Kereptha non è mai stata così felice nella sua giovane vita. è in attesa trepidante da almeno cinque settimane, da quando il padre Amonoth le diede la notizia. Sono attesi alla Corte del Grande Re Akremenehef Dodicesimo a Thaflereth. All'alba di domani, la giunca concluderà la navigazione lungo il Leeth e lei potrà vedere per la prima volta la grande Capitale di Urythar. Guarda le stelle sognando le meraviglie della città, l'acqua del grande fiume scorre sotto la chiglia di legno, i remi spezzano ritmicamente la tranquillità.
Non può fare a meno di domandarsi perché il padre sia stato convocato con l'intera famiglia al cospetto del sovrano. Forse il padre sarà promosso come Governatore di qualche Neghu lungo il corso più basso del fiume, più vicina alla Capitale, più civilizzata di Gherasdureth, la cittadina distante quattrocento miglia da Thaflereth, seguendo il Leeth? Oppure si tratta di lei, è per questo che è stata richiesta la presenza dell'intera famiglia? Ormai ha compiuto diciotto anni, il Grande Re vorrà prometterla in sposa a qualche dignitario della Corte o a uno dei suoi diciotto figli.
Basta che non sia un Divino. Rabbrividisce al pensiero di doversi unire a un uomo della casta dei Re Sacerdoti che governano Urythar insieme al Re.
«Vieni a dormire, figlia» la voce calda di sua madre Besthhat la fa sussultare «domani arriveremo a corte, non possiamo essere stanche».
Sorride alla madre, che ricambia serena, conducendola con una mano sulla spalla sotto al grande baldacchino del castello di poppa dove, tra cuscini di seta, dormono già il padre e i suoi cinque fratelli maggiori con le famiglie e figli. Le guardie siedono in silenzio stringendo le lunghe lance mentre gli schiavi remano o vanno avanti e indietro lungo il ponte, intenti nei loro compiti.
Adagiata sui morbidi cuscini, fatica comunque a prendere sonno, troppe emozioni contrastanti l'attraversano, ma il lento rollio e beccheggio dell'imbarcazione e la stanchezza hanno la meglio sulla sua volontà, facendola scivolare nell'oblio del sonno.
Si sveglia di soprassalto, spaventata dal suono profondo della tromba di bronzo suonata dal timoniere Tepthereth, unico uomo libero dell'equipaggio. Corre lungo il ponte, quasi fa cadere tra i rematori uno degli schiavi che sta portando una cesta piena di frutta verso il baldacchino. Raggiunge la prua, trenta passi più avanti, e abbraccia la polena scolpita in foggia di serpente.
Non crede ai suoi occhi, la Capitale è a poche miglia di distanza, abbraccia il fiume su entrambe le sponde, torri immense si alternano lungo le mura che circondano la città, entro la quale i raggi del sole che sorge a oriente fanno splendere i tetti d'oro dei templi e le cuspidi di metallo prezioso delle centinaia di obelischi all'apice dei mausolei dei Divini.
A occidente e oriente la luce riverbera sulle sabbie piatte e sconfinate del deserto, facendo risplendere ancora di più la vegetazione rigogliosa e i campi della striscia di terra fertile benedetta dal grande fiume, larga in quel punto una trentina di miglia.
Ibis e gru volano a destra e manca in stormi ordinati, tutta la natura sembra essersi svegliata con la medesima gioia nel cuore che brilla in quello di Kereptha. Torna al baldacchino a poppa, tutta la famiglia è già sveglia, siedono sui cuscini, sbocconcellando la frutta portata dagli schiavi. Nessuno parla, il silenzio è quasi solenne, rotto dalle urla del timoniere che impartisce con ferocia gli ordini agli schiavi, mentre le guardie scrutano attente l'orizzonte. Indossano le armature di cuoio e ferro, gli spallacci di cuoio hanno inciso il falco con testa di serpente della loro grande Nazione e il leone emblema della loro famiglia.
Suo padre indossa gli abiti cerimoniali di seta bianca orlata di nero, porta al collo la grande collana simbolo della sua autorità, in oro massiccio e zaffiri. La corona da governatore, un aspide attorcigliato su sé stesso che si erge con il capo a punta dalla fronte del padre riflette i raggi del sole.
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La Leonessa - Un racconto de I Signori dell'Abisso
FantasyLa giovane Kereptha, figlia diciottenne di un governatore, si appresta a vivere il giorno più bello della sua vita, sta per arrivare alla capitale Thaflereth e accedere alla Corte del Grande Re Akremenehef Dodicesimo. La sua vita è prossima a cambia...