3.

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Alla persona che si è meritata la dedica di questo capitolo, beh, spero di farti piangere ancora ❤️ 

3.

A quel momento ne seguirono molti altri, e ognuno Stiles lo amò e lo godette con Derek, ognuno di quei momenti sembrava essere stato lì, nell'angolo, ad attenderlo per tutto quel tempo.

Derek non lo abbandonò in nessuno di quei momenti, ma non abbandonò neanche gli altri e le altre che s'incastrarono nel mezzo, lì, tra di loro.

La loro assurda relazione durò all'incirca due anni, e prima di compiere ventuno anni a Stiles portò il Disturbo borderline di personalità.

Derek buttò i detriti dell'anima di Stiles nel primo cesso disponibile, pochi mesi dopo.

*

A ventuno anni e mezzo Derek gli strappò il cuore e glielo buttò nella tazza del cesso del loro primo incontro, quello affondò dentro, rosso e bagnato come un pomodoro farcito di niente.

Addirittura, Derek azionò lo sciacquone, per portarglielo via sul serio quel cuore, l'acqua colò giù come una secchiata di pioggia sporca, ma non si portò via niente.

Il suo cuore rimase lì, incastrato, a galleggiare, tappò il gabinetto e l'acqua putrida cominciò a riempire velocemente la tazza. Era l'acqua putrida delle sue lacrime, delle sue paure, degli strascichi avvizziti delle sue malattie.

Un gorgoglio terrificante salì dal buco del cesso e il suo cuore era ancora lì, e spingeva l'acqua a salire e salire ancora.

La tazza si riempì sino all'orlo e il suo cuore non si mosse di un centimetro.

Derek azionò ancora lo scarico, allora, come se non soddisfatto abbastanza, e l'acqua tremò, vacillò, e poi traboccò oltre il bordo del gabinetto, infrangendo il limite ultimo di tensione superficiale.

L'acqua si allargò in fretta, ricoprendo di uno strato sottile le piastrelle, sino ad infiltrarsi nelle scarpe sporche di Stiles e ammuffirle lentamente.

Il suo cuore era ancora lì sotto, immutato e intatto, e lui sarebbe voluto solamente annegare in quei pochi centimetri d'acqua.

Il senso di sentirsi sporco, scemo, inadeguato, lo aspettò dietro l'ombra dei loro momenti, dietro la porta del loro cesso, e lo tramortì di colpo. Gli piombò dentro come un rigurgito rancido di passato che gli bruciò prima lo stomaco, poi l'esofago e poi la lingua. Gli colò sotto la carne e gli depose le uova nel caldo nido delle viscere.

Stiles scese di corsa le scale e raggiunse l'atrio, con il cuore fermo all'inizio della gola, accanto all'epiglottide, perché prima di uscire aveva raccolto il suo cuore dal cesso ma non aveva perso troppo tempo a spingerselo bene in fondo.

Attraversò il cortile del liceo, fermandosi in un angolo nascosto del viale che conduceva al parcheggio.

La pancia gli si contrasse, come se tutto lì dentro si fosse intrecciato in un unico organo malaticcio, cercò di non vomitarsi sulle scarpe, ma era già troppo tardi.

Con un sussulto si svuotò lo stomaco sull'asfalto, di una roba che assomigliava molto a una centrifuga di tutto e di niente.

L'aria si riempì istantaneamente di un odore rancido, insopportabile.

Stiles rimase più di mezz'ora con la bocca aperta sotto il getto purificatore e salvifico di una fontanella qualunque, ma non servì a nulla, perché non riuscì a cancellare l'odore e il sapore di sporco.

A casa, quel pomeriggio, vomitò altre tre volte, espellendo solamente succhi gastrici.

*

Stiles aveva sempre avuto la spaventosa consapevolezza di perdere un pezzo di sé in ogni momento in cui Derek gli preferiva qualcun altro.

Braccato - STEREKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora