We both know we can't go without it

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ATHENA

Percorro velocemente l'hall del palazzo per dirigermi verso l'ascensore, questi tacchi mi stanno letteralmente uccidendo i piedi. Nel momento in cui clicco il pulsante per salire all'ultimo piano del mio appartamento, sento il telefono squillare.

"- Athena sono riuscita ad ottenere i posti in seconda fila! Devi muoverti, qui è davvero stupendo! -" immagino che il teatro sia pieno visto il vociare che sento di sottofondo,

"- Artemis ho avuto un piccolo imprevisto, credo che mi perderò le presentazioni. -" la sento litigare in sottofondo con una signora che voleva sedersi al posto affianco al suo,

"- Scusami un secondo Athena, -"mi viene da ridere al solo pensiero che lei stia litigando con qualcuno per dei posti, "- SENTA NON E' IL SUO POSTO QUINDI SPOSTI IL SUO SEDERE DA LI'! -" dal tono della sua voce deduco che questa signora è proprio maleducata,

"- Io sono arrivata a casa. Tempo di farmi una doccia, rendermi presentabile e sono subito da te -" le dico mentre apro la porta, Bonnie mi corre incontro rimanendo con le zampe incastrate nel vestito di paillette, lo libero delicatamente,

"- Tranquilla, due minuti fa hanno annunciato che uno degli illusionisti farà ritardo a causa di un malfunzionamento tecnico con il suo numero, per cui hanno deciso di rimandarli per tutti. -" tiro un sospiro di sollievo,

"- Perfetto, corro altrimenti non li vedrò. -" abbandono il telefono sul comodino e mi butto nella doccia. L'odore di cloro che evapora nel momento in cui entra a contatto con la mia pelle, fa scorrere davanti a me tutti i momenti al "finto" gala; come un filmino. Ora non ho tempo di guardarlo. Passo allo shampoo nella speranza che svaniscano questi flashback improvvisi. Stranamente il vapore ha un'odore così diverso, magari è il nuovo bagnoschiuma che ho comprato.

Dopo circa mezz'ora sono già sul letto, in accappatoio, ad asciugarmi i capelli. Fisso la cabina armadio aperta, in cerca di un outfit da indossare. Non era previsto che tornassi fradicia a casa, quindi questa è una specie di situazione di emergenza. Scelgo di indossare un vestito lungo di raso con la schiena scoperta color blu notte, abbinati un paio di tacchi smeraldo, i capelli li lascerò sciolti. Mentre la piastra si scalda, apro il mio laptop e riprendo a scrivere.

Sono mesi che combatto con il blocco dello scrittore, ma dopo aver visto quel mezzo trucchetto dei maghi a Times Square ho sentito l'impulso di continuare a scrivere. Certo, non è più in discesa come prima, quindi questa è una piccola vittoria per un grande traguardo.

Appena la piastra si è scaldata applico il termoprotettore e incomincio a fare la piega. Ci metto relativamente poco e dopo un make up semplice e un'ultima sistemata ai capelli, vestita, sono pronta ad uscire. Torno nel corridoio per prendere il telefono e trovo su di esso la carta dei tarocchi...

Non l'ho lasciata lì l'ultima volta. Corro di nuovo in camera, apro violentemente la cabina armadio e tiro fuori il giacchetto. All'interno della tasca laterale destra, trovo la stessa carta che era poggiata sul telefono. Ok, sto impazzendo... torno al comodino e la carta non c'è più... inizio a provare i brividi, sudo freddo, i battiti del mio cuore iniziano ad accelerare, non è possibile... stringo la carta tra le mani come se "La Papessa" potesse parlarmi e dirmi come si è smaterializzata e materializzata in due posti completamente diversi. Sono davvero sola a casa?

Il telefono squilla di nuovo; lo schermo illumina una piccolo porzione del buio intorno a me. Sono talmente terrorizzata che non riesco nemmeno a toccarlo. E' tutta fantasia... non c'è nessuno qui...

Traggo un profondo respiro, mi infilo il cappotto, prendo il telefono e la carta. Do da mangiare a Bonnie e con un masso sullo stomaco mi dirigo verso l'ascensore per andarmene.

MAGIC- non tutto ciò che vedi è realtà.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora