Capitolo 2

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Vera uscì rinvigorita dalla doccia. Aveva trascorso una notte insonne. Il pensiero di quello che l'attendeva nel pomeriggio l'aveva resa ansiosa, perciò era riuscita ad addormentarsi soltanto all'alba. Insegnava tedesco in un liceo di Torino e quel giorno aveva lezione alle ultime due ore della mattinata, così aveva potuto recuperare il riposo perso. Le figlie, ormai adolescenti, si erano preparate, avevano consumato la colazione in silenzio, per poi uscire in punta di piedi, attente a non svegliarla e correre alla fermata dell'autobus per andare a scuola.

La professoressa adesso era rimasta sola in casa. Fece scivolare di lato il battente della doccia ed afferrò rapida l'accappatoio appeso fuori dal box. Intirizzita, si rannicchiò nell'accappatoio, frizionandosi il corpo ed i capelli coperti dal cappuccio, quindi passò la mano sulla condensa che si era formata sulla superficie dello specchio, indugiando sulla sua immagine, poi tirò giù il cappuccio ed i capelli arruffati uscirono in massa e all'improvviso, come dal cappello a cilindro di un mago. Notò, nel solco centrale della capigliatura, alla radice, una tonalità più scura, castana. Aveva iniziato presto a tingersi. Il biondo le donava, l'ideale per la sua carnagione candida. Senza smettere di guardarsi, prese il fon, lo accese e sparò aria calda sulla sua chioma ancora umida. Con gesti automatici si occupò dell'asciugatura, mentre un vortice di ricordi innescati dalla telefonata di Alex trasportava i suoi pensieri a fine novembre 1992. Lo specchio le rimandava un'immagine ringiovanita, il volto tornava quello di allora, liscio, spensierato, felice. Vi si leggeva un'incontenibile voglia di vivere e divertirsi. Stato d'animo molto diverso dal suo solito, soprattutto a causa del fallimento del suo matrimonio.

L'uomo che aveva amato per vent'anni e che le aveva dato due figlie, dimostrando ben poca fantasia ed attenendosi strettamente al cliché dell'uomo di mezz'età in cerca di conferme, l'aveva lasciata per una donna molto più giovane ed ora che aveva quarantacinque anni non poteva competere con le avvenenti neolaureate che l'ex marito ed i suoi soci assumevano periodicamente nel loro studio legale come praticanti. Almeno, quando il livello di esasperazione per i suoi continui tradimenti aveva oltrepassato il limite, si era tolta la soddisfazione di cacciarlo di casa.

Certo, il paragone con Andrea ed Alex le appariva impietoso. Lui il classico bastardo, loro dei bravi ragazzi, adesso uomini ed amici inseparabili. Uno, diventato scrittore affermato, l'altro, maresciallo dei carabinieri.

...aveva diciotto anni...

...Andrea era stato il primo a farsi avanti con lei mentre ballava in discoteca con le amiche. Le era apparso subito spiritoso, divertente e non aveva potuto resistere al suo fascino. Ci uscì insieme per qualche settimana. Ma poi aveva conosciuto Alex e ne era rimasta colpita: così diverso da Andrea, tranquillo, dolce, con tanti aspetti in comune con lei. Nelle vacanze di Natale Vera si mise col fratello minore, ma Andrea si consolò con la cugina di lei, Victoria. Fu un capodanno magico, spensierato e innocente perché istintuale, vero, senza filtri, tanto da rimanere scolpito in maniera indelebile nei ricordi di Vera, la quale, in quella occasione, scoprì di amare entrambi i fratelli. Quella magica avventura ebbe, però, breve durata. Gli studi universitari, le nuove compagnie di amici e l'inizio di un percorso diverso, allontanarono lei e la cugina dai due ragazzi.

Si erano rivisti un anno dopo, per un breve periodo, quando Andrea, che lavorava in una famosa agenzia pubblicitaria, le aveva contattate per proporre loro un ruolo da comparse in uno spot televisivo. Fu un'esperienza incredibile, si sentivano attrici su un vero set cinematografico e si vantarono con le amiche per un bel pezzo. Victoria progettava addirittura di diventare attrice, ma si accontentò poi del ruolo meno impegnativo e meno gratificante di modella di nudo artistico. Fu così che qualche anno dopo sposò uno scultore, con cui si trasferì all'estero e da allora sparì dalla circolazione.

Vera spense il fon e tornò al presente. L'espressione da sognante divenne neutra. Anche il suo volto, riflesso sullo specchio, si rilassò, riapparve qualche ruga tornò la consueta espressione di ogni giorno. Lasciò cadere a terra l'accappatoio ed apparve il suo corpo ancora tonico e sensuale. Tutte quelle ore di corsa e palestra davano frutti, pensò. Il suo sguardo cadde sull'orologio appoggiato al bordo del lavandino, era meglio muoversi se non voleva arrivare in ritardo a lezione, aveva dedicato troppo tempo ai ricordi. Si infilò mutandine e reggiseno, poi corse in camera a mettersi un abito adatto al clima anomalo di quel periodo, ancora mite per essere autunno inoltrato. Finì di pettinarsi, si truccò con più cura del solito e indossò un paio di scarpe col tacco alto.

Un'Ombra nascostaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora