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2. Eva Pavlova di @Norgor

📝Sinossi📝

"Eva Pavlova è chiunque e nessuno.
Figlia dello specchio, è il riflesso delle vostre idee, l'eco delle vostre congetture e l'ombra delle vostre proiezioni. [...] Indispettiti ma imperterriti, avanzerete nella lettura come incede l'assetato verso un pozzo che sa essere vuoto.
Ed è solo quando la ricerca sarà ormai giunta al suo culmine, incerti se siate stati voi a chiudere la pagina o sia stata lei, fugace, a congedarsi di sua sponte, che un industrioso formicaio vi percorrerà febbrilmente il corpo teso dalle punte degli arti e la Verità delle cose risplenderà sul vostro capo come un diadema.
Solamente allora capirete che la vera storia eravate sempre stati voi, e che Io l'avevo scritta per lei."

✒️Grammatica, Lessico, Sintassi✒️

Credo che, per questa storia, qualunque commento di carattere tecnico-formale sia tendenzialmente superfluo, per il semplice fatto che non vi sono appunti da fare. Ho scovato un singolo refuso nell'intero testo (una virgola sfuggita a un vocativo), oltre a qualche sparuta d eufonica. Ho suggerito solo l'utilizzo di una traslitterazione uniforme delle parti in russo o ucraino secondo il sistema slavistico italiano, ma si tratta di un tecnicismo che chi non è del settore difficilmente conosce.

Per il resto, parlerei più che altro di stile; perché uno stile vi è senza dubbio, e anche molto ben definito, maturo e riconoscibile. In tutta sincerità, la prima cosa che mi sono chiesta dopo appena un paio di righe di lettura è stata: perché questa storia è su Wattpad e non su un libro stampato?

Vi è padronanza assoluta dell'italiano, del suo lessico, della malleabilità dei vocaboli; vi sono stilemi precisi, richiami intertestuali, utilizzo frizzante e intelligente delle metafore, slittamenti semantici studiati e applicati in modo brillante, costruzioni sintattiche mai stagnanti e sempre inventive nel modo in cui sono articolate. Non è né poesia né prosa, in un certo senso, ma un ponte fra i due generi, che poggia però saldamente le sue fondamenta su entrambe le sponde in un arco solido, con una chiave di volta ben distinguibile.

Mi ha ricordato, per rimanere in ambito russo, l'acmeista Mandel'štam, ma anche la corrente simbolista suo opposto, in una contrapposizione tra lucidità descrittiva icastica, cruda, e veli su veli che vanno stracciati per carpire la verità celata oltre a essi. Vi è infatti quella che definirei una narrazione "concentrica": spesso vengono evocate immagini vivissime, ma senza mai nominare l'oggetto della narrazione in quanto tale, se non tramite una sequenza di menzioni indirette, spesso allegoriche e metaforiche.

Non posso che fare i complimenti all'autore per aver creato un testo così intrigante, stratificato e complesso da leggere, ma nella più positiva delle accezioni.

📖Trama📖

Non si può parlare di trama in quanto tale, vista sia la natura di racconto breve del testo, sia la tematica e i fatti trattati. Farei un torto alla storia nel tentare di riassumerne il contenuto, né credo che ciò abbia particolare senso; rovinerebbe inoltre il gusto ai nuovi lettori.

Parlerei più di viaggio psicologico, di attraversamento interiore di una psiche che decide di rivelarsi al lettore. Eva Pavlova si racconta in prima persona, accoratamente, ma allo stesso tempo con un distacco lucido. Il narratore è l'autore, ma è anche ella stessa che ne guida la mano da dietro le quinte. Così, i confini tra chi narra e chi è narrato si rimescolano e confondono.

Lo svolgersi dei fatti è lineare, cronologico. Un evento dopo l'altro, la vita di Eva Pavlova si dipana dinanzi ai nostri occhi; oppure è lei a dipanarla, un filo alla volta, intessendola come meglio le aggrada? Abbiamo solo la sua prospettiva, spesso distorta dalla psicosi, sempre annebbiata dal dolore e dalla sofferenza, e con essa empatizziamo e da essa ci sentiamo disturbati, irati con la vita terribile che ci viene mostrata.