Six- cinque anni dopo

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Stiles spalancò la porta dell'ospedale, quasi inciampando sui suoi stessi piedi. Si era spinto a correre da dove aveva frenato di colpo la macchina, fino all'ingresso e già aveva il fiato che gli pesava sulla lingua, bloccandogli le parole in gola. Si avvicinò al banco della reception, deglutendo più volte, mentre il suo cuore gli rimbombava nelle orecchie e premeva contro le costole.
- Stiles! Che ci fai qui? È successo qualcosa?-.
La voce di Melissa attirò lo sguardo del ragazzo che riuscì a pronunciare brevi parole, sconnesse e tremanti.
- Lydia... il... il bambino-.
In quell'istante la porta si aprì di nuovo e il branco di Scott al completo entrò nella sala d'attesa. Derek e Scott sorreggevano la giovane Banshee, i cui lineamenti erano distorti in una smorfia di dolore. Aveva la pelle pallida, imperlata da uno strato di sudore che le appiccicava i capelli alla fronte. Le braccia erano avvolte attorno alle spalle dei due licantropi, con le unghie curate ben piantate nella loro carne.
Melissa gridò a una delle infermiere di portarle una sedia a rotelle e corse al fianco di Lydia, non appena questa lanciò un lamento.
- Quando sono iniziate le contrazioni?- domandò al figlio.
Fu Kira, subito dietro di loro a rispondere. - Circa mezz'ora fa-.
- È troppo presto!- esclamò Stiles, passandosi nervosamente le dita tra i capelli.
La madre dell'Alpha scosse il capo, facendo sedere la rossa sulla sedia.
- Non dovete preoccuparvi. È quasi alla fine dell'ottavo mese. Il bambino ha solo deciso di uscire un po' prima. Andrà tutto bene- li rassicurò.
Senza dire altro, lasciò il gruppo nella sala d'attesa e spinse rapidamente Lydia verso la parte più interna dell'ospedale.
Tutti presero posto nelle scomode sedie di plastica, mentre l'unico umano del branco iniziò a camminare su e giù continuando a ripetere che era troppo presto, che qualcosa non andava, che ci stavano mettendo troppo. Nessuno dei compagni trovò la volontà di fargli notare che un neonato non nasceva nel giro di un minuto, sapevano tutti che non sarebbe servito. Cercare di calmare lo stato d'ansia di Stiles era come tentare  di porre fine ad un terremoto.
Un'ora più tardi, quella che doveva essere l'ostetrica, li raggiunse. Stiles immediatamente si bloccò, osservando la donna quasi con terrore.
- Il bambino sta per nascere. Il padre può entrare in sala parto. Chi è di voi?- domandò lei.
Lo sguardo di tutti i ragazzi si spostò su Derek che si alzò lentamente in piedi, gli occhi verdi e seri fissi sulla donna.
- Sono io- dichiarò.

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ANGOLO AUTRICE:
E dopo una vita, finalmente sono riuscita a riscrivere questo capitolo! Scusatemi tanto per l'attesa! 😅

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