Gli occhi verdi, solitamente vivaci, scrutavano stanchi la stanza da letto della sua infanzia. La sveglia segnava appena le quattro del mattino. "Chi me lo fa fare?" pensò, ricordando la promozione di sua madre, e si rese conto di quanto le sarebbe mancato quel posto sperduto nel nulla.
Il corpo minuto cercava di svegliarsi, intorpidito dal sonno, i capelli neri e corti, erano scompigliati.
Scese dal letto e andò in cucina a prepararsi un tè, dove sua nonna Dolores l'aspettava. Gli addii non le erano mai piaciuti, e avrebbe preferito evitare di vedere sua nonna affranta.«Buongiorno» salutò Dolores, versandole una tazza di tè caldo. I suoi occhi azzurri, rassicuranti e simili a quelli di sua madre, la osservavano attentamente, quasi cercando segni di cedimento. "Cosa si aspettava? Che lei e Dolly rinunciassero all'ultimo minuto?"
«Ciao, nonna. Grazie per la colazione» salutò Lola con un tono di voce piatto.Non avrebbe più frequentato la Moksdale High, cosa che la rattristava parecchio: le sarebbero mancati i suoi amici, Norah Elizabeth e Junior, la routine che si era costruita in sedici anni e anche il club del libro con Jenny e Laura. Avrebbe sentito la mancanza dei bisnonni, Emma e Raymond, e persino delle sfuriate con nonna Dolores. Le sarebbe mancato moltissimo Martim, l'aiutante nella bottega di quest'ultima, così come Barbie e Mortimer, le tazze di tè caldo, le cene ordinate all'ultimo minuto, Miss Beatrice, l'insegnante di danza, il sindaco Thomas Dawson e suo nonno David. E, in un modo che non sapeva spiegarsi, le sarebbe mancato anche suo padre, nonostante non si vedessero da anni, così come suo zio Clark, il fratello di mamma e suo migliore amico.
«Quindi, oggi partite» disse sua nonna, con un tono strano, come se volesse aggiungere altro.
«Sì», rispose Lola laconica.
«Qual è il piano?» chiese Dolores, cercando di sembrare noncurante e spostando una ciocca grigia dietro l'orecchio.
«Beh, non so di preciso... sicuramente telefonerò Norah in tarda mattinata. Mamma ha già preparato le valige e le ha caricate in macchina. Arriveremo a New York per le nove circa, così posso cambiarmi in uniforme e non perdere la prima ora di lezione » spiegò Lola, versandosi altro tè.Dolores sorrise, ma Lola non le chiese il motivo. Si scusò e, dopo aver scavalcato l'ammasso di vestiti sparsi sul pavimento, indossò l'uniforme che aveva ricevuto per posta. Infine, si sistemò i capelli e la frangetta.
Si sedette sotto il portico, chiuse gli occhi e ispirò l'aria salmastra del Maine. Sentì qualcuno sedersi accanto a lei. Una voce profonda e accogliente disse: «Hai ragione, tesoro. Non è giusto. Anch'io non sono d'accordo che partiate». Lola aprì gli occhi e accanto a lei c'era suo nonno, David.«Farei l'impossibile per tenervi qui, lo sai bene. Ma è ora che le cose cambino. So che fa paura, ma ci saranno tanti momenti felici e altrettanti capodanni ancora da festeggiare. Noi siamo qui, non ci muoviamo. Siamo diventati vecchi ormai, amore mio, ci siamo fermati. Tu e Dolly dovete andare avanti».
Lei e sua madre, Dolly Gillman, si sarebbero trasferite a New York, perché quest'ultima era stata assunta dal New York Times. Dolly aveva già collaborato con il giornale, ma ora la volevano a tempo pieno.
Grazie al sostegno dei bisnonni, Dolly aveva iscritto Lola alla miglior scuola privata di Manhattan, la Northern Side Academy, per offrirle un'opportunità in linea con la propria esperienza alla Uptown Secondary School ad Augusta. Lola immaginava che la madre non parlasse volentieri di quel periodo a causa del bullismo che aveva subito, di cui il padre le aveva accennato vagamente.
Lei e il nonno si abbracciarono sotto il porticato. Dolores le salutò in lacrime e Dolly la rassicurò che le avrebbe scritto appena arrivate nel nuovo appartamento. Infine, uscirono e si diressero verso la macchina.

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𝙍𝙤𝙨𝙨𝙤 𝘿𝙞 𝙎𝙚𝙧𝙖
Romancetw: sangue, linguaggio forte, parolacce, menzione di st*pro - 2007. Lola Gillman ha sedici anni e deve lasciare tutto ciò che conosce. Gli amici, i nonni e tutto quello che le è familiare. Sua madre ha un nuovo lavoro, a New York che è ben distante...