A 17 anni nessuno ti dice che un giorno, da un momento all'altro, senza il minimo avvertimento, puoi rischiare di perdere tutto quello che sei. Una singola cosa mi ha accompagnato per tutta la vita, la consapevolezza di non essere solo in quella tragedia. Ora però sono più solo che mai.
Un piccolo fascio di luce penetra dalla finestra, illumina la libreria che si trova proprio di fronte al mio piccolo letto. Il telefono bollente mi preme sulla guancia sinistra, come sempre mi ci sono addormentato sopra, e per di più era accesso. Il mio cervello non fa in tempo a sbarazzarsi del torpore della notte che le note di "La guerra di Piero" inondano la stanza. La mia ultima sveglia, ne ho 5 ed ho assegnato ad ognuna di esse una canzone diversa, cosi da riuscire a capire che ore siano senza guardare il telefono, e anche cosi riesco a fare sempre ritardo.
"Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano"
<Cazzo!> esclamo ad alta voce con la bocca ancora impastata dal sonno, tra meno di 10 minuti devo prendere l'autobus, non posso fare tardi il primo giorno di scuola, ne va della mia già abbastanza inesistente credibilità.
Cambiare scuola non è stato semplice, mia mamma ha sempre creduto nella mia bravura nel disegno e voleva a tutti i costi che andassi all'artistico, ma dopo quella notte quel posto mi rievoca ricordi che devono stare ben nascosti nella mia mente, perciò ho scelto il classico, ho sempre voluto andarci ma l'idea di deludere mia madre mi distruggeva, beh alla fine sono stato distrutto comunque.
Sono riuscito a preparami ed ad uscire di casa in appena 5 minuti, ora mi trovo alla malridotta fermata dell'autobus davanti al Gaslini. C'è tanta gente, troppa, lo stridere delle gomme sull'asfalto mi fa uscire di testa, le voci degli altri ragazzi, poco distanti da me, accalcati sul marciapiede mi danno il colpo di grazia, non riesco ad evitare di mettere le cuffiette e far partire la playlist con le canzoni di De André , "Bocca di rosa" mi fa compagnia finché non salgo sull'autobus. Mi addormento, rischiando di perdere la fermata e riuscendo a scendere al pelo.
La massa di persone che si presenta davanti alle porte della nuova scuola mi fa abbastanza paura, direi di essere più che terrorizzato, mi sale un groppo in gola e inizio a sentire gli occhi che si bagnano.
<Hai paura di stare senza la mammina ?>
Non ho fatto in tempo ad asciugarmi gli occhi, mi paralizzo appena sento quelle parole. Provengono da un ragazzo che deve avermi visto quasi piangere, l'umiliazione si mischia alla paura appena lo vedo, è circondato da un gruppo di ragazzi che ridono, palesemente di me, la sua figura invade il mio campo visivo prima che me ne possa anche solo rendere conto. Fisso lo sguardo sulle mie scarpe evitando il più possibile di fargli capire che sto per piangere, di nuovo.
<Carne fresca, eh da un po' che non ne avevamo > dice facendo schioccare la lingua, a quel punto mi costringo a guardarlo, i suoi occhi color ghiaccio sono vuoti, svuotati da ogni emozione, mi guardano intensamente, dalla sua bocca esce un verso di sdegno, i suoi compagni mi scrutano da lontano, sempre più divertiti dalla situazione. Sento le mie gambe molli, potrei cedere da un momento all'altro, mi viene in salvo, se cosi si può dire, un ragazzo di cui fatico a percepire i dettagli
<Dai Eric dobbiamo entrare, giocherai dopo con lui>
Si certo giocheremo dopo, ma vaffanculo. Colgo l'occasione per svignarmela e scappare in classe, fortunatamente non fatico troppo a trovare la mia aula, dentro ci sono già molte persone, soprattutto ragazze. Speravo che fosse cosi, non sopporto passare il tempo con i ragazzi della mia età, o con individui del sesso maschile più in generale. Proprio quando tutto sembra andare per il meglio, varca la soglia della porta il ragazzo di prima. E se questo non bastasse l'unico posto libero nella stanza è quello affianco al mio, perciò saremo costretti a sedere vicini, per il minor tempo possibile spero. Mentre si guarda in torno per scoprire, inesorabile, che dovrà sedersi in banco con me ho modo di osservarlo meglio, indossa dei jeans strappati e una termica aderente, scelta audace, sicuramente però il suo fisico glielo permettere, ha dei muscoli definiti, non eccesivi, i capelli ricci sono tutti perfettamente al loro posto, non indossa collane o gioielli, o almeno non oggi.
<Ti sei già innamorato ?>
Mentre lo osservavo non mi devo essere reso conto di avercelo praticamente davanti, seconda figura di merda della mattina, fatta. E sono solo le 8.
<Hey sei vivo ?>
Mi schiocca due volte le dita davanti alla faccia, non so cosa rispondere. Si sono vivo. No non mi sono innamorato. Tutto ciò che mi esce è una sottospecie di verso, riconducibile più ad un gatto agonizzante che ad un ragazzo. Lui rinuncia a parlarmi e si butta, sbuffando, sulla sedia accanto a me. Non mi degna di uno sguardo per un paio di ore, finché non riprova nuovamente a parlarmi.
<Sei sempre cosi logorroico ? > dice ironicamente
<Ehm, sni >
Non so nemmeno io cosa ho risposto. Che cazzo dovrebbe significare "sni", sembra che però lui l'abbia trovata una risposta simpatica, sta ridendo, probabilmente di me, ma ciò non importa.
<Io sono Eric Smith, vorrei poter dire " Felice di conoscerti" ma sarebbe una bugia troppo grande perfino per me>
<Io sono T-teo Canepa> Riesco a dire con un filo di voce
<Ah ma allora ce l'ha lingua> Urla un ragazzo infondo alla classe ridendo poi a crepapelle. Patetico.
<Smettila Marco, stai ridendo solo tu> Gli urla di rimando una ragazza, gli sorrido timidamente questo gli basta per alzarsi e venirmi a parlare .
<Piacere Marika, ti chiedo scusa per quel deficiente, giuro che non siamo tutti così qui dentro, cioè in realtà ci sono tipo Matteo e Giulia che non sono proprio il massimo dell'intelligenza ma a parte loro si può stare tranquilli> Dice tutto d'un fiato per poi protendere una mano verso di me che prontamente stringo, continuo a non emettere suoni. Marika si avvicina al mio orecchio e mi sussurra :
<Non voglio essere scortese, ma in un occhio hai messo il correttore per le occhiaie e nell'altro no>
<Merda, sta mattina mi sono dimenticato> Rispondo ad alta voce. Comprendo che non sia la cosa più maschile e virile che esista truccarsi, ma il mio contorno occhi risente molto della mancanza di sonno dell'ultima settimana.
<tieni pure> La mia nuova conoscenza mi porge una mini size di correttore molto simile al tono del mio e del suo incarnato, entrambi abbiamo la pelle molto pallida. Tento di mettermelo senza attirare troppe attenzioni, palesemente non riuscendoci visto che Eric che fino ad adesso era assorto nel guardare le storie Instagram, appena mi vede inizia a ridacchiare
<qualche problema?> è il massimo con cui riesco a ribattere, e per me è già moltissimo.
<No no, è che prima mi fissi, ora ti trucchi, immaginavo fossi un po', come posso dirlo senza offenderti, omosessuale, ma ora ne ho la certezza >
Rimango fermo con il tubetto in mano, lo spremo tanto da far uscire un po' di prodotto che prontamente finisce sui miei pantaloni.
<che stronzo> sussurro.
Angolo Autore
Non so in quanti leggeranno questo messaggio ma nel caso siate arrivati fino a qui spero che possiate darmi consigli e pareri su questo primo capitolo. Grazie :):)
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Verranno a chiederti del nostro amore
RomanceCosa succederebbe se un ragazzo bisognoso di una guida si imbattesse in un demone tanto bello quanto dannato ? Ne uscirebbe un perfetto connubio fra gelosia o amore, oppure solo un pessimo disastro. Teo ha 17 anni e si sente solo, è solo. Eric ne...