Capitolo 28

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La finale di Coppa Italia sta per  iniziare, entrambe le squadre sono determinate a portare a casa un trofeo. Mi sono fatta spiegare a grandi linee da Matias ed ho capito che la Juventus non vince un trofeo da tre anni, mentre l'Atalanta non l'ha mai vinta questa coppa, quindi entrambe hanno una motivazione in più per vincere. Mio fratello e le ragazze ancora non sono arrivati, spero facciano in fretta.

M.S:"Com'è andata?" Guardo Matias alzando un sopracciglio, a cosa si riferisce? Lui, capendo che non lo sto seguendo, indica Kenan con la testa.
Io:"Ci amiamo Mati. Mi ama ancora, capisci? E ce lo siamo detti. Ora non so cosa accadrà, io vivo con te e lui a Torino, però abbiamo una consapevolezza in più."
X:"Chi ama chi?!" Mi volto sentendo la mia voce preferita e vedo mio fratello con dietro tutte le ragazze, finalmente sono arrivati!
Io:"Nico! Finalmente!" Gli salto in braccio e lo riempio di baci per poi passare a salutare le mie amiche ed il piccolo Theo, mi sono mancate veramente tanto in questi due mesi.
N.F:"Non hai risposto però. Di chi stavi parlando?" Il suo sguardo si è fatto duro all'improvviso, credo che lui non abbia ancora perdonato Kenan e, sinceramente, non lo biasimo.
Io:"Io te lo dico, ma tu giura di non arrabbiarti." Ci stringiamo il mignolo come quando eravamo bambini e suggellavamo una promessa ed allora inizio a parlare. Gli racconto innanzitutto di questi due mesi, di come io sia tornata a stare bene ed a godermi la vita, infine gli racconto di Kenan, di ciò che ci siamo detti e, al contrario di ciò che mi aspettavo, non è arrabbiato ma fa un sorriso leggero.
N.F:"Ah finalmente te l'ha detto, sono settimane che lo convinco a parlarti ma era terrorizzato." Lo guardo spalancando gli occhi, pensavo che avrebbe dato di matto e invece lui l'ha perdonato molto prima di me.
I.S:"Fabio mi ha detto che da quando ti sei trasferita a casa di Matias a Frosinone Kenan dà sempre di matto. Ogni volta che escono è sempre scazzato e, anzi, molto spesso non esce proprio. Una volta gli ha anche detto che è inutile uscire perché tanto non potrebbe vederti e delle altre a lui non interessa." Resto in silenzio a queste parole, per la prima volta non so veramente cosa dire.
E.B:"Sarò stupido io, ma se vi amate, cosa ci vuole a tornare insieme?" Guardiamo tutti Enzo come se avesse appena detto la cosa più strana del mondo ed infatti fa un'espressione dispiaciuta.
E.B:"Ho detto una cazzata?"
D.H:"No. Anzi, per la prima volta da quando ti conosco hai detto una cosa sensata!" Tutti scoppiamo a ridere e, fortunatamente, anche Enzo non se la prende.
Io:"Ora basta, la partita inizia."




Per quanto io non ne capisca assolutamente niente di calcio, mi sembra che la squadra di mio fratello stia giocando veramente male. Sembrano dei pulcini impauriti davanti ad un leone affamato ed infatti al minuto dieci segna un certo Lookman. Il mister non ha alcun tipo di reazione ed io onestamente mi chiedo come faccia, io avrei dato di matto dopo due minuti, beato lui che è così calmo.
I ragazzi in panchina sono tutti nervosi e c'è in generale una tensione molto papabile, qua in tribuna nessuno parla mentre i tifosi bianconeri alternano cori a fischi.
Fischi che s'intentisificano maggiormente quando arriva il secondo gol atalantino ad opera di Pasalic ed a quel punto Allegri lancia il cappotto in panchina, fortunatamente l'arbitro fischia la fine del primo tempo.
Mentre tutti scendono per incoraggiare i ragazzi, io decido di rimanere in tribuna.
M.S:"Eva! Sei seria? Hanno bisogno di te e non parlo solo di Kenan." Matias ha ragione, non posso tirarmi indietro proprio ora, così scendo negli spogliatoi e, mentre mi dirigo alla porta pensando a cosa potrei dire, vado a sbattere contro un petto muscoloso, ma il suo profumo lo riconoscereu ovunque.
Io:"Kenny." Alzo lo sguardo e vedo che ha gli occhi lucidi, così istintivamente gli accarezzo una guancia, nonostante tutto vederlo così mi spezza il cuore.
K.Y:"Sto giocando di merda, faccio schifo Eva, il mister farebbe bene a togliermi."
Io:"Ma sei impazzito? Ora tu vai in campo e fai uscire questi atalantini con il culo a strisce, sono sicura che ce la farai. Sei un fenomeno Kenan, sei una piccola stella, non pensare il contrario solo per una partita storta. E vale anche per voi! Ora andate là e spaccate i culi, chiaro! Forza forza!"
M.A:"Quasi quasi chiedo di assumere come mental coach." Ridiamo tutti alle parole di Allegri ma torniamo subito seri, non è il momento di ridere.
I ragazzi tornano in campo dato che la pausa è finita, sembrano molto più carichi, anche Kenan ha una luce diversa negli occhi e, dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte, torna in campo mentre io torno in tribuna.

Matias, Dean ed Enzo mi guardano come si guarda una preda ed io so perfettamente che vogliono sapere cosa sia successo ma, fortunatamente per me, la partita inizia e siamo tutti concentrati sul campo.
Dopo cinque minuti dall'inizio del secondo tempo ecco che arriva il gol che riapre la partita: Kenan pennella un cross in area che Dusan spedisce in rete. Tutti festeggiano felici ed i bianconeri subito corrono a centrocampo per riprendere il prima possibile.
Dopo qualche minuto in cui l'atalanta attacca, un recupero di Bremer favorisce la corsa di Federico Chiesa che mette un pallone in area e Timothy deve solo accomodarla dentro, siamo 2-2!
Presa dall'entusiasmo inizio ad esultare anche io urlando come una matta, forse non è così male il calcio.
Quando tutto sembra presagire i supplementari, dato che mancano una manciata di secondi, Kenan recupera una pallone al limite della nostra area e si fa tutto il campo correndo, buttando il pallone alle spalle del portiere: 3-2, ha vinto la Juve!
L'arbitro fischia tre volte e, noi che possiamo, ci lanciamo in campo per festeggiare.
Vengo presa da un braccio e mi ritrovo faccia a faccia con Kenan.

Io:"Sei il mio campione, la mia piccola stella."
K.Y:"È tutto tuo, non ce l'avrei mai fatta senza di te. Ti amo Eva."
Io:"Ti amo Kenan."
Avrei potuto mandarlo al diavolo e cercare una vita più semplice. Avrei potuto, invece l'ho preso per mano. Tanto ci saremmo mancati, tanto ci desideravamo ancora, tanto a volte bisogna rimboccarsi le maniche e salvarli, certi amori.

Piccola stella/Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora