Axel's point of view
(N.A. Axel come Axelina, quindi è sempre Alexandra, ma userà il secondo nome per motivi che scoprirete.)Aprii lentamente gli occhi, sbattendo leggermente le palpebre per rendere nitida l'immagine che mi si presentava davanti. Inspirai a fondo l'odore di pino che mi aveva fatto compagnia tutta la notte e mi stiracchiai leggermente, mugolando.
Mi passai entrambe le mani sul viso e notai una t-shirt nera semplice, poggiata sulla sedia accanto al letto. Mi alzai a tentoni prendendo l'intimo dalla mia borsa ed indossandolo, con sopra la maglia nera, la quale apparteneva sicuramente a Liam.
Colton si era sicuramente preoccupato, tempestandomi di chiamate e messaggi, ma avevo messo il cellulare in silenzioso. Sarei dovuta tornare urgentemente a casa, dato che mi ero trattenuta lì già a lungo.
Sentii dei passi avvicinarsi alla camera del ragazzo e voltai lo sguardo verso la porta quando essa fu aperta, rivelando la figura di Liam, seguita da un ragazzo biondo, il quale sguardo si incastonò nel mio.Ero sicura che in quel momento il mio cuore avesse smesso di battere, probabilmente avevo smesso di respirare e non sentivo più il bisogno di battere le palpebre.
Le labbra del ragazzo si schiusero e la sua mascella si tese, serrandosi. Ingoiai un groppo di saliva che mi si era bloccato in gola e una marea di sensazioni mi invasero.
Era come se un'onda troppo grande mi avesse investita, scaraventandomi sugli scogli e rendendomi tremendamente debole.Sentivo le ossa molli e il cuore cominciò a battere velocemente e con forza nel petto, sembrava potesse quasi rompere la gabbia toracica, ed uscire fuori, libero di andare dall'amato.
Stava bene.
Questo voleva dire che l'intervento era andato a buon fine e lui ne era uscito più forte di prima.
Ed era bellissimo, tremendamente bello e luminoso. Ma quella luce nera, quella che solo Luke riusciva ad emanare. Una luce che ti costringe ad avvicinarti, per constatare che tale meraviglia fosse reale, e non solo un sogno; o forse un incubo.I miei occhi non poterono fare altro che analizzare il nuovo Luke che mi si era inaspettatamente parato davanti.
La leggera barbetta che gli si increspava sul viso lo rendeva più grande, quasi più rude.I capelli erano cresciuti, ma rimanevano costantemente alzati in un ciuffo alto e perfetto. Indossava la sua inseparabile t-shirt dei Nirvana.
Quanto m'era mancato.
Eppure sono stata una codarda. L'avevo lasciato in un apatico ospedale, e sono scappata. Ero scappata da tutti i problemi che mi aveva procurato, cercando di ricominciare una nuova vita. Non meritavo nulla da lui, tantomeno che mi riconosca o che ricominci ad amarmi come lo amo io.
Sbattei più volte le palpebre e cercai di pensare ad una frase che fosse di senso compiuto.
«Cosa ne pensi?» la voce dolce di Liam interruppe il silenzio catastrofico che si era creato tra me ed il biondo. C'era tensione, troppa. Si poteva quasi tagliare con un coltello. Le iridi cristalline di Luke si spostarono sul moro. Il biondo annuì leggermente ed uscì dalla stanza, lasciandomi un'occhiata limpida, quasi pura. Cosa gli era successo? Dov'era il Luke che aveva lottato per me? Il Luke che ha ucciso per me? Il Luke di cui sono innamorata? Probabilmente è morto in quell'ospedale dalle pareti bianche e tremendamente opprimenti.
Puntai lo sguardo su Liam, il quale rimase quasi deluso dalla reazione apatica di Luke.«Liam..io devo tornare a casa.» mormorai flebile, raccogliendo i miei abiti ed indossai il cappotto, cercando di chiuderlo il più possibile, per potermi proteggere dal freddo pungente del mese di Dicembre. Il ragazzo prese le chiavi della sua auto e mi fece segno di seguirlo.
Uscimmo dalla sua stanza e del biondo non c'era più traccia, come se si fosse volatilizzato.
Il moro mi porse dei soldi, sorridendo.«Ecco a te, Axel. Sei stata bravissima.» ridacchiò, avvicinandosi al mio viso e lasciandomi un bacio sul collo, umido e lento.
«Grazie, Liam.» mormorai, facendo un passo all'indietro e andai a sbattere contro un mobiletto di legno. Egli ridacchiò, scuotendo la testa e camminando verso la porta d'entrata, per potermi riaccompagnare a casa.
Mi sentivo così vuota, spenta. Era come se mi avessero tolto dal corpo una parte di me, era come se il mio cuore avesse davvero seguito Luke, lasciandomi un buco nero nel petto.__
Entrai silenziosamente in casa, sperando che Colton fosse a lavoro. Mi chiusi la porta blindata alle spalle ed un silenzio tranquillo mi invase le orecchie, facendomi sospirare. Mi tolsi il cappotto, appendendolo all'attacca panni.
Jhonatan sarebbe stato per un mese dai loro nonni, dalla parte di Colton, ed io avrei avuto una preoccupazione in meno, dato che si stavano affollando una sull'altra.
Volevo bene a quel bambino, ma non il bene di una mamma. Non era mio figlio e Colton non era mio marito, tantomeno il mio ragazzo. Ma per lui io ero la donna della sua vita, l'unica ragazza che amasse.
Io non volevo questo, ma purtroppo i miei genitori mi costrinsero a trasferirmi da lui e recitare una parte che non volevo.
I miei genitori erano in calo economico e Colton si propose di aiutarli, ma ad una sola condizione: me.
Colton voleva me, per poter ricreare la sua splendida e falsa famiglia felice."Assomigli alla mia ex moglie."
Queste furono le sue parole, quando mi guardò per la prima volta, seguite poi da un "ti amo."Quelle parole furono l'inizio della mia rovina.
🌑🌒🌓🌓🌕🌖🌗🌘🌑
Saalveh belle conigliette lol.
Finalmente ho aggiornato, lo so. Molte di voi mi stavano pregando di aggiornare ed eccomi qui!
Questo capitolo è stato un parto e spero che alcune cose vi siano state chiarite e sopratutto spero vi piaccia.~~
Volevo fare gli auguri a Luke, la mia vita, il mio sorriso, la mia ninfa vitale ed il mio ossigeno.
Lo amo più di me stessa e, bho, amore sei cresciuto, proprio come il mio amore per te cresce ogni giorno.
Ti amo.
~~Mi piacerebbe se andaste a leggere la mia nuova fanfiction su Lucas "Whisper" ci ho messo anima e cuore in quella storia.
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needles :: lrh
Fiksi PenggemarAndare avanti non é facile; tutte le ferite, tutte le delusioni, tutte le lacrime e tutti i sorrisi. Non sono facili da dimenticare. Ma si riesce ad andare avanti, finché quell'oceano così limpido non decide di inodarti ancora, distruggendo la coraz...