CHE POI PENSAVO...

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Che poi pensavo...
È così difficile essere persone di fiducia?
È così complicato mettere in atto azioni elementari come il rispetto per il prossimo, la lealtà nei riguardi delle anime altrui, la correttezza umana?
Quella caratteristica che fa la differenza nella praticità di ogni giorno, tra una persona che dice di essere sincera ed una che lo è davvero.

In molti si professano come santi,
come gente che non sbaglia mai,
che non fallisce nei rapporti, ma al massimo è vittima di torti, di ingiustizie, di cattiverie, di mancanze di attenzioni.
Non sanno essere padroni delle loro vite e per questo "non sbagliano mai".
La colpa è sempre di qualcuno che non sono loro, di gesti ed atteggiamenti che non li riguardano.

Ecco perché non esiste più l'affidabilità;
abbiamo dentro, chi più, chi poco, chi in dosi chilometriche, tenuto bene al sicuro,
un ego smisurato e non lo vogliamo abbandonare, un ego che ci porta a vivere in una realtà che non esiste, che ci appanna il cervello, portandoci a non
comprendere che quello che ci circonda, in quel preciso momento della nostra vita, dice chi siamo, chi abbiamo scelto di essere, o quale copione abbiamo deciso
di recitare male.
Non siamo affidabili perché ci crediamo indispensabili, perché ci illudiamo di significare nel mondo ciò che è il Sole per la Terra, ma non siamo neanche un abitante di Pechino in confronto a tutta la popolazione cinese.

Il giorno in cui torneremo a praticare
i valori, ad usare in modo sano le parole,
a metterci in discussione, forse, potremmo consideraci persone di fiducia, persone concrete.
Fino a quando quel giorno non lo facciamo arrivare rimarremo semplicemente degli emeriti idioti ancora convinti che tutto debba andare bene così a caso, solo perché qualcuno ha urlato: "Ce la faremo!" dal balcone ed il massimo che ha potuto ottenere da quel fiato buttato all'aria è stato diventare un meme.
Fino a quando non si ricomincia ad essere veri, sarà tutto inutile. E per primi, lo saremo noi, con la nostra falsità a portata di smartphone, con la nostra superficialità che proponiamo alla società come un'invenzione da scrivere sui libri di storia. E prima di tutto, lo sarete voi, adulti incapaci di lasciarci un mondo civile e costruttivo, signore e signori responsabili della strada in salita più sperduta, nella quale avete indirizzato il pianeta, e soprattutto i vostri figli, i vostri nipoti, i vostri simili.
Fatevi degli esami di coscienza, a meno che, la medesima, non l'abbiate venduta
in cambio di raccomandazioni, favori
e posti fissi.

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