Accettazione

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Lo so, è il calssico capitolo di transizione un po' così e lunghetto. Spero che vi piacerà lo stesso!
Buona lettura!!!
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Riuscì a evitare la sedia volante, ma non il vaso subito dopo. BAM! In pieno volto. Anzi in pieno occhio, quello appena guarito dalla cecità. FANCULO! Lo sapeva, doveva rimanere a casa nel suo fortino di cavalli peluche. Richiuse la porta dietro di lui seccato e iniziò a urlare minacce e offese che si unirono al caos di suoni e grida nella stanza.

"SEI UN FOTTUTO MAIALE! GRASSO E...E...E...SCHIFOSAMENTE GRASSO!"
"Non è colpa mia se sbagli in continuazione..."
"GRRRR, TI CREDI MIGLIORE?"
"Migliore no, cara. Ma più capace sicuramente!"

Loona alzò la cassettiera, riversando a terra la finta documentazione che conteneva: volantini di night club, offerte fasulle di super market discutibili e fan fiction con protagonisti puledri e puledre alla scoperta del sesso selvaggio in lande lontane. Fogli che servivano solo per dare una parvenza di serietà all'ufficio. Il segugio lo lanciò in direzione di Moxxie che si spostò giusto in tempo. Poi riniziarono a litigare. Adorava le discussioni che coinvolgevano il suo dipendente dalle zampe caprine, di solito sosteneva sempre la controparte pur di fargli dispetto e alla fine tutto peggiorava in una mega rissa, ma quel giorno non aveva voglia di picchiare Mox. Almeno per il momento.

Alzò gli occhi al cielo e deambulò verso la macchina del caffè, appoggiata malferma sulla poltrona sbiadita, il tavolino su cui prima era posizionata fu un'altra vittima della furia della giovane lupacchiotta e giaceva distrutto ai piedi della parete di fronte. Millie era seduta a terra, stava sorseggiando tranquilla il suo liquido nero e si godeva la scena, quando lo vide lanciò la tazza in aria e si attaccò al suo collo.

"Bliiiiitzø...BLITZø!!!"

L'abbraccio della piccola Imp gli fece scivolare qualche vertebra cervicale, quella donna aveva una forza sovrademoniaca per la sua stazza, infatti era fermamente convinto che nella coppia era lei che lo infilava giù duro al marito. L'ammirava per questo e per le sue speciali doti da assassina. Non poteva dire lo stesso del suo amato, che in maniera goffa cercava di scalare l'appendi abiti per allontanarsi dalle fauci rabbiose di Loona. Ricambiò il suo gesto di affetto con una semplice carezza sulla testolina nera con la mano ancora fasciata, poi se la staccò di dosso abbozzando un sorriso. Mancava da tanto: contando i due giorni e mezzo della "sparizione", di cui ancora si lamentavano, i quasi due in cui aveva dormito da Fizz, e l'intera settimana, in realtà più di una settimana, blindato nel suo speciale rifugio cavalloso a casa, erano parecchi giorni che marinava il lavoro. Doveva recuperare le forze dopo la mega sbronza, era questa la scusa ufficiale...ma non ci credette nessuno, neanche lui.

Dopo la chiacchierata con Fizz su Stolas e bla bla bla, che schifo i sentimenti, l'amico lo portò da Ozzie per farsi medicare. In realtà, il Signore della Lussuria era già dietro la porta, lo trovarono piegato a origliare, però fu bravissimo a dissimulare il fatto che non aveva sentito nulla e a fare il sorpreso quando vide la mano in quello stato. Ci mise un po' a curarla, disse che era combinata male, davvero male, che le doti super generative degli Imp non sarebbero bastate e che avrebbe impiegato settimane prima di guarire completamente. Doveva usarla poco, disinfettarla spesso, tenerla fasciata e smetterla di fare cazzate. Quest'ultima cosa l'aggiunse Fizzarolli, lui annuì seccato e gli fece il terzo dito. Poi lo riaccompagnarono a casa, personalmente. Volevano vederlo entrare nel suo appartamento. Lo lasciarono soddisfatti sulla soglia di fronte a una Loona, a un Moxxie e a una Millie poco rassicuranti. La ramanzina che gli fecero durò forse tre ore, o meglio quella di Mox, perché le due ragazze urlarono solo per mezz'ora: Mil alla fine pianse, Loona si trattenne dandogli un paio di pugni che gli fecero perdere il respiro. Addio per sempre costole. Blitzø sorrise amaramente e poi rimase seduto in silenzio finché il suo dipendente non finì di sparare minchiate. Il resto di quella giornata la passarono tra sguardi preoccupati, occhiatacce arrabbiate, bisbigli, il suo mutismo selettivo, offerte di qualsiasi tipo di cibo unto e ricco di grassi, e film sui cavalli. Quella situazione si protese per giorni.

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