Brutto presentimento

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Valentina

La nostra prima volta è stata a dir poco perfetta, nonostante fosse per entrambi una cosa nuova.
C'era amore, dolcezza e un po' di goffaggine che in qualche modo ci legava e coinvolgeva.
Dormire con il suo calore addosso, mi fa dormire sogni tranquilli ed è una cosa che non facevo da tempo. Abbiamo passato il fine settimana a casa mia ed è andato tutto liscio come l'olio tranne per una piccola parte.

*Flashback*

<<Te ne vai?>> domando mentre la bruna prepara le sue cose.
<<Eh si, mia madre non sarà felice dato che è da due giorni che sto fuori. Prevedo una bella litigata>> sbuffa sonoramente.
<<Oh.. non pensavo, scusami>>
<<Non è colpa tua, se non avessi voluto stare qui me ne sarei andata>> sorrise ed io faccio lo stesso.
<<Beh, mi chiedevo come dovremmo comportarci ora?>> domandai.
<<Niente >> afferma
<<Come?>>
<<Non voglio che si sappia nulla. Nessuno sa del mio orientamento e sinceramente neanche io, la scuola sta per finire e non mi farebbe bene essere presa di mira>>
<<Perché dovrebbero prenderti di mira? Non capisco >>
<<È così, è il mio volere per ora. Se non ti va bene dimentica tutto quello che è successo>> conclude così, lasciandomi sola in mezzo ai mille dubbi che mi ronzano in testa.

*Fine.*

Sincera? Quelle parole mi hanno fatto male e non poco, da un certo lato la capisco. Le persone sono ancora chiuse di mente e ci vuole ben poco per essere lo zimbello della società sotto lo sguardo di tutti. Sui giornali e in televisione si sentono sempre notizie di coppie picchiate o molestate per colpa del loro orientamento sessuale. Bah, nel 2024 invece di andare avanti si va indietro. E pensare che perfino gli indigeni la trovavano una cosa normale.

Entro in classe ancora un po' rintontita dal weekend frenetico passato e mi siedo al mio banco notando che Angela ancora non era arrivata. Di solito lei è sempre in anticipo e considerando che la sua macchina non è al parcheggio presuppongo che oggi salti la scuola.
Ho assolutamente bisogno di parlarle.
Afferro la giacca, lo zaino ed esco dalla classe nella speranza che nessun compagno di classe lo dica ai professori altrimenti sarò nei guai.
La chiamo al telefono per un paio di volte ma nessuna risposta così fermo il primo autobus che andava dalle sue parti e mi faccio portare sotto casa sua.
Spero solo che stia bene anche se ho un brutto presentimento. E se tutto quello che è successo non fosse nulla per lei?

Suono al citofono e dopo qualche secondo mi risponde, era la sua voce.
<<Chi è?>>
<<Angela sono io, Valentina>> rispondo.
Lei non dice niente ma so che stava ancora ascoltando.
<<Non sei venuta a scuola, mi stavo preoccupando. Volevo vedere come stai e dovrei parlarti>>
Detto questo, sento il portone di casa aprirsi e mi avvicino.
La vedo li, in piedi sulla porta con un occhio nero, una benda sul braccio ed il viso gonfio dalle lacrime.

<<Hey..>> sussurro avvicinandomi a lei.
<<Cosa è successo?>> continuo abbracciandola.
Lei ricambia e cade subito tra le mie braccia incominciando a piangere.
<<Sono con te ora.. andrà tutto bene finché ci sono io>> dico lasciandole un bacio dolce sui capelli.

Si allontana da me, mi sorride per nascondere le lacrime e mi invita ad entrare in casa.

Just like heaven// Mew&LilJolieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora