Now I'm the villain inside of your story

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NICHOLAS

La vedo scendere elegantemente dai gradini in mezzo agli spalti delle poltrone; ogni suo passo è calibrato alla perfezione, elegante e sensuale. Indossa il vestito rosso che le ho regalato, le sta una meraviglia. Mi dimentico persino di respirare di fronte alla sua bellezza. I lunghi capelli neri ondeggiano ad ogni suo movimento, come se avessero  un'identità propria. Se Athena fosse un oggetto, probabilmente sarebbe una rosa, così bella ma le cui spine potrebbero farti molto male. 

"- Ho ricevuto il tuo bigliettino. -" dice, prima di lanciarmelo tra le mani. Lo prendo al volo e lo accartoccio in un pugno prima di inserirlo nella tasca.  

Mi alzo dalla sedia e porto le mani dietro la schiena; non è il momento di confessarle che ho ucciso un uomo.

La vedo fermarsi di fronte alla cella, dove l'acqua non è più così limpida. La sua espressione è indecifrabile; un misto tra terrore e rabbia. Tento di avvicinarmi ma lei si ritrae dal mio tocco, così non mi rimane altro che guardarla da lontano; gli occhi da cerbiatta sono incorniciati dalle lunghe ciglia nere, il corsetto del vestito risalta il suo seno e le spalle non eccessivamente larghe, le labbra sono tinte di un rosso più scuro rispetto a quello del vestito, stringo il pugno di fronte all'istinto di baciarla e di sbavarle tutto il rossetto. 

"- Athena. -" provo a dirle, le parole mi si bloccano in gola. Non mi pento di quello che ho fatto, anzi, sono deluso di non aver fatto di peggio.

"- Sei un mostro, Nicholas. -" sento la sua voce spezzarsi a causa del pianto.  I suoi meravigliosi occhi sono due pozze piene di lacrime. Chiamarmi "mostro", fa più male di quanto pensassi.

"- Mostro, è quel ragazzo che ha installato telecamere per tutta casa tua e- -" Lucifer Morningstar è peggio di un mostro, forse se gli ricordo tutto quello che ha fatto, la mia Athena si renderà conto della tossicità di quella persona,

"- BASTA! -" urla, la sua voce riecheggia tra le pareti di questo teatro. Si avvicina, infuriata, le lacrime le bagnano il decolté, ed io sono costretto a mordermi la guancia per reprimere la voglia di strapparle il vestito. "- SONO PERFETTAMENTE CONSAPEVOLE DELLE TELECAMERE, LE HO FATTE HACKERARE AD ARTEMIS PER VENIRE DA TE! -" il suo petto si alza e si abbassa in modo irregolare, la guardo senza lasciar trasparire nessuna emozione. 

"- Athena, sai chi è l'uomo là dentro? -" le domando con tutta la calma del mondo; potrebbe avere un crollo emotivo da un momento ad un altro. Il suo labbro inferiore trema, come se volesse dirmi qualcosa, ma si limitasse a versare le parole sotto forma di lacrime; ed io la capisco, perché troppe volte mi sono sentito come lei.

"- Sì, lo so. Peccato, che non so chi sia la persona che ho davanti a me. -" vorrei macchiarmi di bugie e fingere di essere innocente, eppure resto in silenzio.

"- Io Athena, ho fatto ciò che è giusto. -" mi avvicino cautamente, 

"- QUESTA NON E' GIUSTIZIA, NICHOLAS! CI AVREBBE PENSATO LA LEGGE! -" urla come se mi stesse rimproverando,

"- Oh ma per favore, Athena! -" questa situazione sta diventando ridicola, come può essere così cieca di fronte alla verità,

"-  Dimmi che non l'hai ucciso, dimmi che quello che vedo è solo un'illusione. -" si avvicina con occhi speranzosi, e mi chiedo se lei vuole sentire la verità; se sarebbe pronta a subire un altro colpo basso. No, quell'uomo non è ancora vivo, Athena guardalo, cazzo. Il mio sguardo si proietta sul pavimento, incapace di riuscire a dirle ciò che vuole sentire.

MAGIC- non tutto ciò che vedi è realtà.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora