Capitolo due. Siblings.

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Buongiorno☺️
Questo è il secondo capitolo, mi scuso se sono un po' corti!
Qui si comincia a capire qualcosa di più dei personaggi e dei loro caratteri.
Spero vi piaccia!

Sdraiato sulla coperta stesa sull'erba, il giovane osservava la piccola creatura a fianco a se, concentrata sulle margheritine;
Sotto quella luce i suoi occhi assumevano una sfumatura color petrolio, mentre le guance erano leggermente arrossate e ricoperte di efelidi, causate dal sole.
I capelli color antracite, sfuggiti dalla fontanella, le ricadevano sulla nuca in piccole e leggere ondine;
Le manine si muovevano svelte tra l'erba, alla ricerca del fiore più bello.
Era davvero una bambina stupenda, e a volte gli pareva incredibile pensare che fossero fratelli, data la scarsissima somiglianza.
Lui era un ragazzo alto e magrolino, dai capelli color grano che sotto la luce parevano quasi rossi per via dei riflessi, e dagli occhi castani o, come diceva Andrea, color "marmellata di prugne".

A dirla tutta, lui non aveva mai visto il "color marmellata" nei suoi occhi, ma la capacità di cogliere i dettagli era sempre stato il forte di Andrea, quindi non poteva fare altro che fidarsene.

Quando tornarono a casa trovarono il post-it che la madre aveva lasciato loro sul tavolo,

" Torno per le 19, in frigo ci sono ancora dell'insalata e delle bistecche da cucinare.
Per Chloè c'è della minestrina sui fornelli.
A più tardi,
Beatrice. „

Beatrice non si sarebbe mai firmata "mamma".
Era una donna d'affari, seria e posata.
Lo era sempre stata, anche se negli ultimi tempi era ancora più chiusa.
Certo, faceva parte del suo lavoro, e dopotutto era lei a mantenere tutta la famiglia, ma spesso la sua freddezza le impediva di essere una mamma a tutti gli effetti.
E poi i suoi orari erano improponibili per una madre, lavorava dalle 8.30 alle 17.30 in ufficio, senza contare le riunioni che spesso le portano via anche la sera, facendola tornare a casa, se tutto andava bene, alle 22.00/22.30.
Non era a casa nemmeno il weekend, impegnata com'era in viaggi di lavoro, ed era anche per questo che era lui a prendersi cura di Chloè.

O, per meglio dire, Ella.
Il soprannome derivava dal fatto che quella è stata la sua prima parola.
«Ella, Ella!» gridava, ma nessuno capiva a cosa si riferisse.
Poi, un giorno, ci arrivarono:
con "Ella", la piccola furfante voleva dire cannella.
Infatti, in quel periodo, andava letteralmente ghiotta dei biscotti alla cannella di nonna Teresa, li avrebbe mangiati giorno e notte.
E così rimase, tanto che ancora si riferiva a se stessa come ad Ella, e spesso non ascoltava chi la chiamava Chloè.

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