Four

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Mandai giù l'ennesimo sorso di birra, gli occhi puntati sul bancone di legno del locale, non osservando nulla di preciso.
Scott, accanto a me, continuava a guardare il cellulare, controllando i messaggi di Kira. Quella sera avrebbero avuto il loro primo appuntamento ufficiale... anche se in realtà si sarebbero visti a casa dell'Alpha. Con tutto quello che stava succedendo avevano deciso di staccare la spina, almeno per qualche ora.
Lo stesso motivo per cui io ero lì, con una bottiglia di birra tra le mani e un cervello che tentavo di spegnere. Fino a quel momento l'unico risultato era stato rendere i miei pensieri leggeri e sfuggenti, ma erano ancora lì e non accennavano ad andarsene.
- Ho rischiato di morire... Lydia ha rischiato di essere uccisa... ho rischiato di morire!- affermai, finendo la bottiglia. L'ultimo sorso scese amaro.
Scott mi guardò confuso.
- Anche l'anno scorso, quando il Nogitsune ha lasciato il tuo corpo, stavi per fare una brutta fine- mi fece notare.
- Sì... ma non così! Il Nogitsune mi stava uccidendo lentamente e dopo quello che mi aveva fatto fare, ero pronto ad affrontare la morte. Avevo lottato, lo avevo affrontato a testa alta! Questa volta invece...- gli risposi.
Invece sentivo che era diverso. Avevo visto Brunski riempire quella siringa, avevo visto la luce omicida nei suoi occhi e avevo avuto paura. Come Scott mi aveva fatto notare, non era la prima volta che la mia vita veniva messa a rischio, ma essendo l'unico umano in un branco di creature sovrannaturali, avevo messo in conto già da tempo i pericoli che potevo correre. Quello che non avevo calcolato erano i sentimenti che Derek mi aveva confessato, le promesse d'amore che ci eravamo scambiati. Promesse e parole che il sourwolf non rimembrava. Era quello il motivo per cui il terrore mi aveva attraversato il corpo, trovandomi faccia a faccia con la morte. Derek... lui e tutte quelle cose che non gli avevo detto, soprattutto dopo averlo visto con Braeden.
Per quanto dolore stessi provando, per quanto il vuoto in me fosse tanto profondo da avermi fatto credere che la morte non sarebbe stata altro che un sollievo, non potevo lasciare che la mia vita si concludesse così.
Sbattei la bottiglia vuota sul bancone, facendo sobbalzare Scott e attirando gli sguardi di alcuni dei clienti che avevamo accanto. Mi alzai, lasciando un paio di banconote per pagare e poi mi diressi verso l'uscita del bar.
- Stiles! Dove vai?- esclamò Scott, venendomi dietro e affiancandomi nel parcheggio.
- Ho delle questioni da risolvere- gli risposi, estraendo le chiavi della jeep dalla tasca.
Il mio migliore amico mi fissò con gli occhi sgranati, ma non mi chiese altro, scoraggiato dalla mia espressione determinata. Partii e imboccai la strada principale a tutta velocità. Scott avrebbe potuto dirmi qualunque cosa, avrebbe potuto anche impormi un ordine da Alpha, ma non mi sarei fermato. Nella mia mente c'era un unico obbiettivo.
Pochi minuti dopo, mi ritrovai a spalancare il portone in ferro del loft, senza bussare. Il mio cuore saltò un battito per l'ansia di trovarmi davanti una scena peggiore di quella dell'ultima volta che vi avevo messo piede. Tuttavia l'ingresso era occupato solo dal divano in pelle nera e da un tavolo, con sopra varie armi da fuoco. Un suono di passi familiare, mi fece voltare verso le scale a chiocciola, accelerando il mio battito cardiaco e chiudendomi la gola. Le iridi verdi di Derek mi scrutarono dall'alto in basso e la sua mascella si irrigidì.
- Stiles, non era il caso di bussare?- mi domandò, con espressione imperturbabile.
Una parte di me vedendolo, iniziò a tremare e se non fosse stato per gli ultimi avvenimenti, avrei battuto in ritirata, intimorito dal lupo che si celava dietro ai suoi occhi. Invece ricambiai il suo sguardo, posseduto improvvisamente da una rabbia cieca.
- Perché? Ho forse disturbato te e Braeden in uno dei vostri "allenamenti"- chiesi, pronunciando l'ultima parola come se fosse un insulto.
Derek sollevò un sopracciglio. - Stai insinuando qualcosa, per caso? Perché anche se fosse accaduto qualcosa tra me e lei, cosa che non è, non trovo che siano comunque affari tuoi- replicò.
- Ah, quindi l'altra volta cosa è successo? E' inciampata contro le tue labbra?- dissi, stringendo le dita a pugno per tentare di controllare la marea di insulti che avrei voluto rivolgere alla mercenaria, anche se non era presente.
Il licantropo fece vibrare un ringhio in gola. - Quel bacio è stato... un gioco. Tentava di distrarmi-.
Una risata amara mi sfuggì dalle labbra. - Un gioco? Sul serio? A me sembrava tutto tranne che quello... oh, aspetta! Probabilmente è un gioco che le hanno insegnato a un corso di sopravvivenza! Come condividere l'aria quando ci si ritrova in uno spazio angusto!-.
- Vattene Stiles. Io non ho nessun motivo per dovermi giustificare con un ragazzino- disse, tornando a voltarsi verso le scale, ponendo fine alla discussione.
Io scattai in avanti e lo afferrai per una spalla, facendolo voltare. - Sai che ti dico Derek? Vaffanculo!- gridai e lo spintonai indietro. - Non ti sopporto più! Io stavo benissimo prima di conoscerti! Magari non ero felice e non ero esattamente una persona popolare, anzi ammetto che ero un po' uno sfigato che per avere una qualche emozione, andava a scovare cadaveri nei boschi. Ma prima di incontrare te e il tuo caro zietto sociopatico, mi andava bene così! Avevo una vita normale, tranquilla e soprattutto non rischiavo di essere ucciso da lupi mannari con manie di grandezza, o spettri oscuri! Perciò... va a farti fottere sourwolf!-.
Il ragazzo rimase in silenzio, a fissarmi con la faccia di uno che avrebbe voluto strangolarmi per aver osato parlargli a quel modo.
- Sei uno stronzo- mormorai ancora. Poi all'improvviso, lo afferrai per il collo della maglia, attirandolo a me. E lo baciai.
Percepii i muscoli di Derek tendersi, mentre le sue mani mi artigliavano le braccia. Strinsi le palpebre, pronto per il colpo che il lupo mi avrebbe tirato, rimanendo però con le labbra posate sulle sue. Ma la sua reazione non arrivò. Rimase fermo, mantenendo la sua bocca a contatto con la mia, senza tirarsi indietro. Una sua mano scivolò dietro la mia nuca e mi spinse la testa contro la sua, approfondendo il bacio.
Con il cuore che riprese a battere forte, mossi le labbra sulle sue, lasciandomi sfuggire un sospiro di gratitudine. Da troppo anelavo quel contatto che temevo non avrei più sentito. Con le dita gli percorsi le linee dei muscoli robusti del petto da sopra la maglia nera e aderente, scendendo lungo gli addominali scolpiti, fino al bordo del tessuto.
All'improvviso il ragazzo mi allontanò, spostando il volto di lato e riducendo le labbra ad una linea sottile. - Smettila... e vattene- ringhiò, facendo ricadere le braccia lungo i fianchi.
Un sorriso divertito mi comparve sul volto. - Non sei un Alpha e io non sono un licantropo... non obbedisco ai tuoi ordini. E puoi anche aprirmi in due la gola coi denti... per questo-.
Rapidamente tornai a premere la mia bocca contro alla sua, bloccandogli i polsi per impedirgli di cacciarmi di nuovo. Mossi i fianchi in avanti e con soddisfazione percepii il suo corpo reagire al mio. Con la punta della lingua tracciai il contorno delle sue labbra che involontariamente si dischiusero, liberando un leggero sospiro, mischiato ad un altro ringhio per niente convinto.
Non mi bastava. Non mi sarei accontentato... volevo fare impazzire dal piacere il mio sourwolf, come lui aveva fatto impazzire me per il dolore.
Con un movimento fulmineo, strappai letteralmente in due la maglia del ragazzo, rivelando la parte superiore del suo corpo scultoreo. Spostai le labbra lungo il mento, poi scesi lungo il collo, leccando il lembo di pelle calda sotto l'orecchio, ignorando le sue proteste. Gli lasciai andare i polsi per far scorrere le mani lungo il suo petto, sfiorandogli i capezzoli che subito reagirono facendosi turgidi.
- S-Stiles... - ansimò a denti stretti, mentre spingeva i suoi fianchi addosso a me.
Io gli lanciai uno sguardo acceso da sotto le ciglia, sogghignando, intanto che facevo scendere le dita sempre più in basso, per arrivare al bottone dei suoi pantaloni. Lo slacciai, abbassando anche la cerniera, mentre lasciavo una scia di baci umidi lungo i pettorali e l'addome, mettendomi in ginocchio davanti a lui.
- Fermati- protestò, mostrandomi i denti, ma invece che ascoltarlo gli abbassai i jeans e i boxer, liberando il suo membro duro e lungo.
Il calore affluiva attraverso le mie vene, facendo tremare il mio corpo per il desiderio e togliendo lucidità alla mia mente. Leccai la punta del membro di Derek, poi la feci scorrere lungo tutta la lunghezza, mentre con una mano presi a massaggiare piano la base, provocandogli un altro gemito, questa volta più forte.
Lentamente feci scivolare la mia bocca attorno alla sua eccitazione, premendo con la lingua nei punti più sensibili. Arrivai fino a metà, poi risalii, torturando la parte alta con movimenti circolari, dando dei leggeri morsi. Tornai a scendere, prendendolo di nuovo in bocca, mentre percepivo il mio membro iniziare a premere contro il tessuto dei miei boxer. Succhiai adagio, iniziando a muovere il capo avanti e indietro, prima senza fretta, poi aumentando il ritmo, dalla base alla punta, gemendo ogni tanto.
Le dita di Derek si intrecciarono ai miei capelli, intanto che lasciava cadere la testa indietro, socchiudendo le labbra per liberare gli ansimi che gli spezzavano il fiato.
D'un tratto mi ritrovai steso a terra, con Derek sopra di me e le sue labbra che divoravano avide le mie. Il licantropo mi sollevò la maglia e prese a leccare un mio capezzolo, stringendolo poi tra i denti, accendendo scosse ardenti di piacere che mi pizzicavano la carne, liberandosi tra i miei gemiti sommessi. Gli passai le dita sulla schiena, mentre lui toglieva di torno gli indumenti tra i nostri corpi. Tornò a baciarmi, infilando la lingua tra le mie labbra e afferrando il mio membro rigido. Vi chiuse attorno le dita, imitando il movimento che aveva fatto la mia bocca attorno al suo, che in quel momento sfregava contro la mia pancia.
Derek mi allargò le gambe, portandomi le sue dita alle labbra. Le leccai e le succhiai, bagnadole, incatenando le mie iridi marroni a quelle verdi di lui.
Sollevai il mento quando prese stuzzicarmi con i polpastrelli umidi, inarcando la schiena nel momento in cui ne infilò uno in me.
Poi sfregò la punta della sua eccitazione, sostituendola alle dita e con un movimento lento ma deciso, mi penetrò.
Gridai forte, sentendo quel solito bruciore diffondersi attorno a quel punto.
Derek diede una spinta, facendo aumentare per un istante il dolore. Mi morsi il labbro inferiore, respirando a tratti, seguito il movimento del suo bacino. Il ragazzo si chinò su di me e prese a leccarmi il collo, tormentando nel frattempo i miei capezzolo con le dita, stringendoli e tirandoli, facendolo nascere nuove scosse di piacere che si unirono al fastidio delle sue spinte. Poi il calore aumentò, sovraatando ogni altra sensazione, ogni altro pensiero.
Derek prese a spingere con più vigore, incitato dagli ansimi che erompevano dalla mia gola. Mi afferrò per la vita, mordendomi il collo e affondando in me sempre più velocemente. Il profumo della sua pelle, un misto tra il dopobarba e il selvatico dei boschi, mi circondava, attaccandosi ad ogni cellula del mio corpo. Seguii l'andatura dei suoi fianchi, spingendo in avanti i miei.
Poi lui uscì da me, causandomi un lamento di protesta. Le sue labbra si piegarono in un ghigno e una luce selvaggia gli illuminò lo sguardo.
- Oddio... - mormorai con un fremito di eccitazione e paura.
Derek rientrò in me con forza, iniziando a penetrarmi con movimenti secchi e veloci, tanto che la mia schiena sbatteva contro il pavimento.
Presi a gemere e ansimare, aggrappandomi alle sue spalle con le mani e stringendogli i fianchi con le gambe. Con la bocca scese lungo il mio petto, catturando un capezzolo con i denti, mordendolo, mentre il ritmo delle sue spinte si faceva frenetico.
- Derek- gemetti, posando le labbra nell'incavo del suo collo per soffocare gli ansimi.
Il mio corpo bruciava, consumato dalle fiamme di godimento che il mio sourwolf mi stava provocando. Era un calore quasi insopportabile.
Poi le sue dita afferrarono il mio membro e vi scicovolarono sopra, stringendo la punta.
- Vieni- ordinò con la voce spezzata dagli ansimi, incollando le labbra al mio orecchio.
Strinsi i denti, mentre il mio piacere raggiungeva il culmine. Gridai il suo nome, guidato dall'orgasmo e rilasciando il mio liquido contro la sua mano.
Di nuovo i suoi denti mi affondarono nella carne del collo, intanto che con un ultima e poderosa spinta, il ragazzo veniva, riempiendomi con il suo seme caldo e denso.
Derek uscì piano, lasciandosi poi cadere al mio fianco con un sospiro. Entrambi avevamo il fiato corto e la nostra pelle era madida di sudore. Un sorriso mi comparve sulle labbra, mentre mi voltavo per guardare il mio lupo.
- Era da tanto che aspettavo questo... e che ti ricordassi finalmente...- dissi, sollevandomi sui gomiti.
Lui mi fissò con un'espressione indecifrabile, poi si alzò, raccogliendo i suoi vestiti e infilandoseli.
- È meglio che tu vada ora...- asserì.
Il sorriso si spense. - Che...-.
- Braeden sta per tornare...- disse come se spiegasse ogni cosa.
Quelle parole mi colpirono come un pugno dritto in faccia, spezzandomi il respiro e il cuore più in profondità.
- Ancora non ricordi... - mormorai, con voce spenta.
Chi volevo prendere in giro? Perché continuavo a sperarci? Derek non si sarebbe ricordato di quello che provava per me semplicemente perché non era mai esistito nulla.
Mi rialzai e mi rivestii senza più riuscire a guardarlo, desiderando di strapparmi di dosso il suo dannato profumo e tagliare la carne per raggiungere i pezzi del mio cuore spezzato.
- Me ne vado- dissi, passandogli accanto con gli occhi piantati sul pavimento.
Una sua mano mi bloccò per il polso nell'esatto istante in cui il portone si apriva e il mio cellulare iniziava a squillare.
- Che succede?- domandò la mercenaria, entrando e fissandoci con un sopracciglio sollevato, mentre io rispondevo alla chiamata.
- Ciao Malia... scusa ma questo non...-.
- Abbiamo un problema. Scott e Kira sono stati presi da Kate. Lidya crede che gli abbia portati a la Iglesia!- mi interruppe lei, parlando velocemente.
- Merda- sussurrai, chiudendo la chiamata.
- Cosa è successo?- mi domandò Derek che ancora teneva la mano attorno al mio polso.
Lo fissai duramente. - Dobbiamo andare in Messico. La tua ex fiamma giaguaro mannaro ha rapito Scott e Kira. Credevo avessi sentito con il tuo super udito- gli risposi.
Derek lasciò la presa, mentre Braeden preparava varie armi di grosso calibro dentro ad un borsone.
- Diglielo Derek- disse.
Il ragazzo incatenò gli occhi ai miei. - Non ho più alcun potere, Stiles. Non sono più un lupo mannaro-.

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