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Jeongin stava in camera sua, quella mattina, seduto sul letto con la schiena posata sul muro freddo, mentre giocherellava nervosamente con le mani.
era molto presto, circa le 7:30, e Jeongin si era svegliato a quell'ora abbastanza prematura, spaventato da qualche piccolo incubo avuto quella notte.
era rimasto tutta la mattina, fin dal sorgere del sole, in quella posizione, senza alcuno scopo, conoscente del fatto che presto avrebbe dovuto essere a scuola.
quel pomeriggio, finalmente, si sarebbe visto con Bangchan per una nuova lezione e non ne poteva essere più felice.

si accorse tardi, immerso e perso tra i suoi pensieri, che mancavano pochissimi minuti all'inizio delle lezioni.
era in ritardo.

Jeongin scattó giù dal letto e si risistemó il viso e capelli scombinati, poi si vestì con una velocità che non avrebbe mai pensato di avere.
finalmente uscì di casa (e chiuse a chiave) e montó sulla sua bicicletta, sfrecciando velocissimo verso la scuola.

quella mattina non aveva fatto colazione, se n'era completamente dimenticato.

arrivò in tempo per pura fortuna.

con una velocissima corsa, raggiunse la sua classe, già stanco morto per il suo sonno tormentato da tante, brutte e tenebroso figure nere (che sembrava lo perseguitassero e Jeongin ne aveva paura).

le lezioni furono lente e noiose. il ragazzo non aveva mai passato delle ore così lunghe, che sembravano durare troppo e non finire mai.
sembrava esser passata una giornata intera quando suonò la campanella dell'intervallo.

il ragazzo andò fuori con molta calma, camminando lentamente verso l'uscita dell'università. al solito posto c'erano Felix e Jisung, che lo stavano aspettando seduti comodi sull'erba con i loro pranzi in mano, ancora chiusi ermeticamente (non avevano l'intenzione di mangiare senza il loro amico). Jeongin li raggiunse e si sedette in mezzo a loro, nello spazio che gli avevano riservato.

"scusate ragazzi" mormorò Jeongin, mentre scartava il suo panino "non volevo farvi aspettare"

"tranquillo Innie" disse Felix, gesticolando con le sue bacchette prima di ingoiare il boccone di riso che teneva tra esse.

"già, non preoccuparti" disse poi Jisung "anzi, a preoccuparci dovremmo essere noi" affermò lo scoiattolo, con le guance piene di cibo, mentre accarezzava i capelli scuri del più piccolo.

"Jis ha ragione, Innie" disse Felix "sei sicuro di non esserti ammalato?"

"non è che hai un po' febbre?" disse Jisung, toccando la fronte di Jeongin "Innie.. hai un aspetto terribile"

"sto bene, ho solo dormito poco" disse Jeongin, sorridendo leggermente con la speranza di rincuorare i due "va tutto bene"

"hai ancora bevuto troppo caffe!" esclamò Jisung "Innie, non dobbiamo essere noi a dirti di non farlo" disse ancora Felix.

"n-no ragazzi, non è per il caffe" borbottò Jeongin "e d-davvero... sto benissimo"

"per che cos'è, allora?" chiese Felix. Jeongin chinò lo sguardo, evitando di incontrare quello dei suoi amici, che si stavano iniziando a preoccupare seriamente e si erano affiancati ancor più al minore, cingendogli le spalle con le braccia.

"Innie.. sei sicuro che vada tutto bene?" chiese Jisung, accarezzando il capo del minore.

"tesoro, sembri star molto male" disse poi Felix, portandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"sto.. bene" sussurrò Jeongin "devo andare ragazzi" disse poi, alzandosi dalla sua seduta e camminando via, talmente veloce che sembrava che stesse correndo.

mentre si allontanava, tenendo lo sguardo basso, Minho e Hyunjin e Changbin si avvicinavano a Felix e Jisung, preoccupati. Jeongin si imbatté nei tre, quasi andando a sbatterci contro.

°¦ you're all I need ¦° ^JeonChan^Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora