Prologo.

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Sophia Chwe quella mattina era uscita di casa per recarsi al lavoro. Da tre anni lavorava come barista, e in seguito, e manager in una caffetteria al centro di Seoul, città dove è cresciuta con la sua famiglia adottiva, la famiglia Chwe di origini americane e coreane, erano nel campo dell'imprenditoria, e Sophia è cresciuta in un ambiente agiato, ma non si è mai montata la testa, e appena compiuti diciassette anni aveva deciso di vivere da sola, idea sostenuta dai genitori.
Come dicevo, quella mattina Sophia si stava recando al lavoro, a piedi. A lei piaceva tanto camminare a piedi, andava ovunque a piede, tragitto permettendo ovvio. 

Svoltò l'angolo che la separava dalla caffetteria ma, invece di dirigersi verso la caffetteria, venne risucchiata da un vortice di aria, si spaventò pensando che fosse un tornado, ma quando si trovò nuovamente con i piedi per terra, notò che il luogo intorno a lei fosse cambiato, non era più nella Seoul piena di persone, ma davanti ad un castello su di una montagna, intorno a lei invece di edifici alti e luminosi, alberi e prati. Credette per un momento che stava ancora dormendo, ma dopo essersi data un pizzicotto, che le fece male, capì che era sveglia. 

Si guardava intorno curiosa di quel luogo, la paura era scemata pochi secondi dopo il suo arrivo in quel posto. Sophia decise di incamminarsi verso l'enorme castello, lì avrebbe avuto delle risposte. Mentre camminava lungo il sentiero, sentiva un aura circondarla, non vide nulla, ma lo sentiva. Appena arrivata davanti ad un lungo ponte in marmo, che l'avrebbe condotta all'enorme portone di legno, vide l'enorme portone aprirsi, ed una figura uscire da esso, era vestita in modo strano, con abiti per nulla moderni. La figura della donna la guardava, ma non si mosse, quindi Sophia decise di farla finita e proseguire per il ponte. Appena arrivò davanti alla donna, vide come questa la guardava, anzi la studiava e poi un sorriso si formò sulle sue labbra. "Sophia, finalmente sei tornata" disse solamente e gli indicò con la mano di entrare nel castello.

Sophia, seguendo la donna, si chiese cosa stesse effettivamente succedendo, e perché la donna sembrava conoscerla, quando lei mai l'aveva vista prima d'ora. Ma il tragitto fu silenzioso, Sophia era persa a guardare gli interni, e sembrava di essere tornati nel medioevo, come se lì la tecnologia non fosse mai arrivata. Si fermò quando vide la donna fermarsi davanti ad un imponente statua di un gufo, disse quella che doveva essere una parola d'ordine, e la statura girò su se stessa, mostrando delle scale a chiocciola, la donna gli fece segno di seguirla, e così fece.

Finiti gli scalini, si trovò davanti ad una porta sempre in legno. La donna bussò due volte e questa si aprì senza che nessuno lo facesse fisicamente, ed ebbe un brivido di terrore lungo la schiena. Entrò titubante dopo la donna e rimase a bocca aperta. Quella stanza era piena di quadri che si muovevano, oggetti che mai aveva visto e si chiese se stesse impazzendo o sognando ad occhi aperti. Abbassando lo sguardo, notò una schiera di donne e uomini che la guardavano, e si chiese chi fossero quelle persone e se fosse in pericolo. "Sophia, non avere paura. Prego siediti" disse la voce che apparteneva ad un uomo anziano, aveva un tono di voce calmo, e la ragazza fece come chiesto. Si sedette dinanzi all'uomo, e guardò curiosa tutti i presenti, soffermandosi su una coppia, un uomo ed una donna che la guardavano con gli occhi lucidi, e sentì una strana sensazione nascere in lei, ma continuò a studiare gli altri e poi tornò a guardare l'uomo al centro. 

"Ti starai chiedendo dove sei, e come sei arrivata qui" riprese l'uomo usando sempre lo stesso tono di voce. "Si, signore" rispose con educazione la ragazza. "Ti chiami Sophia Chwe giusto?" chiese ancora e la ragazza annuì "Esatto signore." rispose usando lo stesso tono usato in precedenza. "Io sono Albus Wufric Brian Dumbledore, ma chiamami professor Dumbledore" disse il vecchio uomo e la ragazza annuì. "Quindi, professor Dumbledore, dove mi trovo?" chiese poco secondi dopo "Ti trovi alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts" rispose l'uomo e la ragazza lo guardò stranita, che cosa aveva detto? Stregoneria? Era finita in una setta? "No, non siamo una setta." disse una voce dura, fredda, e quando la ragazza guardò a chi appartenesse vide un uomo vestito tutto di nero guardarla serio. "Come ha fatto?" chiese "Lettura del pensiero" rispose freddamente distogliendo lo sguardo da lei. 

"Okay, se è uno scherzo bello, divertente, ma ora ditemi cosa sta succedendo" disse guardando tutte quelle strane persone "Non è uno scherzo, tu stessa sei una strega. Sei nata qui, nel mondo magico, ma sei stata adottata un anno dopo la tua nascita." rispose Dumbledore. "Come..." sussurrò guardandolo stranita. "Una strega? Io?" chiese indicandosi "Si, sei una strega. Il tuo cognome non è Chwe, o meglio quello che ti hanno dato i tuoi genitori adottivi si, ma il tuo vero cognome è Black." rispose l'uomo guardandola. Sophia sapeva che era stata adottata, ma i genitori non gli avevano mai detto da dove venisse o chi fossero i suoi genitori. "I tuoi genitori adottivi non ti hanno detto nulla perché avevano promesso di non dirti nulla." disse l'uomo vestito di nero "Senta la smetta di leggermi nel pensiero, non è piacevole ed è violazione della privacy" disse guardando l'uomo che non la degnò di uno sguardo. 

"Scusa il professor Snape, vuole solo darti le risposte alle tue domande." disse il vecchio uomo e la ragazza annuì "Quindi, perché hanno giurato di non dirmi nulla?" chiese poco dopo "Perché quando ti adottarono, gli feci promettere, attraverso un giuramento magico, che non dovevano rivelarti nulla, non prima del tempo giusto. Quando sei nata, in questo mondo c'era una guerra, un pazzo assassino con l'idea di rendere puro questo mondo, stava seminando il panico, ogni giorno si leggeva di streghe e maghi morti per mano sua e dei suoi seguaci. Tu, eri in pericolo visto che la tua famiglia, o meglio tuo padre biologico, apparteneva ad una antica casata che era alleata con questo mostro, e sei stata data in adozione per la tua protezione." raccontò il vecchio uomo, e gli passò una foto. La cosa strana di quella foto era che i soggetti della foto si muovevano. Vide una coppia, un uomo ed una donna che la tenevano quando era ancora in fasce in braccio e sorridevano all'obbiettivo. 

"Quindi loro sono i miei genitori...ed essendo due maghi di conseguenza anche io lo sono, giusto?" chiese posando la foto e guardando l'uomo "Esatto" rispose l'uomo. Albus era sorpreso dalla calma della ragazza, non si aspettava che prendesse così tutte quelle informazioni. "Perché proprio ora sono tornata? Perché non prima?" chiese guardandolo "Perché la guerra si è fermata per quattordici anni, ma poi è ripresa e non era sicuro per te. Ora che è finita definitivamente, sei potuta tornare." rispose e Sophia si chiese se doveva credere a tutte quelle storie, una persona sana di mente sarebbe corsa via a gambe levate, ma lei non poteva, non sapeva come era arrivata figuriamoci scappare via da quel posto. 

"Okay, ora che so queste cose...posso tornare a casa mia? La mia vera casa" disse guardando seria l'uomo "Purtroppo, non puoi." rispose grave l'uomo e Sophia solo allora si scaldò "Come prego?" chiese alterandosi di poco "Il vortice si è chiuso, ci vorrà tempo prima che riusciamo ad aprirlo. Ma non preoccuparti, i tuoi genitori sono stati informati." rispose l'uom per nulla scosso dal suo comportamento. "Quindi la mia opinione non vale? Bene" disse sbuffando "Quindi ora cosa succede? Devo stare qui?" chiese e vide l'uomo annuire. Sophia sospirò sconfitta, non sarebbe più tornata a casa, lo sentiva. "Dove starò?" chiese all'uomo "Con i Potter" ed indicò la coppia che la guardava con occhi lucidi. "Erano amici stretti dei tuoi genitori, si prenderanno cura di te" aggiunse e Sophia lo guardò "Perché non possono farlo loro?" chiese curiosa "Perché tua madre aimè è morta poco dopo la tua adozione, mentre tuo padre è via per alcune cose che deve risolvere, ma tornerà, e quando tornerà potrai vederlo" rispose il vecchio uomo. 

Sophia, pochi istanti dopo, si dirigeva con la strana coppia verso l'esterno del castello, la donna dai capelli rossi le disse che l'avrebbero portata a casa loro, dove avrebbe vissuto. Mentre lasciavano il castello, la ragazza pensò che quella storia non sarebbe finita bene, aveva quella strana sensazione, e lei non sbagliava mai. 

Io? Una strega? [Harry Potter FanFiction]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora