"Maddy ci sei?"
- "cosa?" - mi giro di scatto sentendo una voce alle mie spalle.
"Terra chiama Maddy, riprenditi tra poco dobbiamo andare!" - dice Carol.
Carol è la mia migliore amica, probabilmente l'unica. Da quando mio padre è quel che è non parlo molto. Tendo a sorridere in modo forzato se qualcuno mi parla per poi annuire come se stessi ascoltando davvero. Ma con Carol è diverso. Lei è sveglia e capisce quando qualcosa non va. Ha dei grandi occhi azzurri e la pelle rosa tendente al rosso, dovuto all'abbronzatura presa nello stare tra i campi tutto il giorno, e i cappelli biondi platino che le arrivano alle spalle.
"scusa per la sincerità ma sembri un cadavere, meglio se ti sciacqui un secondo il viso prima di andare o non ti faranno il test" - sussurra spostandomi i capelli fuori usciti dalla treccia dietro le orecchie.
- "molto schietta, come sempre" - rido - "anche se non faccio io test non mi importa"
È nella natura di Carol, per lei è più facile insultare qualcuno piuttosto che mentirgli.
"dai su vieni da me, ti sistemo io" - mi prende dal braccio e mi trascina nel nostro nascondiglio. Si tratta di una capanna creata con dei panni attaccati ad un albero. Li ci nascondiamo la frutta, uno specchio e dei giocattoli in legno.
"siediti su, non abbiamo tutto il giorno mi pare" - sbuffa indicandomi con il piede un cuscinetto.
Così mi accomodo e mi scioglie la treccia per pettinarmi i capelli.
"non rimanere nei pacifici" - dice continuando a spazzolare.
- "la fai facile" - mi porto le mani al viso per appoggiarmi.
"non sei tu che devi prenderti cura degli altri, pensa a te stessa, tu non sei fatta per questo posto e lo sai bene"
- "qualcuno lo è? esiste davvero una persona che può riassumere la sua personalità ad una singola fazione? non riesco a credere che al molto ci siamo solo 5 tipi di persone diverse!" - esclamo.
"se ci pensi l'uomo non è così difficile da capire, se ci impegnassimo di più potremmo essere tutti trasparenti e sinceri"
- "cosa vuol dire?"
"che siamo facili da capire, nasciamo, ci nutriamo, procreiamo e moriamo. 5 tipologie di persone sono già tante. Siamo tutti uguali in fondo"
- "allora persone dividerci in 5 se siamo tutti uguali?"
"La pace Maddy, la pace" - dice mostrandomi la treccia che mi ha fatto mentre parlava - "che dici? ti piace?" - domanda entusiasta.
Mi prendo il mio tempo per specchiarmi. Non lo faccio spesso. Mi sono ritrovata con diversi lividi negli scorsi anni e così smisi di apprezzare il mio riflesso.
- "molto, sei davvero brava"
"lo so! ma tu sei davvero bella quindi con te è più facile farti apparire così" - dice abbracciandomi da dietro - "mi mancherai sai?"
- "quindi hai deciso? te ne andrai?" - domando malinconica.
"già, è anche tu lo farai. Sono stanca di faticare tra i campi, e so che pensi la stessa cosa, non mentirmi. Sappiamo entrambe che tra i candidi mi troverei meglio"
- "e dove potrei andare?"
"beh questo non lo so, sarà il test a dirtelo, presto andiamo che facciamo tardi!"
La fazione dei Candidi è formata da coloro che non accettano la disonestà e la falsità, che credono che l'inganno sia la chiave che rende l'uomo cattivo e lo conduce verso la guerra, la guerra che ci divise in 5 fazioni. Carol infatti crede nell'onestà e nella schiettezza. Dice sempre quello che pensa e questo la porta spesso ad apparire maleducata. Infatti, anche se cercano di nasconderlo con un sorriso, è chiaro che i nostri coetanei le stanno alla larga il più possibile, ma io l'ho capita. È un'amica fantastica proprio per questo. Non ha peli sulla lingua e sa sempre cosa consigliarmi. I Candidi credono che la verità sia bianca o nera ed è per questo che indossano solo questi colori. Carol ripete sempre "Quelli che cercano la pace cercheranno sempre di tenere le acque calme", per questo non sopporta i pacifici.
Ci alziamo e usciamo dal nostro nascondiglio per poi andare verso un camioncino che ci porterà ai test. Inizierà alle 16:00 ma la fazione del Pacifici è la più lontana dal centro città, così dobbiamo partire un po' prima. Saliamo sul furgone e vedo tutti i miei coetanei chiacchierare allegramente, mentre io li guardo fingendo un sorriso. La realtà? ho paura. Se il test mi dovesse dire che non sono fatta per i pacifici? Come potrei passare la vita qui solo per il bene della mia famiglia. E se invece fossi una pacifica? Riuscirei a sopportare mio padre? Questi pensieri si interrompono quando sento il peso della testa di Carol sulla mia spalla.
"rilassati è solo un test, non c'è giusto o sbagliato, o bianco e nero, qualunque risultato andrà bene".
Facile per lei, sa già quello che vuole.
- "non mi serve fare il test, lo trovo inutile se tanto dicono di scegliere ciò che si vuole"
"servono per le persone testarde come te che non voglio cambiare fazione solo perché si sentono in dovere di rimanere" - dice tirandomi una spallata.
Le nostre chiacchiere si interrompono quando il camion frena all'improvviso.
"ragazze scendete lentamente, e mi raccomando, buona fortuna a tutti" - dice un uomo gentile porgendoci la mano ad uno ad uno per farci scendere con facilità.
- "voglio tornare nel nostro nascondiglio" - bisbigliò nell'orecchio di Carol.
"smettila di fare la frignona, ci torniamo stasera" - mi dice facendomi l'occhiolino.
Io, Carol e tutti i ragazzi della nostra annata ci disponiamo in file divisi per fazione. Ogni fila si ferma davanti ad una porta, con il simbolo della fazione. Le porte si erigono su un enorme palazzo specchiato di nero che solo a vederlo mi spaventa.
"guarda, di là ci sono i candidi, anch'io un giorno mi vestirò elegante, senza questi straccerei ridicoli che osano chiamare vestiti" - dice Carol disgustata.
La nostra fila è divisa da quella dei Candidi dagli Abneganti. Anche loro sono vestiti maluccio, ma di grigio, perlomeno non sembrano dei giullari.
"Hey!" - esclama un ragazzo con una giacca bianca elegante vicino ad alla fila degli abneganti - "Quindi vuoi dire che tutto il cibo che non date a noi, voi li regalate agli esclusi, giusto? si?" - domanda in maniera talmente pretenziosa da attirare non solo la mia attenzione, ma anche di tutta la fila degli abneganti. È un candido, l'ho capito. È alto con dei ricci capelli mori, gli occhi verdi e una cicatrice sulla guancia.
"Si" - risponde timidamente un abnegante molto più basso ed esile di lui.
"Sei un bugiardo, perché menti? Tutti sanno che lo tenete per voi, perché non lo ammetti? Eh" - continua compiaciuto il candido. Lo sfortunato abnegante non risponde. Probabilmente ha capito prima di me che rispondere non ha senso.
"Parlo con te, che avete rigidi siete tutti sordi!?" - alza la voce guardando anche gli altri abneganti intorno a lui - "hey!" - urla spingendo l'esile ragazzo.
Nessuno fa nulla. Com'è possibile che di fronte a tale arroganza nessuno ha da ridire? I miei pensieri vengono interrotti alla vista di una ragazza nella loro fila che prova a farsi spazio nervosamente tra la folla, per raggiungere la scena. Ha i capelli biondo cenere ed indossa un lungo vestito grigio pieno di toppe di diverse sfumature del medesimo colore. La ragazza però viene fermata da un ragazzo più alto di lei ma che le assomiglia molto. Un suo parente probabilmente. Il candido insiste. Così, colma di ira, insieme a Carol mi avvicino alla scena.
- "se non ti risponde, probabilmente non gradisce la tua compagnia, come tutta la sua fila" - dico in maniera così pacifica da sentirmi davvero parte della mia fazione.
"oh chi abbiamo qua? una pacifica. Cerchi scontro? non è da voi carotina" - dice ridendo dei miei vestiti arancioni.
"per quanto ammiri gli ideali della tua fazione, non mi sembra che il tuo modo di comportarsi sia giusto" - afferma Carol con tono di superiorità.
"giusto? trovi che sia giusto che loro rubino il cibo comune? e mentano pure al riguardo?" - continua il ragazzo.
- "hai le prove? penso che sia "giusto" accusarli solo in possesso di prove" - controbatto.
"beh ecco-" - l'arrogante ragazzo viene interrotto dal suono delle porte che si aprono in provvidamente.
"beh addio fastidioso ragazzo" - conclude carol salutandolo con la mano.
Il ragazzo sbuffa e si allontana per rimettersi nella sua fila tra i candidi.
- "riuscirai a sopportare questi comportamenti tra i candidi?" - rido.
"figurati se rimarrà tra loro, questo tizio di giustizia non ne ha un minimo"
"hey!" - dice l'abnegante che era stato preso di mira - "vi ringrazio davvero per prima".
La mia risposta si limita ad un sentito sorriso. Capita raramente che sorrida sinceramente e non per rendere felici gli altri, a parte con Carol. Con lei rido sempre. Mi mancherà molto. Sento la mano sua mano che afferra la mia e che mi riporta verso la nostra fila con un enorme disegno di un albero. La fila inizia a scorrere velocemente finché non ci ritroviamo tutti in una grande sala. Una donna Erudita con una giacca e gonna blu si trova su un palco di fronte a noi. Divisi per settori prendiamo posto finché non inizia a parlare.
"100 anni fa, dopo la guerra, i fondatori crearono un sistema per prevenire conflitti futuri e creare una pace durevole" - blah blah, ci rifilano sempre la stessa storia, mi chiedo se qualcuno ci crede davvero - "oggi il test attitudinale, secondo la vostra personalità, vi assegnerà ad una delle 5 fazioni. Riteniamo che scegliere la fazione indicata dal test sia il modo migliore per arrivare a buoni risultati" - sospira - "ma domani, alla cerimonia della scelta, potrete scegliere voi la fazione, indipendentemente dal risultati del test" - Qual è il senso allora? - "Ricordate, però, che una volta fatta la scelta...non saranno permessi cambiamenti" - conclude.
A questa frase mi irrigidisco. Usciamo dall'aula e ognuno viene indicata ad una stanza a cui sottoporsi.
"vai e spacca! non letteralmente, non possiamo permetterci le riparazioni" - scherza Carol tirandomi una gomitata. Pian piano mi allontano e vedo l'ombra prendere il sopravvento della stanza lasciando un piccolo spiraglio di luce che diminuisce lentamente, così voltandomi lo seguo con lo sguardo e intravedo la porta chiudersi lasciando visibile ancora per pochi secondi la figura di Carol che mi saluta con la mano. Non la sento. A dire il vero non sento nulla. Le mie orecchie sono ovattate. Mi sento come nel lago vicino al capanno centrale della nostra fazione dove noi pacifici mangiamo. Io, Carol e mio fratello Mason andiamo sempre al lago a fare il bagno. Prima di rimanere incinta anche Miriam veniva, ma ora è felice ed ha una famiglia sua. Passiamo le intere giornate al lago e spesso mi apparto rimanendo sotto l'acqua per quasi un minuto. Mason e Caron nemmeno se ne accorgono, passano il tempo assieme come se non ci fosse nemmeno intorno e questo mi da spazio per appartarmi. Non sento niente, ma mi sento bene. È strano, sembra un contro senso ma rimarrei in quello stato per sempre. Ogni volta vengo interrotta da mia mamma che corre verso il lago convinta che io sia affogata. Se solo si preoccupasse meno di me e più di se avrebbe cacciato mio padre dalla nostra fazione. Lui se la prende soprattutto con lei che con noi figli. "Madison". Mi riprendo. Mi volto verso un lungo corridoio pieno di porte, lasciandomi alle spalle il portone gigante dalla quale sono entrata. È tutto buio. L'unica luce che entra proviene dalle finestre appartenenti al logo della nostra fazione. "Madison". Noto una donna abnegante che mi chiama in lontananza. "Madison Reyes, sei tu giusto?". Annuisco velocemente. "Vieni pure, non mordo" ride cercando di rendermi tranquilla. Così senza proferire parola la seguo fino ad una porta semiaperta. Si inizia.
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Divergent - Amity
أدب الهواةMadison Reyes, è una ragazza figlia di Johanna e Dave Reyes, e terza di 5 figli. Insieme alla sua famiglia vive nella periferia di Chicago, non la città americana che tutti conoscono. In questa storia Chicago è proiettata in un futuro distonico che...