Preludio - You gotta get through the night

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Nel poker esistono poche regole ed infinite possibilità

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Nel poker esistono poche regole ed infinite possibilità.

Ogni decisione, ogni sguardo, perfino ogni intuizione corretta o errata che sia, può determinare il destino del singolo giocatore.

Ogni istante rende più fragile il confine tra vittoria e sconfitta ed è inutile dirlo, io ormai sono diventato un professionista nel destreggiarmi tra quei due estremi così differenti eppure così somiglianti.

Servirebbe dirvi se ho mai vinto davvero qualcosa?

Potrebbe, ma non ha davvero importanza dato che il successo non è quasi mai materiale, anche se vacilliamo tutti nella consolatoria illusione che lo sia.

Non ho più memoria della prima volta che ho puntato al banco mettendo sul piatto più di quanto potessi permettermi di perdere.

O forse si.

In realtà me lo ricordo molto bene dato che è stato l'inizio di tutto, ma nemmeno questo è importante. Soprattutto se, come ogni arte, anche quella della vittoria va appresa e fatta propria una sconfitta alla volta.

E so che rivelare accidentalmente ciò potrebbe senza dubbio gettare ombre sulla mia immagine, ma come dicevo, oggi non siederei al tavolo dei vincenti se in passato non avessi toccato con mano la polvere che si annida dietro un fallimento e non l'avessi respirata fino a sentire bruciare i polmoni.

A un tratto, però, c'è stata una notte in cui tutto ha rischiato di cambiare e la sconfitta ha iniziato a profumare di vino rosso pregiato, di movimenti sensuali e notturni suonati al pianoforte.

Avrei voluto, per un istante, sentire di nuovo sulla lingua quel sapore amaro, quel retrogusto sgradevole del momento in cui non puoi fare altro che piegarti a ciò che arriverà. Avrei voluto sentire cosa si prova a trovarsi ancora tra chi ha la piena consapevolezza di aver perso già dopo aver ricevuto tra le mani le prime due carte.

Ma chi voglio prendere in giro?

Ho affinato la mia arte così a lungo. Ho passato così tanto tempo a perfezionare chi sono.

Un paio di tacchi a spillo non potrebbero farmi ritornare sui miei passi nemmeno se messi ai piedi di una delle creature più voluttuose che abbia mai incontrato.

Ma in certe situazioni è meglio fare un passo indietro e osservare le cose da una prospettiva più ampia.

Torniamo per un attimo al poker.

Sono sicuro che la traccia posta a dividere piacere e vizio possa divenire davvero sottile in un'infinita serie di occasioni, e potrei dire con altrettanta certezza di aver superato quella stessa linea senza mai pormi nessun tipo di domanda.

"Quindi perché farlo adesso?" potreste chiedermi.

In effetti, questo interrogativo potrebbe diventare lecito solo se si tenesse in considerazione un'altra variabile che io personalmente applico al poker.

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