Capitolo 1🎀

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Bianca

Quando l'estrattore mi aveva detto che ero Praticante non ci potevo credere. Da generazioni la mia famiglia era intelletta e sarei dovuta esserlo anche io.

Ci portarono tutti su un treno e mi sedetti sul primo sedile che vidi.

Una ragazza dai capelli rossi si girò verso di me
“Ehi! Io sono Alice, te come ti chiami?”
“Bianca.”

Non ero mai stata brava a fare amicizia e probabilmente non lo sarei mai stata, in più quella ragazza era talmente bella che mi sentii fuori luogo.

“Piacere Bianca, loro due sono le mie migliori amiche: Elena e Chiara!”

Indico due ragazze che sedevano davanti a noi, la prima, Elena, aveva una pelle pallida e i capelli castani a caschetto, mentre la seconda aveva la pelle molto abbronzata, il naso all'insù e gli occhi marroni, ma talmente chiari che sembravano dorati.

Erano tutte bellissime.

Elena mi guardò e mi sorrise in maniera amichevole, mentre Chiara mi squadrò da capo a piedi e non disse nulla.

Quando però si avvicinò un ragazzo cambiò tutto.

Alto, capelli neri, lentiggini e occhi color ghiaccio.

Si era proprio lui.

Quel maledetto stronzo su chinò verso Chiara e le diede un bacio sulla fronte, dovevano essere fidanzati.

Quando si accorse di me mi sorrise, come se non mi avesse fatto il torto peggiore che avesse mai potuto farmi.

Feci una smorfia e lo ignorai.

“Mattia, lei è Bianca. Vi conoscete già?”

“Sì, siamo amici di famiglia.”
Siamo?

“Eravamo.”

“Oh, Okay.”

Come poteva guardarmi dopo quello che mi aveva fatto?

***
7 anni prima
Sto festeggiando il mio compleanno ed ho appena spento le candeline.
Cerco lo sguardo del mio migliore amico, ma non lo trovo.

Mi alzo dal tavolo e vado a cercarlo.

È poco più in là, chinato su qualcosa.

Mi avvicino, ma quello che vedo non mi piace affatto.
Ha in mano il mio quaderno, quello che mi aveva regalato mia nonna.

“Mattia!”

Si gira verso di me e mi guarda.

“Come hai potuto distruggerlo!?”
Le lacrime cominciano a rigarmi le guance da bambina, corro verso di lui e glielo strappo dalle mani.

“Ma dai è solo un quaderno!”

“Non è vero! Me lo ha regalato mia nonna!”

“E ricompralo allora.”
Ride nonostante sappia che mia nonna è morta a causa di un incidente.

Riguardo il quaderno ormai distrutto e corro via, delusa da chi pensavo fosse il mio migliore amico.

***
Ci fecero scendere dal treno e quello che mi si presentò davanti mi fece provare brividi di meraviglia.

Un palazzo enorme, quasi principesco, con finestre vetrate da mosaici di ogni colore, che sarebbe stata la mia nuova casa.

Venimmo guidati all'interno di una sala e ci fecero sedere su delle panche.

“Benvenuti all'Accademia dei Praticanti! Qui imparerete ad usare e comandare i vostri poteri, ma prima dobbiamo capire quali sono!”

Il discorso della preside durò davvero tanto, ma alla fine iniziarono a chiamare ogni nuovo alunno uno ad uno, fino a quando non arrivò il mio turno.

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