PROLOGO

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I miei piedi sbattevano sul pavimento di legno mentre giocavo con Tracy, la mia bambola preferita. La mia piccola casa era piena di risate e gioia, grazie alla presenza della mia mamma accanto a me. I suoi occhi brillavano di felicità mentre sorrideva, ma quel momento di serenità fu interrotto bruscamente dal suono spaventoso dei colpi alla porta.

La bambola mi cadde dalle mani e il cuore iniziò a battere selvaggiamente nel petto. Mi voltai immediatamente verso la mamma: si irrigidì, gli occhi spalancati dalla paura.

«Mammina?» la chiamai, avvicinandomi. La porta tremava sotto gli urti disperati, accompagnati da urla e tentativi frenetici di aprire la serratura.

Le mie mani afferrarono il lembo del vestito della mamma come se fosse l'unica cosa che potesse tenermi ancorata alla realtà.

«Mammina, cosa sta succedendo?» chiesi con voce tremante, il terrore che bloccava ogni parola.

La mamma mi guardò, cercando di mantenere la calma nonostante il terrore dipinto nei suoi occhi.

«Stai con me, tesoro.» disse con voce esitante, cercando di trasmettermi sicurezza. «Va tutto bene, tranquilla.»

Ma la porta continuava a vibrare sotto l'assalto, ed io sentivo il suono assordante tintinnare nelle mie orecchie come un grido disperato. Il terrore stringeva il mio cuore, rendendo difficile persino respirare mentre l'ansia mi avvolgeva in un abbraccio opprimente.

La mamma prese il mio viso tra le sue mani, gli occhi fissi nei miei con un misto di determinazione e paura.

«Devi ascoltarmi attentamente» disse con voce ferma, ma io potevo sentire la sua voce tremolare leggermente.

«Salta dalla finestra della tua camera e corri fino a casa degli zii. Non guardarti indietro, non fermarti per nessun motivo al mondo.»

Le sue parole echeggiarono nella mia mente mentre correvamo verso la mia stanza. Ogni passo era accompagnato da un battito frenetico del cuore, i miei pensieri si agitavano come foglie spazzate via dal vento. Aprì la finestra, il vento freddo della notte ci colpì mentre mi calavo giù, aggrappandomi alla ringhiera con tutte le mie forze.

Il vento sferzava il mio viso, le lacrime si mescolavano con la pioggia che cadeva leggera. Ma nonostante la paura che mi stringeva, continuai a correre con gli occhi fissi sulle luci che indicavano la strada verso casa degli zii.  Le urla della mamma risuonavano nella mia mente, ma mi sforzavo di ignorarle, concentrandomi solo sulle mie gambe che mi portavano sempre più lontano.

Quando finalmente raggiunsi la casa degli zii, mi lasciai cadere sulla porta, con il fiato corto e le lacrime che rigavano il mio viso. La zia Meredith aprì la porta e mi abbracciò forte, come se sapesse già cosa fosse successo.

«Andrà tutto bene, tesoro.» sussurrò dolcemente, accarezzandomi i capelli

«Siamo qui per te.»

Mi aggrappai a quelle parole, cercando conforto nel calore dell'abbraccio della zia mentre il terrore dei momenti passati continuava a bruciare nel mio petto.

ELYSIA: ALLA RICERCA DELLA VERITÀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora