Preludio

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TU TI BASTI DA SOLA.

Un saggio di Olimpia Paterson.

Quarta edizione.

Pink Books and Associates,

New York

Published by arrangment with Gregor Smith Literary Agency

Prefazione di Olimpia Patterson

(Redatta un anno dopo la prima pubblicazione del seguente saggio.)

*

Gentili lettrici e lettori, lo so, può risultare un po' autoreferenziale il fatto che io stessa sia l'autrice della prefazione del mio saggio. E sì, forse lo è. Ma basta leggere il frontespizio di questo libro per rendersi conto di una serie di verità che reputo meritino un approfondimento rispetto al momento in cui l'ho scritto, più di un anno e mezzo fa. Non sono qui per dire che tutto ciò che questo libro contiene è errato, come qualcuno ha sostenuto alla luce degli sviluppi della mia vita privata. Sono ancora fermamente convinta che il requisito fondamentale della felicità sia bastarsi da soli e non avere necessariamente bisogno di altre persone per sentirsi interi e realizzati. Sono ancora fermamente convinta che l'amore sia qualcosa che ti accende e ti migliora, che non deve portare sofferenza, non deve inficiare il benessere psicofisico, non deve essere possesso, o violenza, o tossicità. Che una relazione sana si basa sul rispetto reciproco, la fiducia e la solidità affettiva. Mi vedo costretta però ad ammettere che queste conclusioni corrette al cento per cento, le ho raggiunte nel modo sbagliato. Una volta una mia professoressa del college ci ha detto durante una lezione di pedagogia che nella vita avremmo sempre dovuto rispettare i bambini che siamo stati, in questo modo da adulti saremmo stati in grado di comprendere sia l'infanzia con le sue fragilità, sia l'età adulta con i suoi traumi non metabolizzati. Ecco, sono qui per ammettere che nell'ultimo anno io mi sono resa conto di aver dimenticato per lunghissimo tempo la bambina che sono stata. Ho cercato di proteggerla e chiuderla in un cassetto e ho affrontato l'amore degli altri, con i miei pazienti, e il mio, con le mie relazioni, come una faccenda analitica e calcolata, credendo di poterlo costruire a tavolino, per renderlo forte e per sbagliare il meno possibile e non espormi alla sofferenza.

Purtroppo o per fortuna la vita non è un binario retto che ha come meta la felicità e questa, se arriva, lo fa nei modi più inaspettati, mettendoti davanti una strada tortuosa, fitta di ostacoli e di momenti memorabili. Ho percorso la mia, per arrivare fino a qui e capire una serie di verità, come vi dicevo, che vi prego di ricordare durante la lettura del saggio e di ripetervi ogni giorno, come esercizio di autoaiuto e sostegno.

1) Essere feriti e imperfetti non ci rende meno degni di ricevere amore.

2) Calcolare minuziosamente la nostra vita non ci tutela dai terremoti del cuore, perché l'amore è questo: il più meraviglioso dei terremoti e la più profonda delle rivoluzioni.

3) Amare profondamente qualcuno non equivale ad annullarsi per quella persona ma a sentirsi davvero completi avendola accanto.

4) L'amore non è una formula magica.

5) Il principe azzurro non esiste.

6) Ma allo stesso non può esiste neanche la storia d'amore perfetta e del tutto equilibrata di cui vi ho parlato per anni. Perché l'amore comprende una parte di vertigine, un salto nel vuoto, un tuffo dalla scogliera più alta, che lo rende tale: vero e assoluto.

Quando ho scritto questo saggio non lo sapevo. Avevo chiuso la me bambina in quel cassetto, mi ero dimenticata di lei, avevo smesso di consolarla per le sue ferite e di rispettarla per i suoi sogni. Ci ho messo molto tempo e tantissima strada per ritrovarla. Lungo il cammino ho ricordato di quando la piccola Olimpia che sono stata si chiuse nella sua camera a scrivere una lista di cose da fare quando sarebbe cresciuta.

Non sono riuscita a soddisfarne molti, come: prendere il tè con una principessa d'Inghilterra, né a vedere da vicino un orso polare. E ho provato una grande tenerezza per quella bambina, che ancora non conosceva quanto crudele sa essere il mondo con i tuoi sogni.

Mi sono impegnata a lungo e con tutte le mie forze sul punto numero 20 della lista: innamorarmi pazzamente dell'uomo perfetto.

Vorrei dire alla piccola Olimpia che non ci sono riuscita. Non ho trovato nessuno all'altezza di tale definizione. Ma l'ultimo punto di quella lista si è avverato (qualsiasi cosa avesse in mente quando l'ha scritto), come se quella bambina l'avesse sempre saputo che sarebbe successo, prima o poi.

Numero 30: fiorire d'estate.

È successo davvero, ha spazzato via tutte le mie certezze sull'amore, ed è stata la mia rivoluzione.  

***

Eccoci qui, all'inizio di questo viaggio. Che ne pensate? 

Posterò il prologo vero e proprio domenica sera alle 21.

Ricordatevi di scrivermi tutto quello che vi passa per la testa e di lasciare la stellina se vi è piaciuto,

con tutto il cuore,

Camy 

LOVE ON THE ROADDove le storie prendono vita. Scoprilo ora