Perché mi perderei

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Sabato, 29 Aprile
«Sto nella merda, Lorè, non puoi capiʼ quanto sto nella merda.» mormora Manuel con le mani tra i capelli, seduto su una panchina di un parchetto vicino casa.

«Se ti calmi e mi spieghi cosa è successo potrei anche provare ad aiutarti.» gli dice Lorenzo mentre tiene d'occhio la sua dolcissima maltese bianca, Nancy, che sta scorrazzando nel verde.

«Che è successo? Niente, 'na cosa insignificante, ho solo passato la serata più bella della vita mia.» gli spiega allargando le braccia, per poi tornare a tenersi la testa con le mani.

«Non riesco a vedere la parte brutta della storia.»

Manuel sospira, continua a guardare a terra. «Volevo baciarlo, va bene? E fare pure tanto altro, te risparmio i dettagli, e il cuore me batteva come un cazzo de tamburo, soʼ stato tutta la sera sul punto de moriʼ de infarto.»

Lorenzo scrolla le spalle. «Continuo a non vedere la parte brutta, Manu.»
«E allora me sa che te devi fa 'na visita oculistica.»

Lorenzo scuote la testa, sorridendo. «Fammela vedere tu 'sta parte brutta.»

Manuel si gira a guardarlo. «Mi ha detto chiaramente che non è più innamorato de me, che gli sono indifferente, che non me pensa.»

Lorenzo nota che Manuel ha aumentato la tragicità della situazione ad ogni frase, ma evita di farglielo presente.

«Non lo so, Manu, a me non sembra.»
«È così, me lʼha detto. Non me posso mette in questo casino.»
«E che hai intenzione di fare, allora?» gli chiede l'amico mentre Nancy corre verso di loro.

Manuel la prende in braccio, se la posa sulle gambe e la accarezza delicatamente, prima di rispondere.

«Niente. Spero che quello che sto provando è dovuto solo al fatto che erano quattro anni che non parlavamo, non cʼabbracciavamo, e tutto il resto.»

Lorenzo aggrotta le sopracciglia. «In realtà questa cosa rende il tutto più strano.»

Manuel lo guarda interrogativo.

«Chi è che si comporta in questo modo dopo anni di distanza, silenzio, dolore che avete provato a causa dellʼaltro?» gli domanda Lorenzo.

Manuel non risponde, continua a coccolare Nancy che adesso gli è salita con le zampette sul petto e sta tentando di leccargli la faccia.

Lorenzo si alza e scatta loro una foto, poi libera Manuel dallʼassalto di coccole di Nancy prendendola in braccio.

Manuel è in attesa di risposta, lo guarda dal basso, ancora seduto sulla panchina. L'altro gli arruffa i capelli con la mano, prima di lanciare la sua sentenza.

«Soltanto due persone che per tutto il tempo che sono state lontane non hanno fatto altro che aspettare il momento in cui avrebbero potuto avvicinarsi di nuovo.»

*

Simone se ne sta in silenzio da ore, i pensieri nella testa sono troppo ingarbugliati e non riesce a metterli in ordine in suoni che possano avere un senso, per se stesso o per gli altri.

È steso sul suo letto, con Tamburino tra le mani. Pensa alla sera prima e a quanto sia stato bene, con Manuel, a quanto non avrebbe mai voluto andarsene, a quanto si sia sentito a casa nel suo letto, tra le sue braccia, a quanto quella mattina avrebbe voluto dargli il buongiorno con un bacio, con due baci, con mille baci, senza staccarsi più.

La notifica di un messaggio lo distrae dai miliardi di pensieri che gli vorticano nel cervello e relative sensazioni che quegli stessi pensieri gli provocano nello stomaco.

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