capitolo 10

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<<Sophie, Sophie, oggi che si fa?>> sentì la voce della mia migliore amica in lontananza. Mi voltai.
<< Eh?>> Christie scese dalla sua macchina gialla fiammante, e mi raggiunse, almeno i suoi genitori non pensavano che avrebbe ucciso qualcuno. Non potevo dire lo stesso dei miei, che non avevano la benchè minima fiducia in me, sapevo benissimo che questa era una trovata di Phil, e che per quanti sforzi facesse Rose, lui non acconsentiva, ormai mi ero decisa, mi sarei trovata un lavoro. Che senso aveva avere la patente, e non un mezzo?
Me la sarei comprata da sola la macchina. Intanto Christie mi parlava del suo quasi ragazzo, che avevano stretto tanto, che si piacevano, ma che non si erano ancora spinti oltre.
<< Ma ci manca poco>> mi disse, strizzando l'occhiolino, mentre continuava a parlare da sola. Il mio pensiero si rivolse nuovamente a Derek, distrattamente mi guardai le dita. E qualcosa attirò la mia attenzione, infatti nell'indice della mano destra era comparso un anello, lo stesso del sogno. 
Le parole di Christie mi riportarono al presente.
<<Sophie che bell'anello, devi dirmi dove lo hai trovato, è bellissimo sembra viola, ha dei riflessi favolosi, dove lo hai preso? Te lo ha regalato Mark? Per caso ti ha fatto la proposta di fidanzamento? So che è una famiglia molto all' antica la sua.>>
<<Mark, darmi un anello?>> La guardai sconvolta!  <<Christie, cosa vai dicendo? Non dire fesserie>>. Al solo pensiero di me, e Mark insieme, mi venne una leggera nausea. Abbassai di nuovo lo sguardo sull'anello, assomigliava veramente a quello del sogno. Ma che diavolo stava succedendo, e soprattutto quando me lo ero messa? In tutta risposta Christie mi osservò sconvolta, rispetto al tono sgarbato col quale le avevo risposto, e  tutta offesa se ne andò velocizzando il passo verso la nostra classe, lasciandomi indietro di qualche metro.
Cercai di raggiungerla, dovevo proprio trovare un modo per farmi perdonare, e chiederle scusa, ero stata così sgarbata? 
Che strano non me ne ero accorta.
Entrammo in classe, i nostri compagni stavano ripassando trigonometria. Già, oggi c'era matematica, ciò significava vedere il professore di quell'insulsa materia, me l'aveva fatta odiare, ma quando avrebbe smesso di tormentarmi? Mai?
Presi posto accanto a Christie, che non sembrò degnarmi di uno sguardo. Ci risiamo, mi tiene il muso, certo che sono diventata più sgarbata del solito da quando conosco quel Derek.
<<Lo sei sempre stata Sophie, solo che con me, te ne accorgi di più, non darmi colpe che non mi appartengono.>> sentì il suono della sua melodiosa voce nella testa.
<<Stupido essere fifone.>> Dissi a voce alta, e con tono imbronciato.
Cominciavo a pensare che forse non era stato un sogno, visto che l'anello brillava sul mio dito. Avevo dei ricordi confusi della notte scorsa, non sentì, da parte di quell'essere nessuna risposta.
Christie mi guardo sbigottita. Valutai la situazione, c'era un banco vuoto in fondo all'aula, decisi di spostarmi, così non avrei dato fastidio e insospettito nessuno, già mi credevano un po' tutti fuori di testa, ci mancava che mi sentissero parlare da sola.
Ero concentrata sui quei pensieri, ma lo strano silenzio della classe mi insospettì, facendomi alzare lo sguardo verso la porta.
Il professore Redfild dandosi le sue solite arie, entrò con passo tranquillo, e deciso. Nonostante il suo evidente ritardo, ero stata fortunata a non essere arrivata dopo di lui.
<<Ragazzi, oggi interrogo.>> prese posto sulla sedia vicino la lavagna.
<<Eccolo che ricomincia, secondo me si diverte. Mai una volta che sia di buon umore>> dissi a bassa voce.
<<Signorina Sophie ha detto qualcosa?>> disse, alzando il sopracciglio destro, guardandomi dall'alto in basso
<<No professore>> risposi sicura di me.
<<Magari vuole cominciare lei ? Sa oggi ho avuto una giornata alquanto fastidiosa, la mia macchina non partiva. Ho dovuto chiamare il meccanico, ed è risultato che qualcuno  avevo scollegato la batteria. Qualche stupido scherzo, mi ha detto.>> Poi mi fissò, lo sapevo che ce l'aveva con me.
<<Eccolo che non perde occasione>> mi rispose Mark
<<Già.>> Dissi ignorandolo,  poi risposi al professore:
<<Certamente, professore la renderei lieto della mia presenza, ma al momento ho altro da fare, devo andare in bagno urgentemente, arrivo subito, lei inizi pure>> gli risposi con un sorriso.  Raccolsi le mie cose infilandole nello zaino, e mi diressi verso la porta, con profondo stupore di tutti, mentre il professore con occhi sbarrati, mi fissava scioccato.
-Stavolta l'hai fatta grossa Sophie. - Sentì la voce di Derek in testa.
-Fatti gli affari tuoi Derek, tu non sei mia madre. Gli risposi col pensiero, e mi incamminai velocemente.
-Già ma vedrai come la prenderanno i tuoi genitori, al tuo ritorno. - Mi disse arrabbiato.
-Per ora non mi preoccupa.- Pensai con noncuranza, di fronte quel tono arrabbiato. Caspita ma chi era lui per dirmi cosa fare. Ma poi che voleva da me, dalla mia vita, Era già abbastanza complicata.
<<Per ora mia cara Sophie!>>.

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