POV. TERESA
E' sera. No, è notte.
Non riesco a smettere di pensare a Luke, il nuovo ragazzo: viene dall'Inghilterra e nonostante questo, ha un accento americano perfetto; ha gli occhi tristi, sempre. Oggi a lezione erano gonfi di lacrime e indugiavano sulle parole del libro di storia, persi, vuoti come due pozzi. I capelli biondi erano così sporchi, unti, che sembravano bagnati. La sua pelle così pallida e delicata oggi sembrava rugosa e vecchia.
L'ho fissato per tutta la lezione, quando lui si è girato e mi ha guardata gli ho donato un sorriso, e lui l'ha ricambiato con uno sguardo perplesso. Ci sono rimasta un po' male, ma forse non si aspettava che lo stessi fissando così intensamente da consumarlo.
Sono mortalmente annoiata in questo periodo. Mi sento vuota. Non ho amici. Non mi capisco più: non mi interessa di quello che pensano o dicono gli altri di me, voglio solo fare quello che mi piace, voglio essere libera... ma cosa mi piace? Adoro leggere, ma non è abbastanza per riempirmi la vita. La sento così monotona, ogni giorno spero che accada qualcosa di strano, che mi accenda, che mi faccia vivere, ma poi penso anche che ogni sorpresa che è capitata ai protagonisti dei romanzi che ho letto era una sorpresa, non se l'aspettavano, invece io sì, sto aspettando da tempo.
Sento il rumore di una porta che sbatte, provenire dal piano terra. Subito mi frullano in mente mille pensieri macabri; cerco di svuotare la mente e tenere il respiro regolare.
Dei passi si avvicinano alle scale. Cerco di stare tranquilla ma sono terrorizzata. Cerco di rilassarmi e allora mi accorgo che sono in tensione: ho tutti i muscoli contratti, la schiena come un blocco di marmo, le gambe dritte come pali.
Non mi sento più la mano sinistra: dovrei sentirla formicolare, almeno. La sfrego sul lenzuolo del materasso e la sento calda come fuoco, ma non posso muoverla né sentire la stoffa.
Sento scricchiolare il primo gradino. Mi si rizzano tutti i capelli sulla nuca. Mi giro velocemente a pancia in su cercando di non fare rumore, così da poter vedere la porta aperta. Mi afferro la mano sinistra con la destra: pesa molto, ma non sento nulla. Inizio a scuoterla per fare circolare il sangue. Un prurito al naso sovrasta tutte le mie intenzioni, ma mi fermo con la mano a mezz'aria.
I passi sulle scale si sono fatti più decisi e veloci. Il prurito al naso è costante ma io sono semplicemente paralizzata. Ho smesso di agitare la mano sinistra e ho iniziato a preoccuparmi. Silenzio. Non si sentono passi, sento solo il battito del mio cuore che mi pulsa nelle tempie, nei polpastrelli della mano desta, nei piedi, nelle gambe e rimbomba nella gabbia toracica facendomi sobbalzare. Ora il silenzio è assoluto, sento il ticchettio dell'orologio in cucina e il respiro di Selena nella stanza accanto alla mia, davanti alle scale. Davanti alle scale? I passi riprendono e giungono in cima. Sento ripetere sei volte il rumore delle scarpe sul legno del pavimento. Sono stanca, ma so che non sto sognando.
I passi si avvicinano, ma non si fermano davanti alla stanza di Selena e questo mi da sollievo, ma non abbastanza da non farmi preoccupare per i miei genitori che sono nella direzione opposta della mia camera, proprio dove si dirigono i passi. Il braccio destro sollevato comincia a farmi male.
Sento una maniglia di una porta scricchiolare e aprirsi; no, non è una maniglia, non è una porta: è la maniglia e la porta dei miei genitori. Il sangue ha ricominciato a circolare nella mano sinistra e mi pizzica la pelle. Il naso non mi prude più. Il braccio destro non mi duole più. Nulla. Nero. Il cuore non batte più. Non riesco a pensare, e poi perché dovrei pensare, cosa dovrei pensare?
I passi continuano nella stanza. Sento l'asse davanti al caminetto dei miei genitori scricchiolare. Un rumore di ferro sollevarsi: l'attizzatoio. L'asse del caminetto scricchiola. I passi tornano verso la porta. Altri due passi e la porta si chiude. Mi si congela il sangue nelle vene. Chi diavolo è? Che vuole?
Anche se la porta della loro camera è chiusa sento dei rumori indistinti: parole. Mi irrigidisco: che senso ha? Non so cosa fare. Riesco a capire solo poche parole. Colpa. Figlia. Evan. Chi è Evan?
Un urlo. Sento dei passi in camera di Selena. Allora anche lei è sveglia, ma che cavolo fa? Mi alzo corro cercando di non fare rumore in camera sua. Sono terrorizzata, ma avrò sempre e per sempre la forza di raggiungerla. È in piedi, con la camicia bianca che le ha regalato la nonna. È così pallida. Sembra un fantasma.
Ci guardiamo. Sentiamo il pianto di mia mamma. Le prendo la mano. Mi stringe fortissimo. Siamo immobili.
Cosa farebbero le eroine nei romanzi che ho letto? Tornerebbero a letto in punta dei piedi facendo finta di dormire per farsi scivolare sopra i singhiozzi delle persone care? No.
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Questo è il primo capitolo delle nostra fanfiction! È scritto da Francesca (io), e scriveremo un capitolo a testa alternando i punti di vista dei personaggi :). Speriamo vi piaccia e al prossimo capitolo!
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EVAN|| l.h & e.p
FanfictionQuesta FanFiction ha come protagonisti Evan, Luke e una ragazza di nome Teresa (Tessa). La vita di questi tre ragazzi si incrocerà profondamente a causa di fatti atroci inaspettati. Questa storia è scritta a quattro mani da Francesca & Caterina. Pub...