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Un mese dopo.

"Stai facendo la cosa giusta"
Carmine guardò la figura davanti a sé con uno sguardo che racchiudeva tutte le emozioni che poteva provare in quel momento , prima fra le tante la paura che predominava sulle altre, il coraggio, l'ansia, l'angoscia e anche i sensi di colpa.
Carmine si sentiva in colpa di quello che stava facendo, ma sapeva che era la cosa giusta da fare per poter finalmente vivere la vita che desiderava.


Due settimana prima Carmine aveva conosciuto Massimo, il loro incontro fu alquanto bizzarro, ma da quel momento sapeva di aver trovato una persona con cui confidarsi.
Si erano incontrati perché mentre Carmine stava in un bar a bere il caffè con il capo chino e Massimo gli finí addosso rovesciandogli il caffè bollente.
"Scusami" Esclamò lui mortificato che prese subito dal bancone tanti fazzoletti di carta, o almeno quei pezzi di carta che spacciano per fazzoletti, e cercò di tamponare su di lui per togliere il caffè con sforzi alquanto inutili.
Carmine quel giorno aveva già troppi 
pensieri che girovagano nella sua testa, perciò non gli disse nulla, si limitò solo a rassicurarlo che non era successo nulla.
"Scusami" Ripeté Massimo " Sono mortificato" aggiunse, "Nun tengo 'a capa ogge."
Carmine gli sorrise, un sorriso poco visibile ma sincero.
"Ti posso offrì ' nu cafè pe' fà mme perdonà?"
"Nun ce sta bisogno 'e fà, sei già perdonato" Rispose Carmine,eppure quella persona gli parve genuina che sentì il bisogno voler prendere un caffè con lui, così aggiunse:
"Però un caffè lo accetto volentieri."
"M'assembri 'nu brav'uaglio, che fai nella vita?"
Carmine sorseggiò il primo sorso di caffè, che al contatto con il palato gli provocò un senso di disgusto, dato dal fatto che il caffè lui non lo beveva mai e di fatti l'unica volta che aveva deciso di prenderlo successero fatti strani.
"Sto ancora cercanno 'a strada mia, lei?"
"Basta che la strada sia una buona strada. Ij
lavoro in un istituto di detenzione minorile, cerco 'e salvà 'e cchiù gente possibile da 'a brutta via."
A Carmine si illuminarono gli occhi, era come se la persona davanti fosse capitata a lui in quel momento preciso, per una ragione precisa.
Pensò che poteva essere la volta buona, finalmente c'era una persona con cui poteva parlare della sua famiglia, della questione dell'indipendenza e di molte altre cose che lo assimilavano, però non gli sembrò il caso di confidarsi così in fretta con qualcuno che neanche conosceva.
Però Carmine era ormai solo, non sapeva cosa fare, e anche se modalità per poter fare tutto quello che voleva c'erano, non trovo mai il coraggio di farlo, o meglio, ancora non aveva la grinta per poter compiere un passo grande così.
" E ha salvato qualcuno?" Gli disse Carmine.
"Cumme no! O'guaglione 'e 'o bancone ca ci ha fatto 'o cafè era nu carcerato, ha capì ca 'a brutta strada nun era pe' llui, ed è riuscito a piglià 'a vita suij 'e mano!" Disse Massimo che aggiunge "Sto' lavoro mi regala 'o piacere"  mentre una risata rumorosa uscì dalla sua bocca.
"Tu invece?"
"Ij vulesse cagnà vita." Disse carmine.
"Cosa t ferma?"
"Nun 'o ssaje nemmeno io."
Perché Carmine non sapeva perché ancora non aveva fatto nulla,ormai le sue giornate erano così vuote che non aveva più la forza di sperare in qualcosa, sperare di poter cambiare, e poi a dirla la verità Carmine aveva molta paura di andarsene seppur era la cosa che poi desiderava al mondo.

Passarono un'altra mezz'ora piena a parlare, Massimo continuó a parlare  di quanto la nuova direttrice dell'istituto fosse una persona troppo rigida e di quanto fosse difficile cercare di parlare con i giovani dentro il carcere per via della loro mentalità, poi ad un certo fermatosi a guardare il vuoto, guardò l'ora e disse "È proprio tardi, me n'aggia ji, grazie del tuo tempo però nun t'aggia lassato parlà cchiù di tanto e secondo me volevi di' cchiù cose,"
"Ti lascio 'o mio numero" gli aveva detto " e se m vuoi chiamà , c bevimmo 'nu caffè 'n cchiú." poi era scappato via.
Carmine pensò molto a cosa fare.
I giorni successivi trovò il coraggio di scrivergli, e gli chiese di vedersi.
Massimo andava sempre in quel bar prima di lavorare e Carmine iniziò a frequentare quel posto , così dal primo incontro arrivarono a vedersi spesso.
Carmine durante la quinta volta che si erano visti gli racontò tutto. O meglio . Gli raccontò che voleva cambiare vita, e gli raccontò anche della sua famiglia, di come volesse allontanarsi ma gli mancasse il coraggio e di come volesse andare via d Napoli, fuggire e scordarsi di tutto.
"Ij t posso aiutare, quando stai pronto vene a mme."
E quel giorno era arrivato.
Carmine era pronto, in realtà tremavano parti del suo corpo che nemmeno sapeva esistessero, ma una mattina si decise a compiere il passo.
Ma cosa lo aveva spinto?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 01 ⏰

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