PARTE 5

1.3K 44 1
                                    

<<Oh mio dio Hector che paura>> esclamai.

Cosa c'è che non va nel cervello di questo ragazzo?

<<Scusa. Non volevo>> disse lui un po' in colpa.

<<Tutto ok, tranquillo. Perché sei qui?>> gli chiesi.

<<Tuo padre ha detto che ti devo stare vicino, c'è gente che non è del tutto pulita qui dentro>> disse serio.

<<E perchè stavi bussando? Non serviva>> replicai io un po' incuriosita.

<<Emh, forse perchè sei qui dentro da circa quindici minuti e sono venuto a controllare. Tutto qui>> disse.

<<Ah>> risposi.

Avevo perso totalmente la cognizione del tempo, credevo di esserci stata solo cinque minuti.

<<Vabbè non fa niente, l'importante è che stai bene>> disse prima di dirigersi verso la porta.



La festa era finita alle tre di notte e io ero stanca morta come non mai.

<<Te gustan los chicos?>> mi chiese mio padre.

<<Si, sono molto simpatici, mi trovo bene>> gli dissi sorridendo.

I suoi occhi iniziarono a brillare.

<<Quando sono venuto qui a Barcellona ad allenare il Barça, i ragazzi mi hanno accolto come un padre.

Quando gli parlavo, ci giocavo o ci scherzavo, rivedevo quella luce che avevi anche tu da piccola quando vedevi un pallone per terra>> disse staccando per pochi secondi gli occhi dalla strada per intrecciarli con i miei.

<<Amavi, ma ami ancora adesso il calcio. Ne sono consapevole. Lo vedo da come tiri i rigori, da come discuti con i ragazzi delle formazioni, e da come ti piaccia sentirti dire "Sei la figlia di Xavi". >> fece una pausa e prese un respiro profondo.

<<Ma tu non sai come mi sono sentito quando il giudice ha affidato voi a tua madre; Ho perso una parte di me.>> disse con gli occhi lucidi.

<<Ma sapevo che saresti tornata, sapevo che con tua madre non ti saresti trovata perché siete sempre state in contrasto; da piccola eri molto cocciuta>> disse.

Io sorrisi, in lacrime.

<<Grazie papà.>> gli dissi.

Non aggiunsi altro perché sapevo che era quello che voleva sentirsi dire, perché se avessi detto altro, non sarebbe più stato in grado di guidare perché accecato dalle lacrime.



La mattina mi svegliai alle otto come sempre.

Pochi giorni e avrei iniziato la scuola.

Mi preparai per uscire per andare a prendere i libri e l'occorrente per la scuola con i ragazzi.

Pablo passò sotto casa mia con il suo furgoncino della Mercedes per ogni evenienza, effettivamente nella sua Ferrari 3082 in sei non entriamo.

Fortunatamente non sono l'unica femmina.

C'è anche Leonore, la ragazza di Gavi.

C'è anche Leonore, la ragazza di Gavi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
PRINCESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora