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"È follia per la pecora
parlare di pace con il lupo."
Thomas Fuller

I ragazzi mi bloccano ogni via d'uscita, qualsiasi passo io faccia le loro ombre mi nascondono nel loro buio
"Hai intenzione di entrare o ti devo coricare su una spalla? " La voce di Edo mi trafigge come una lama, mi hanno teso una trappola, ed io, come una scema, ci sono caduta in piedi.
Cerco di fare il primo passo, mi sento una lumaca circondata da mille piedi umani che vogliono schiacciarmi, è una sensazione orribile. Mi sento indifesa e sono ormai sotto pressione. Cerco di muovere le gambe ancora ma riesco a fare solo un altro piccolo passo.
Sono una preda, anzi, sono la loro preda e se prima volevo sentirmi addosso tutta la loro attenzione adesso sono spaventata nell' esser riuscita ad averla.
Davanti a me ho la porta d'entrata che mostra, a sua volta, la porta della camera matrimoniale totalmente spalancata. L'ultimo barlume di adrenalina si addentra dentro il mio stomaco come un povero cucciolo che si è perso nel buio e se da una parte sono decisa a camminare a piccoli passi dall' altra mi sento euforica nel tentare una corsa verso quella che potrebbe essere un' altra gabbia mortale.
Cerco di non dare a vedere il mio nervosismo e, nonostante il timore di ciò che potrebbe succedere, decido di regalare a quel cucciolo disperso dentro di me un po' di luce, anche se questa sarà fioca.
Alzo le spalle e mi faccio forza " non ho bisogno di un passaggio, riesco benissimo da sola ad entrare in casa, anzi, potete starmi dietro se preferite " tendo la corda del violino, aspettando la nota mancante, allungo la gamba e faccio il primo passo deciso, si, deciso a correre verso la camera da notte. Sento i loro passi dietro di me, sono pesanti e calpestano le foglie secche creando un' inquietante melodia.
Supero l'ombra dell' Alfa e con un balzo improvviso mi lancio in avanti pronta ad affrontare la mia piccola corsa ma non riesco a fare un passo di più.
Due braccia forti mi afferrano al volo e mi stringono a se come una gabbia tirandomi sul mio aguzzino mentre calcio come una povera bestia impaurita appena catturata
"Mi chiedevo proprio quando ci avresti provato, sai?" Waltor mi trascina in casa e mi lancia direttamente sul divano mentre il nostro Beta chiude la porta dietro di sé con un tonfo e ci raggiunge.
"Io non ho Fatto niente di sbagliato! Mi avete detto di sentirmi a casa ed è così che mi muovo per casa e ..." Waltor mi zittisce con un gesto della mano " Quando ti ho detto *questa è anche casa tua* non intendevo dire * esci seminuda dinanzi a un gruppo di lupi affamati* a che gioco volevi partecipare?"
Bhe si, lo sapevo, conoscevo la conseguenza di una possibile discussione ma dai, non credevo desse così tanto fastidio.
"Non volevo partecipare proprio a niente! Sono a casa mia ed io posso fare qualsiasi cosa io voglia"
una fragorosa risata eccheggia nel silenzio " il fatto che noi siamo una famiglia non vuol dire che tu possa fare quello che vuoi, e il fatto che tu non abbia avuto un esempio specifico da seguire non vuol dire che tu debba fare il cazzo che vuoi con noi"  la voce di Waltor trema, è roca ma resta bassa, segnata dalla rabbia.
Un brivido mi passa lungo tutta la spina dorsale "ma adesso non ti devi preoccupare dei tuoi pensieri ribelli signorina perché ti insegneremo noi che ad ogni azione ci sono le dovute conseguenze " mi sento lo stomaco in pieno delirio, Edo si siede accanto a me mentre Waltor si lascia andare sulla sua poltrona in pelle e persino in questo loro schema sono la parte centrale.
"Alzati piccola e distenditi su di me, dato che non hai avuto l'intenzione di cambiarti la lotta sarà più facile"  Edo si appoggia allo schienale del divano con entrambe le braccia distese su di esso osservando la mia espressione curiosa e spaventata per il non aver capito le sue parole
"Quello che il nostro beta sta dicendo, mia cara, è che adesso ti alzerai ed andrai a coricarti su di lui con la tua pancina rivolta verso il basso sulle sue gambe  e vedi di tenere il tuo sederino ben rivolto verso l'alto" un lampo di genio mi colpisce come un secchio di acqua fredda in una giornata d'inverno, così volto lo sguardo verso Edo " mi dispiace ma non sono una bambina, e ti sbagli se pensi che lo farò di mia spontanea volontà, siete per caso impazziti?"
Il corpo accanto a me si irrigidisce di botto ed un stretta improvvisa mi stringe il retro del collo, non fa male ma è così decisa e forte  che mi costringe ad allungarmi verso le gambe di Edo, non riesco a respingerlo e dopo qualche attimo mi ritrovo distesa su di lui con le mani bloccate sulla mia schiena, le gambe che penzolano dalle sue e la sua voce a cantare nelle mie orecchie 
" sarei veramente tanto curioso di sapere cosa ti passava per la testa, appena ti ho vista in quello stato prenderti gioco di noi ho capito che era giunta l'ora di mostrarti cosa vuol dire avere due compagni lupi come noi. Adesso però, mia cara ti consiglio di non dire niente perché la tua situazione potrebbe peggiorare, al solo pensiero mi risale la rabbia" ringhia mentre io cerco di scappare dalla sua presa ma la sua presa è troppo forte,  quasi surreale "vorrei dirti che mi dispiace di doverti fsr affrontare questo tipo di conseguenza perché questo fa molto più male a noi che a te, ma adesso,  grazie alle tue azioni giornaliere non troverei la motivazione per farlo, sono felice però della tua decisione di non cambiarti, questo renderà la cosa più semplice."

La cucciola della triadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora