One

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- Questo potrebbe essere il piano peggiore della storia... ne sei consapevole?- dichiarò Lidya, al mio fianco, mentre ci guardavamo attorno in quella terra sconosciuta.
Io strinsi le labbra, con le dita che tamburellavano contro la gamba. - Non è il nostro piano migliore- replicai, sapendo che la rossa mia migliore amica non aveva tutti i torti.
- Moriremo di certo-.
Mi voltai a fissarla, inarcando un sopracciglio. - Lo dici come Banshee o sei solo pessimista?-.
- Lo dico come una persona che non vuole morire- rispose la ragazza, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Allora che ne dici di limitare i discorsi sulla morte solo alle previsioni da Banshee?- le domandai, sorridendole teso.
Cercavo di stare calmo, di comportarmi come facevo di solito, solo per non farmi cogliere da un nuovo attacco di panico. Ne avevo avuti molti da quando avevamo scoperto che Derek, il mio sourwolf, era scomparso. Nessun indizio, nessuna traccia. Solo i bossoli di un'arma di grosso calibro e tracce di sangue ormai rappreso. Avevano sparato a Derek...il licantropo che amavo era ferito.
Strinsi i pugni, piantandomi le unghie nella carne per riprendere il controllo dei miei pensieri. Per un attimo desiderai di possedere gli artigli, in modo da procurarmi più di un semplice bruciore. Forse il dolore fisico mi avrebbe aiutato a coprire quello che sentivo dentro.
La mano di Lidya mi si posò sulla spalla, in un gesto di conforto. Probabilmente avevo iniziato a respirare pesantemente senza rendermene conto.
Dovevo mantenere il controllo. Non potevo mostrare quanto fossi spaventato, non in quel momento, non mentre entravamo nel covo dei Calavera.
Riuscimmo a farci portare dal loro capo e seguimmo le istruzioni di Scott, utilizzando i soldi forniti dalla Yakuza, per cercare di corromperla. Cosa che non stava dando i risultati sperati.
- Sapete cos'è la luna nera?- ci domandò la donna che avevamo davanti.
Avrei voluto gridare, buttare all'aria tutto ciò che era posato sulla scrivania e gettarmi su di lei per farmi dire dov'era Derek. Ma non sarebbe stata una grande idea... soprattutto perché avevamo dei fucili puntati contro. Fu Lidya a rispondere.
-La fase lunare in cui la luna è meno visibile nel cielo-.
La donna piegò le labbra in un sorriso che mi provocò un brivido gelido lungo la schiena.
- E ne conoscete il significato?- chiese, mettendo nuovamente a dura prova i miei nervi.
Strinsi i braccioli della sedia, nel frattempo che Lidya tornava a risponderle. - Alcuni sostengono che è un momento di riflessione e cordoglio-.
L'altra annuì. - Cordoglio e perdita. Mi chiedo perché visto che tu e i tuoi amici avete subito perdite così gravi, vogliate correre dei rischi per qualcuno come Derek Hale-.
Perché Derek era il mio mondo, era l'unica persona che non avrei voluto perdere. Perché amavo il suo carattere brusco da umano e quello aggressivo del lupo. Perché Derek Hale aveva il mio cuore.
Tutto questo mi attraversò la mente, rischiando di farmi impazzire. Guardai dritto negli occhi il capo dei Calavera e dissi:
- Perché non ci piace perdere-.

Mi svegliai di soprassalto, udendo il suono acuto della sveglia, meditando seriamente di lanciarla contro al muro. Faticavo ad aprire gli occhi e un peso che ormai accompagnava ogni mio risveglio, mi schiacciava nel letto.
Avevo sognato di nuovo il viaggio in Messico, di nuovo quei maledetti giorni.
Lidya aveva visto giusto. Il piano non aveva funzionato e noi tutti avevamo quasi rischiato la vita. Ma non era stata la cosa peggiore, non per me almeno. E nemmeno scoprire che Derek non era stato preso dai Calavera, ma rinchiuso in una tomba azteca da Kate Argent, era stata la cosa peggiore. No, il peggio per me era stato rendermi conto che Derek (tornato giovane per chissà quale magia) non si ricordava di me. Non ricordava chi fossi, non ricordava il tempo passato insieme tra minacce di morte e le sue minacce di morte.
Non ricordava quello che provavo per lui. Cazzo, non ricordava nemmeno di essere gay! E questo mi spaccava il cuore nel petto. Non riuscivo più a stargli vicino, non riuscivo più a reggere i suoi sguardi sprezzanti che sentivo diversi da quelli che mi rivolgeva un tempo.
Scott e Lidya mi dicevano di stare tranquillo, perché presto Derek si sarebbe ricordato tutto. Peccato che sarebbe dovuto succedere già qualche settimana prima, quando durante l'attacco di uno dei Berserker controllati da Kate, il lupo era tornato alla sua vera età, ritrovando i suoi poteri e i suoi ricordi...che tuttavia non includevano anche me.
Mi rigirai nel letto, coprendomi la testa con uno dei cuscini per sfuggire alla luce del mattino che filtrava dalla finestra. Volevo rimanere lì, disteso sotto le coperte, inseguendo i ricordi dei suoi baci, delle sue carezze, di ogni secondo passato accanto a lui, chiudendo fuori tutto il resto.
Sapevo che non era giusto nei confronti di Scott e il resto del branco. Avevamo già tante di quelle preoccupazioni di cui occuparci: Liam e il suo piccolo problema di controllo della rabbia, Kate Argent il giaguaro mannaro, i poteri di Lidya che ancora si manifestavano senza che lei ne avesse il controllo, la Lista che stava attirando tanti, troppi, potenziali cacciatori.
Ma io riuscivo a pensare solo a Derek e alla parte smarrita di lui.
La porta della mia stanza si aprì di colpo e i passi pesanti di mio padre riecheggiarono sul pavimento.
- Svegliati Stiles!- esclamò, spalancando le tende e togliendomi le coperte, esponendo così il mio corpo all'aria fredda.
- Sai papà, una secchiata d'acqua gelida è quasi più delicata- borbottai, ranicchiandomi in posizione fetale e premendomi ancora di più il cuscino sul viso.
- Se continui così potrei utilizzarla davvero. Non permetterò che mio figlio rimanga tutto il giorno a letto, a piangersi addosso- ribatté, levando anche l'ultimo oggetto che mi separava dalla luce del sole. La realtà prese il sopravvento e strappò gli occhi di Derek dalla mia mente.
Mi misi a sedere sbuffando sonoramente e strofinandomi il viso con le mani.
- Bene. Sono sveglio- informai mio padre, mentre il mio sguardo cadeva su una foto del mio lupo che avevo scattato di nascosto, durante uno dei suoi allenamenti.
- Stiles- mi chiamò mio padre, notando la mia espressione. Si sedette accanto a me sul letto. - Non puoi continuare così e io non riesco a vederti in questo stato. Tu non sei così. Sei un ragazzo forte e pieno di coraggio. Segui la ragione, ma ancora più spesso agisci in base a ciò che ti dice il tuo istinto. Non ti sei mai arreso davanti a niente, non hai mai lasciato che i problemi ti gettassero a terra e quelle volte che è accaduto, ti sei sempre rialzato. Quando tua madre è morta, avrei dovuto essere io a spingerti ad andare avanti, invece ricordi come è andata?-.
Lo guardai, poi piegai le labbra in un sorriso spento. - Tu hai iniziato a bere, ogni sera fino a perdere praticamente i sensi, finché un giorno non ho gettato tutto il liquore che ho trovato in casa, urlandoti contro che la mamma si sarebbe vergognata di te, per come ti eri ridotto-.
- E secondo te come reagirebbe tua madre, vedendo te in questo momento?- osservò l'uomo.
Rimasi in silenzio, non sapendo come rispondere. Tornai a guardare l'immagine di Derek è riportai il pensiero alla volta in cui Deucalion e il suo branco avevano attaccato il loft, uccidendo Boyd con gli artigli di Derek. Il licantropo si era chiuso in sé stesso, nel suo dolore e io gli ero rimasto accanto, nonostante le sue proteste e i suoi ringhi.
Mio padre aveva ragione. Non potevo starmene lì, senza reagire. Dovevo parlare con Derek, ritrovare la parte che Kate gli aveva strappato.
Circa un'ora più tardi ero davanti al palazzo del licantropo, seduto nella mia jeep ad osservare le vetrate del suo loft. Il cuore martellava frenetico, tanto che temevo mi scoppiasse nel petto. Deglutii ed uscii dall'auto, dirigendomi all'ingresso. Salii le scale, aggrappandomi con tutte le forze al corrimano, per impedire a quella vocina pessimista dentro al mio cervello, di prendere il sopravvento e farmi tornare sui miei passi.
Il boato di uno sparo mi bloccò il fiato in gola. Iniziai a correre, percorrendo i gradini due a due, raggiungendo il loft di Derek. Anche senza il super olfatto di un licantropo percepii l'odore di polvere da sparo. Con dita tremanti spalancai il portone, chiamando il proprietario. Mossi un passo all'interno...e mi bloccai.
Derek era di fronte a me, a petto nudo, i muscoli ricoperti da un leggero strato di sudore e le labbra posate su quelle di Braeden.

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Angolo autrice :
Salve a tutti! Grazie mille per aver letto il prequel without time. Mi scuso se la prima parte di questa nuova fic non è movimentata, ma spero vi piaccia comunque!

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