato su una nostra foto. «"Koi no yokan" è un termine giapponese che in italiano è impossibile da tradurre letteralmente. È una...