chapter eight.

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「 a JAMES BEAUFORT fanfiction 」
chapter eight

















"Buon compleanno, tesoro!" annunciarono i miei genitori, entrando all'interno dell'ampio salone.
Alzai lo sguardo dalla rivista che stavo leggendo, poggiandola sul piccolo tavolino che si trovava vicino al divano, e sfoderai un sorriso.

"Grazie mamma" mi alzai per stampare un bacio sulla guancia a mia madre
"Grazie papà" e poi a mio padre.

I due si sedettero di fronte a me, e mi porsero un grande pacco regalo; lo presi e cominciai a scartarlo.

"Grazie! Non dovevate" sorrisi aprendo la scatola nera dal logo bianco
"Un'altra borsa Chanel" dissi con un risolino, guardando l' ammasso di pacchi regalo, della stessa marca, accumulati dalla mattina presto fino a quel momento.

Non si poteva dire che i miei parenti spiccassero di originalità.

"È un'edizione limitata" precisò mia madre.

"Lo vedo. È molto bella, vi ringrazio ancora" dissi, rimettendo la borsetta color verde nella scatola, per poi abbracciarli
"Sapete cosa sarebbe altrettanto bello?" iniziai a guardarli con occhi da cerbiatta e con un sorrisetto.

"No. Ne abbiamo già parlato" rispose mio padre.

"Ma se non ho ancora detto nulla!" mi imbronciai.

"Non potrai assentarti all'evento di oggi, abbiamo lavorato duramente per favorire questa unione. Se tutto va per il verso giusto, acquisteremo ancora più popolarità di quanta già ne abbiamo" continuò l'uomo, aggiustandosi la camicia.

"Fondamentalmente, voi avete lavorato duramente, io ho solo scattato delle foto per la copertina della nostra rivista" corrucciai le sopracciglia.

"Bisogna prendere delle decisioni, non possiamo avere tutto. E abbiamo bisogno di te" concluse ignorandomi, per poi alzarsi
"Ci vediamo più tardi, Amaya. Non combinare guai" mi avvertì. Stampò un bacio sulla fronte a mia madre e uscì di casa.
Quest'ultima mi riservò uno sguardo comprensivo e una carezza tra i capelli. Le sorrisi e così anche lei sloggiò, lasciandomi sola.

"Dorothea!" chiamai la domestica con cui avevo più fiducia, che subito corse in mio soccorso
"Appena puoi, potresti portare tutti questi pacchi nella mia stanza? Grazie mille" le chiesi con gentilezza. Nell'attimo in cui stava per annuire, suonarono il campanello.

"Certo, signorina. Vada pure in camera, ci penso io" disse avviandosi verso la porta d'ingresso.

Nel mentre io mi rintanai nella mia camera. Mi gettai a peso morto sul letto, lasciando le gambe a penzoloni. Passai quasi tutte le ore lì dentro, evitando il pranzo e fissando il tailleur nero che avrei dovuto indossare quella sera. Passando di tanto in tanto lo sguardo al vestito verde della collezione dei Beaufort, che mi aveva regalato James, che si trovava accanto all'abito nero.

"Avanti" mormorai, quando bussarono alla porta di camera mia.
Fece il suo ingresso Dorothea, con tutti i pacchi Chanel che mi avevano regalato, che si scusava di averci messo così tanto tempo.

"Lasciali pure lì vicino la finestra, grazie" dichiarai, e la donna così fece.

Una volta finito uscì ed io mi decisi finalmente ad alzarmi dal comodo letto per iniziare a prepararmi per la conferenza stampa, dato che ero anche lievemente in ritardo.

Non appena misi piede nel mio bagno in camera, bussarono nuovamente.

"Mio Dio, Dorothea, se sono altri pacchi regalo di Chanel, rischio una crisi di nervi" borbottai aprendo la porta.
"Tu non sei Dorothea" constatai quando mi trovai davanti, un petto muscoloso coperto da una camicia bianca.

𝐘𝐨𝐮 𝐛𝐞𝐥𝐨𝐧𝐠 𝐭𝐨 𝐦𝐞┊𝙅𝙖𝙢𝙚𝙨 𝘽𝙚𝙖𝙪𝙛𝙤𝙧𝙩Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora