Capitolo 19

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Il volo atterrò ad Abu Dhabi verso sera, con mia grande felicità. Ero riuscita a farmi cambiare di posto con una grande contrattazione con l' hostess. Quel che era successo...bè è strano da descrivere, nonostante siano passate diverse ore non l'ho ancora digerito del tutto. Ripensai all'accadute molte volte, cambiando le mie frasi e il finale, come una fiaba inventata. Lo so sono leggermente overthinking, ma che ci posso fare? Alla fine raggiunsi una conclusione: sono stata molto stupida, e sottolineo più volte il molto. Dire a degli sconosciuti chi sono...bè è stato azzardato, anzi di più. Se spargessero la voce non penso vada a finire molto bene la questione. Però è anche vero che non sapevo cosa mi avrebbero fatto con un ipotetico mio rifiuto. Penso che andrò da Jessi a confessarmi. Charles se lo sapesse è buono di smaterializzarsi dalla mia vita quindi...

Stavo aspettando molto pazientemente Pierre che arrivasse a prendermi all'aeroporto ma di lui per ora neanche l'ombra. Bisogna dire che un posto così bello non l'ho mai visto. Di notte ci sono un sacco di luci che animano l'ambiente, le persone che camminano da una parte all'altra con grosse valigie, il calore che emanano e lo sfondo pieno di negozi dall'aria sfiziosa. Un sogno in poche parole. A un certo punto vidi un bambino urlare per mano alla madre 

- MAMMA! IL BISCOTTO! ME L'HAI PROMESSO!

- Siamo in ritardo per il volo, non abbiamo tempo

Il bimbo si cercava di dimenare dalla presa salda della madre al braccio e allora dall'altra sua mano cadde un pupazzetto di pezza. Cosa rappresentava non ne ho idea, forse un orsetto? Ma in quel momento mi fece così pena che mi alzai e lo raccolsi. Aveva il solito odore di bambino ed era così dolce... mi fermai una ventina di secondi a scrutarlo ma poi mi accorsi che guardandomi intorno della madre e del figlio non c'era più neanche l'ombra. Cominciai a correre nella direzione in cui erano andati ma non vedevo nessuno. Cercai disperatamente con lo sguardo in mezzo alla folla. Infine sentì la voce del bambino fare di nuovo capricci. Mi diressi dove pensai provenisse il suono e li trovai. Erano dal metal detector. Cercai di passare per raggiungerli ma la guardia mi fermò. Non avevo nè il biglietto nè la valigia.

-BIMBO! 

Non sapevo come si chiamassero e non potevo chiamarli neanche cinesi solo perché avevano tratti orientali sarebbe stato scortese... magari erano anche giapponesi. Per mia enorme fortuna si voltarono tutte e due e io mi sporsi il più possibile dalla ringhiera che ci separava. Il bimbo mi corse in contro per prendere il pupazzo, la madre mi guardò sconvolta. Non mi dissero niente, neanche un grazie. Ma io ero contenta così. Sorrisi dolcemente al bambino che non capendo chi fossi se ne andò da sua madre prendendo con fare possessivo il pupazzo che tenevo in mano. Nell'arco di dieci secondi avevano ripreso la loro corsa verso l'aereo. Per curiosità sbirciai dal tabellone dove fosse diretto quel volo. Giappone.  
Ritornai vicino alla sedia con i miei bagagli che avevo lasciato incustoditi e mi sedetti sbuffando. Possibile che la mia vita sia così frenetica? Ogni giorno ce n'è una nuova. So che adesso sto per ricadere negli stessi pensieri che mi hanno assillato tutto il giorno quindi dovrò pensare ad altro. Mamma mi ha chiesto se preferisco maschio o femmina ma per me è indifferente. Ovviamente per Max non è così. Se fosse maschio si gaserebbe in una maniera assurda assieme a suo padre e a Horner. Mamma mi ha detto che quando era incinta era convinta che Charles fosse una femmina e poi è venuto fuori il contrario. Questa cosa gliela devo dire assolutamente. Ma io... Non sento niente. Non capisco se è maschio e neppure se sia femmina. Ormai sono al quarto mese e il controllo c'è l' ho all' inizio di dicembre. Dovrei dirlo a Max? Mi sembrerebbe sensato informarlo sul sesso di suo figlio però... Cosa potrei dirgli esattamente? Dovrei invitarlo a venire anche lui? Non lo so... È tutto così incasinato. Mi stavo mangiando le unghie mentre il mio sguardo era perso nei miei pensieri quando qualcuno mi tocca le spalle e fa "buu". Mi girò di scatto con la mano sul cuore e pronta a scappare ma mi accorgo che è solo Pierre. Non lo vedo da tanto tempo e mi sono mancati i suoi ragionamenti sensati. Mi alzò e lo abbraccio fortissimo mettendo la testa nell' incavo del suo collo.

Due Linee // Max Verstappen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora