Biliardo, ghiaccio e gelosia nelle vene

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Manuel sta facendo roteare quel cubetto di ghiaccio all'interno della sua bocca da almeno cinque minuti.
Se lo passa da una guancia all'altra, facendogli toccare il palato con la lingua, sperando gli raffreddi pure i pensieri che invadono con prepotenza il suo cervello.

Simone è oggettivamente un bellissimo ragazzo.
Non c'è capo che gli stia male, colore che non lo valorizzi, gioiello che non gli si addica.

Questa sera però ha un fascino d'altri tempi, una bellezza paragonabile alle sculture di Michelangelo, una luce abbagliante che lo insegue come un ombra mentre passeggia in quella sala da biliardo.

Tiene la stecca ben salda tra le dita della mano destra, mentre la sinistra scorre sui bordi neri di quel tavolo e i suoi occhi analizzano minuziosamente tutti i particolari.

Il maggiore butta giù quell'ultimo sorso di whiskey e con esso anche l'ennesimo ammiccamento da parte di Brando nei confronti del suo uomo. Lo stesso uomo a cui tremano leggermente le dita, poco prima di compiere la mossa vincete, non appena riceve quell'occhiolino da parte del ragazzo.

Fa schioccare la lingua contro il palato mentre prende posizione di fianco al fidanzato, intrappolando poi l'interno guancia tra i molari per tacere quel sentimento negativo che ormai aveva sostituito il sangue e gli scorreva copioso nelle vene.

Osserva in silenzio, scruta minuziosamente ogni gesto, ogni sguardo mentre Simone si scambia complimenti con uno dei due ex colleghi di università che si erano uniti a loro quella sera. Complimenti che non erano di certo per le sue eccellenti doti nel biliardo, ma che celavano dei doppi sensi che già troppe volte avevano bussato alle orecchie di Manuel che in quel momento cercava con tutto sé stesso di non cedere.

Nel recuperare il suo telefono che squillava insistentemente dal tavolo a pochi passi da loro, poggia una mano sulla coscia del compagno, collocandosi poi dietro di lui e sussurrando "Scusame amò, me farò perdonà" per avergli fatto perdere leggermente equilibrio e di conseguenza averlo fatto steccare.

Un ghigno compiaciuto compare sul suo volto mentre rifiuta la chiamata e nota il compagno scuotere la testa nella sua direzione.
Gli piace da morire provocarlo, alludere alla sessualità in un modo velato, in un modo tutto loro che faccia trasparire anche un'intimità, aldilà del rapporto in sé, che qualcuno lì presente sa bene che pagherebbe pur di averla.

Simone riporta gli occhi sulle bilie e su Brando che non perde occasione di mostrare i suoi bicipiti scolpiti o i suoi glutei sodi. Caratteristiche fisiche senz'altro invidiabili e che, da quando si sono rinchiusi in quella sala da gioco, hanno messo a dura prova l'autostima che Manuel era riuscito a costruire negli anni passati.

Per quanto non si reputasse uno per cui perdere la testa, si riteneva quantomeno piacente e anche se il suo compagno lo elogia costantemente, il pensiero che un corpo come quello di Brando lo possa attrarre maggiormente è sempre lì, anche se ben nascosto. E questa conferma gliela dà proprio Simone che riserva al biondo uno di quegli sguardi di cui lui vorrebbe esserne l'unico proprietario.

Sbuffa istintivamente, senza ragionarci su, attirando gli occhi dei tre su di lui. "S'è fatta 'na certa, o sbaglio?" puntualizza, cercando per l'ennesima volta un modo carino per dire ai due che era ora di tornare ognuno a casa propria.

Tutti controllano l'orario: chi dallo smartphone e chi dall'orologio da polso. Tra una buca e un'altra mancavano quaranta minuti all'orario di chiusura e nonostante il giorno dopo nessuno di loro dovesse andare a lavorare, era davvero il caso di ritirarsi e mettersi in macchina per tornare a casa.

Fa lo sforzo Manuel di salutarli col sorriso stampato in faccia. Sorriso che fu veritiero solo nei confronti di Edoardo, che per quanto fosse stato sulle sue e parlato poco, sapeva quantomeno dove tenere le mani.
Stringe la mano a Brando, osservandolo poi mentre faa scivolare la mano dal collo del compagno fino all'avambraccio, spostando leggermente il colletto di quella camicia in seta che mette in mostra così la clavicola pronunciata di Simone.

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