Capitolo V ~Sorellanza~

21 4 0
                                    

Bagnati fino all'osso e tremanti per il freddo, entrambi seduti con le ginocchia al petto e le spalle contro la prua che ondeggia violentemente, guardano colui che li ha salvati con apprensione.

Caronte è in posizione eretta di fronte a loro, con la sua pagaia fra le mani, un'asta di legno massiccio consumata dal tempo, con una larga paletta alla fine graffiata e segnata dall'uso frequente. Con essa colpisce alcune anime troppo agitate a bordo, esortandole:

<<State tranquilli mentre navighiamo!>>

Poi, rivolgendosi a Elide e Jari:

<<Voi due, insolita coppia di non morti, desiderate attraversare il fiume, vero? Sarò io a condurvi, non temete! Tu, donna, pagherai il doppio del tuo debito quando sarà giunto il tuo momento, e ci ritroveremo di nuovo qui. E tu, angelo emarginato, godi del tuo privilegio, poiché ho deciso di venirti incontro. Non sono solito prestare soccorso al prossimo, ma oggi mi sento particolarmente incline alla compassione!>>

In verità, lo fa unicamente per infliggere uno sgarbo ai demoni gemelli che disturbano da secoli la sua tranquilla routine di traghettatore con i loro fastidiosi schiamazzi.

Terminato il discorso, esso lancia un'occhiataccia ai due mostriciattoli già a debita distanza. Poi indossa il cappuccio della sua tunica, tessuta con sacchi di iuta ormai ammuffiti, e si concentra sulla pagaiata.

Ogni movimento è in parte ostacolato dalla fitta barba ma la precisione non ne risente. Inoltre, è grazie allo schiocco eloquente della lingua biforcuta che scandisce bene il ritmo della manovra.

Tutto ad un tratto, un tremendo scossone smuove l'acqua e di conseguenza la barca, che inizia a oscillare pericolosamente, minacciando di ribaltarsi da un momento all'altro. Dopo breve tempo, un'altra scossa ancora più intensa agita il fiume a tal punto che sembra posseduto da una forza primordiale, suggerendo che si stia verificando un terremoto sommerso, come se sotto di loro, le viscere della terra stessero fremendo di disapprovazione.

Con ottimo tempismo, Jari afferra Elide, evitando che ella cada rovinosamente sul bordo di prua dell'imbarcazione, che è diventata bersaglio di violente onde.

Caronte, seppur in equilibrio precario, tenta di gestire le anime smaniose a bordo con la sua solita empietà, a colpi di pagaia. Poi, stabilizzata la postura in piedi, punta l'arnese contro quei passeggeri vivi e ruvidamente esclama: << La riva è prossima, scendete qui! Questo è un cattivo presagio! Andate, oraaaaa! >>

In men che non si dica, i due abbandonano la barca, gettandosi a capofitto nelle acque fluviali in subbuglio per raggiungere a nuoto con poche ma faticose bracciate la terraferma che al momento non è affatto ferma.

Alcune anime oscure però, si avvinghiano a loro, aggrappandosi con forza per appesantirli con l'intenzione di trascinarli giù a fondo. Tuttavia, l' istinto di sopravvivenza è irresistibile e dopo aver finalmente liberato i loro corpi da quella insidiosa zavorra, riescono ad approdare esausti ma vittoriosi sulla riva.

In quell'istante, la calamità cessa. Esausti, Elide e Jari lanciano uno sguardo frettoloso a ciò che hanno lasciato alle spalle, notando il nocchiero che già intraprende il viaggio di ritorno per imbarcare il nuovo carico di anime di peccatori periti nell' ira di Dio che lo attendono in un convulso disordine sull'altra sponda.

La giovane, turbata dall'accaduto, mentre strizza i lunghi capelli per liberarli dall'acqua, si interroga sulla convenienza di rischiare la sua complicata ma pur sempre preziosa vita per salvare una perfetta estranea. Si chiede se questa donna sia veramente meritevole di un amore di tale portata, considerando che l'angelo ha perduto tutto, persino la propria identità a causa sua, per colpa di quel sentimento ardito che ha stravolto il suo essere.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 24 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

𝑬𝙇𝑰𝘿𝑬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora