t h r e e

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La mattina dopo il sogno, consisteva nel far scendere rapidamente l'acqua calda della mia doccia sulla mia testa. Mi morsi la mia mano, per mantenere i gemiti all'interno delle pareti vaporose del bagno.

Dopo indossai il mio maglione bianco preferito e un paio di skinny jeans a vita alta che una delle mie amiche, Kelly, mi ha suggerito di acquistare a causa della loro "popolarità" nel mio liceo, o come mi piace chiamarlo, la fossa dell'inferno in cui dovevo essere imprigionata per quattro anni.

Vedete, io non ho un migliore amico. Solo amici e conoscenti che ho visto lungo il corridoio qua e là. Ma questo è quello che mi piaceva, questo mi sta bene. Cosa importava comunque? Non è che avrei visto qualcuno di loro dopo la laurea.

Spinsi i miei pensieri inutili distanti, mentre guardavo dallo specchietto retrovisore dell'auto di Luke mentre guidava lungo la strada trafficata che conduce verso la mia scuola che dalle dimensioni somiglia letteralmente a un carcere.

Ma tenni gli occhi sulla strada, senza osare guardare l'uomo su cui ho avuto sogni sporchi.

Ma la mia mente era inarrestabile tanto che mantenne il sogno vivo e chiaro come se era reale. Tenni la mia immaginazione calda immaginando Luke soffiare sulla mia faccia e sul mio collo, mi causò a gemere la parola "papino", che ho sentito utilizzare sensualmente nei porno.

Il ricordo mi aveva fatto venire il fiatone senza che lui si muovesse dal sedile di pelle. Mi aveva anche sconvolto, per i sogni che non sono reali. Non possono mai essere reali.

"Buona giornata, Win." Luke disse freddo con gli occhi stanchi e uno sbadiglio subito dopo, aprì la porta del suo pick-up rosso e saltò fuori, sul cemento, dove centinaia di studenti stavano già inondando l'entrata. Gemetti mentalmente mentre mi passai una mano fra i miei capelli marrone-neri prima di guardare in alto verso Luke e aspettare il suo arrivederci.

"Win, per quanto riguarda il macbook portatile, ti posso aiutare se ti interessa quando arrivi a casa in modo che puoi studiare correttamente." Sorrise mentre alzai gli occhi.

"Già, come se studiare sarà quello che farò-" Mi fermai a metà frase mentre lui alzava le sopracciglia, e presi ciò come un suggermento, facendo un evidente sorriso falso dipinto sul mio volto. "Volevo dire, sì papino, grazie papino."

"Brava ragazza." Sentì il calore salirmi sulle guance come le parole uscirono dalla sua bocca, girai la testa prima che lo potesse notare.

Perché solo ora mi sentivo in questo modo nei suoi confronti? Voglio dire, l'ho sempre trovato attraente, ma ora ero sessualmente frustata quando lui mi stava intorno, strinsi i pugni.

Era un sogno? -Certo che lo era, urlò la mia voce interiore in discussione prima di chiudere la portiera del passeggero con il minimo rumore possibile, perché Luke odiava quando la sbattevo forte.

La mia testa si girò di lato quando riscontrai un suono famigliare che risuonò al mio fianco, è stato Calum Hood, un ragazzo con grossi occhiali neri e capelli neri pettinati alla perfezione. Non era il più popolare della scuola, ma era un buon amico abbastanza divertente da tenere intorno.

"Ehi Winnie, speravo di incontrati prima della prima ora." Sorrise, un sorriso genuino e spinse gli occhiali verso l'alto sul ponte del suo naso quando caddero giù come li aveva sempre.

Avrei voluto dirgli che erano leggermente più grandi della sua stessa faccia, ma lui sembrava amarli nonostante quello che la gente pensava o dicevano alle sue spalle. Ma andava bene, pensavo che era carino.

Girai la testa indietro verso Luke e notai che non era ancora partito, vidi come abbassò il finestrino e la sua bocca mimò le parole ti voglio bene prima di passare lo sguardo da me a Calum.

Il suo sorriso cadde, e si allontanò lungo la strada trafficata, senza un'altra parola o un altro sguardo verso di me.

Calum ridacchiò se stesso, come vide la parte posteriore del camion andare lontano, lontano fino a quando non fu più in vista, rimase con le labbra socchiuse.

"È il tuo fidanzato?" Chiese e mi voltai verso lui con l'aspettativa di vedere un'espressione scherzosa sulla sua faccia, ma sembrava così serio come lo era, e per questo mi ritrovai a ridere sommersamente alla sua domanda.

"No," esitai a spingere indietro nella mia testa il sogno e forzai un sorriso sul mio volto. "Questo è il mio patrigno."

-

Sono stata in questo liceo per tre anni fino ad ora, e questo è il quarto e ultimo. Ora, come uno studente di ultimo anno ci si aspetterebbe che io sia orgogliosa e piena di spirito per la scuola, che si unisce ai club e frequenta raduni e partite di calcio e no.

Ma onestamente, anche se so che dovrei, non mi curo di ciò che ha a che fare con questa scuola tranne per i voti. Che a malincuore sono bassi.

"Un portatile Apple?" Calum chiede con gli occhi spalancati mentre masticava una patatina fritta in bocca. Annuii in risposta.

"Sì, ci credi? Quelle cose sono così costose." Gli dissi e presi un morso della mia pepita di pollo che era sorprendemente buona rispetto alla maggior parte del cibo servito qui.

"Già, sorprendete, non è tuo padre che seve ancora pagare la retta del collage?" Calum scherzò, rise di se stesso quando colpì leggermente la sua spalla, mentre mi unì alla sua risata.

"Perché ridi Calum? Forse ti sei guardato di nuovo allo specchio?" Girammo la testa per vedere il buco del culo della scuola, anche conosciuto come Michael Clifford che ci fissava con il suo gruppo di lecca culo dietro di lui come cuccioli smarriti.

Calum guardò verso il basso fino ad arrivare al suo vassoio, provocando agli occhiali di scivolare dal ponte del suo naso, come gli aveva sempre portati.

"Vaffanculo Michael." Mormorai con leggerezza, non viene utilizzato per chiamare la gente fuori, ma al momento non lo curavano per la sua voglia di diventare punk. Bambino con i capelli tinti di rosa.

Ridacchiò fra sè e mise le sue grandi mani in tasca prima di avvicinarsi a me tanto che potevo sentire il suo respiro caldo sulla mia guancia.

"Vai a piangere da tuo padre per questo." Michael sputò e alzò gli occhi prima di andare via a grandi passi con i suoi amici che lo seguivano a ruota.

E proprio mentre stava fuori dalla mia vista, combattevo per tirare indietro un sorriso inaspettato.

* * *

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