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Rosa Ricci mentiva a se stessa, diceva di non avere paura di niente.
Ma c'era una stronza ed imprevedibile bastarda che la terrorizzava più di tutte: la morte.
La morte sembrava accompagnarla a braccetto  nella vita intromettendosi tra lei e le persone che le stavano più care.
Nella sua vita Rosa aveva sofferto la morte tre volte: una volta quando morì suo fratello Pietro, la seconda quando morì suo fratello Ciro, e la terza quando morì Salvo.
Quando venne a mancare Ciro, Rosa pensò che la prossima a dover passare sotto le grinfie di quella presenza costante che la perseguitava sarebbe stata lei, le sembrava una maledizione, invece fu tutto tranne che come se lo aspettò.
Appena ricevette la notizia della morte di Salvo non pianse.
Non pianse perché le sembro tutto così fuori dalla realtà che ormai abituatasi a quel dolore lo seppe prendere e reprimere dentro di sé, ma ciò non le fece bene perché finiva sempre per esternarlo durante i momenti meno appropriati: la notte.
L'idea della solitudine la spaventava , ma non l'avrebbe mai ammesso a nessuno, questo pensiero si inculcava nei meandri più remoti sua mente e rimaneva lì in attesa di scomparire.
Il giorno del suo funerale Rosa però non seppe nascondere il suo dolore, la sua sofferenza si esternò senza che lei lo volesse ma ormai non le importava più. Subire per tre volte lo stesso dolore, l'aveva resa ormai troppo debole per potersi nascondere dietro la sua corazza di ferro e l'aveva portata a pensare che se avesse avuto una vita diversa forse tutta quella sofferenza non l'avrebbe vissuta. Si sentiva in colpa perché voleva non essere Rosa Ricci, perché voleva vivere una vita normale, voleva non sentire delle responsabilità.

La stessa sera in cui era comparso quello strano ragazzo Rosa era distesa sul letto e pensava. Nella sua testa frullavano così tanti pensieri che solo cercare di metterli in ordine era impossibile.
Chi era? Cosa voleva e sopratutto non capiva perché nei suoi occhi scorse lo stesso identico dolore che la oscurava.
Non seppe darsi una risposta valida a tutte quelle domande che la tartassavano eppure voleva saperne di più.
Voleva saperne di più perché c'era un mistero sul nome che il ragazzo pronunciò:Mimmo.
Chi era? E soprattutto perché quel ragazzo diceva di averla vista al suo funerale quando lei non sapeva nemmeno chi fosse.
Che si fosse sbagliato? L'ultimo funerale a cui lei era andata fu quello di Salvo, e no non lo aveva nemmeno visto quindi non poteva riferirsi a ciò.
Lei comunque era troppo stanca solo per sforzarsi a capire e finí per addormentarsi senza trovare una risposta.

La persona più importante per Rosa era il padre. Lei avrebbe ucciso per lui, lo ammirava e lo amava in una maniera smisurata che non sarebbero bastate tutte le benevoli parole del mondo per poterlo spiegare.
Sin da bambina trovò sempre conforto in lui e crescendo le cose non cambiarono.
Salvatore Ricci vedeva in Rosa un fiore che ancora doveva sbocciare.
Sapeva che la figlia aveva ancora molto da dimostrare, e sapeva che qualunque cosa lui avesse fatto lei lo avrebbe seguito fino in capo al mondo.
Il giorno dopo che Salvo morì Salvatore Ricci consolò la figlia sofferente tra le sue braccia:
"Picceré, ess 'o sapeva"
"Era 'nu frate pe' mme." Rispose lei con voce tremolante. Quella sera Rosa pianse come non mai.
Adesso che era rimasta sola Rosa ebbe solo la paura di avere troppo tempo per sé, perché ormai, non c'era più nessuno con cui passare le giornate .

La mattina Rosa si svegliò agli albori dell'alba, ultimamente le capitava spesso di svegliarsi così presto, senza mai riuscire a dormire.
Dopo aver passato un lasso di tempo che sembro inqualificabile ma che in realtà corrispose a 15 minuti, decise alzarsi dal letto ,
quando senti delle voci prevenire fuori dalla porta, così si poggio ad essa per sentire meglio.
"  I di Salvo nun stann a post lor" sentì pronunciare da una voce a lei ignota ma che dedusse fosse uno dei loro uomini.
"'O sacc, 'e stanno spingin' oltre 'o loro territorio ma ij nun li lasso fà." Disse, questa volta, una voce che riconobbe e ricondusse a quella del padre.
"Che vuò fa, Donna Wanda sta ammazzanno tutti quelli d'e nostre."
"E io allora ucciderò uno d' 'e loro, ma nun uno chiùcche, essa deve suffrì."
Rosa sentiva spesso il padre parlare dei Di Salvo e quello che sentiva sul loro conto non era nulla di buono tanto che lei stessa era arrivata ad odiare quella famiglia di cui non aveva mai visto un componente.

In due a cadere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora