Ultimi attimi con te

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                              LIAM
Penso di non aver mai visto una cosa più bella, lei, Camila che dorme vicino a me.
Il suo respiro rilassato sfiora il cuscino e le sue ciglia lunge e scure incorniciano gli occhi che sono belli anche da chiusi.
Sembra un cazzo di angioletto nato all'inferno.
Tutta la cattiveria che ha visto in tutti questi anni e che ha provato sulla sua pelle soprattutto con gli ultimi avvenimenti non l'anno toccata minimamente, da quando ero bambino l'ho sempre considerata la donna più bella del pianeta, persino più di mia madre, anche se dopo avevo riconsiderato che fossero due bellezze diverse ma allo stesso tempo simili, nel carattere, i comportamenti, forse è per questo che Camila mi piaceva così tanto... o forse è così perché è semplicemente lei.
Le luci del giorno si intravedono dalle tende.
"Non può essere"
Questa notte non ho dormito un secondo l'ho guardata tutto il tempo per la paura che me la portassero via mentre dormivo.
Vorrei non atterrare mai e stare qui per sempre.
La paura che mi portino via tutto questo mi fa stare in allerta da quando ho deciso di portarla via con me, io non ho mai voluto essere il suo salvatore, volevo salvare entrambi anche se il mio egoismo continua a prevalere perché nonostante tutto voglio averla solo per me... sempre.
Devo svegliarla ora, anche se già so che sarà un'impresa a dir poco assurda.
<<Cami>>
Si gira dal mio lato ma si ritrae subito quando sente la luce del sole venire contro di lei.
<<Bimba>>
Si rigira di nuovo ma non sembra com'era prima, è sveglia, molto più di me che non ho chiuso occhio.
In un secondo scarso me la ritrovo a cavalcioni su di me, la gonna si è alzata e le copre a mala pena le cosce, nei suoi occhi non è difficile vedere un forte desiderio.
Ha frainteso.
La prendo per i fianchi e la sollevo per appoggiarla di nuovo sul divanetto, l'emozione nei suoi occhi non si spegne e questo mi porta a stringere le mie mani in due pugni serrati per l'eccitazione e l'arrabbiatura, il desiderio mi scorre nelle vene ma la ragione mi riporta alla realtà, una realtà in cui non possiamo, non ora almeno.
Nei pochi secondi in cui mi sono perso nei miei pensieri lei si è innervosita ancora di più.
<<non mi vuoi più>>
Cazzo se la voglio, la voglio con tutto me stesso e la vorrò sempre ma non ora, adesso è il momento sbagliato.
<<io ti voglio bimba, ti voglio tantissimo, ma ora non possiamo>>
Improvvisamente mi sembra che anche lei sia tornata presente, così tanto che in pochi secondi vedo i suoi occhi color giada spegnersi, tutto il desiderio di pochi secondi prima di è tutto d'un tratto volatilizzato.
<<hai ragione>>
Il suo tono di voce è scocciato e la capisco, in queste ultime settimane ho capito ch uno dei motivi per cui ci siamo incontrati è che in fondo siamo identici, così tanto da non riuscire a resistere alla tensione che si libera nell'aria quando la ragione scompare.

Camila

Maledizione, come ho fatto a fare ciò che ho fatto, la mia fuga in bagno è avvenuta solo per riuscire a scappare all'imbarazzo di quella situazione, tutto ciò che c'è stato tra noi è servito solo ad aumentare la tensione e il nervoso nelle ultime settimane.  Come se quello che provo non fosse abbastanza ho anche un aspetto orribile, i miei capelli sono scompigliati e ho delle occhiaie scure e pesanti, alcune ciglia e sopracciglia sono sparse sul mio viso con ancora i segni ben evidenti del disturbato sonno di questa notte. Mi sciacquo il viso con l'acqua gelida del lavandino e per la prima volta dopo tempo sento la mancanza delle docce fredde estive di casa, anche se non voglio tornarci e non dovrei neanche definirla casa, dopo tutto ciò che d accaduto.
Liam "piccola stiamo per atterrare"
La sua morbida e dolce voce  fuori dalla porta attira la mia attenzione mentre mi asciugo il viso con un asciugamano in spugna.
Camila "Ora esco"
Rispondo con la voce ancora rauca e addormentata mentre spingo la maniglia della porta scorrevole verso destra e cammino sui tappeti morbidi e caldi per arrivare vicino a Liam.
Mi siedo e subito iniziamo l'atterraggio, sento la sua mano stringere la mia sulla mia coscia scoperta.
Liam "è un nuovo inizio bimba"
Lo è, finalmente c'è qualcosa solo per noi al mondo dove costruire la pace di cui non abbiamo mai potuto godere pienamente.
Nel preciso istante in cui l'aereo tocca terra sento i brividi lungo tutto il corpo e sospiro.
-
Scendiamo lungo le scalette e mi sembra di aver già visto questo posto, da qualche parte forse online ho già ammirato questa vista e il mare cristallino lungo la costa.
Mi sento una persona diversa, cambiata e nuova, pronta a un capitolo tutto suo e della persona che ama.
Più avanti vedo Liam avviarsi verso un suv nero, anche questo mi sembra famigliare.
Lui carica i bagagli sul retro mentre io apro una portiera e mi siedo sul sedile del passeggero, Liam arriva e si siede accanto a me, sto per chiederle se anche a lui questo posto sembra famigliare ma non riesco perché in meno di un secondo la mia vista si scurisce e faccio fatica an respirare per colpa di qualcosa che mi strige il viso.
—-
<<Ben tornata a casa Camila>>
"Non può essere"
L'unica cosa che penso quando sento una voce fin troppo famigliare, l'ennesima cosa in un solo giorno. Ho ancora la vista annebbiata finché qualcuno non solleva ciò che avevo sul viso e un raggio di sole mi colpisce in pieno viso quasi accecandomi.
Dopo qualche istante capisco, pareti scure, mobili in legno, una enorme poltrona davanti alla scrivania sulla quale c'è un bicchiere di whisky mezzo vuoto.
<<Sai tesoro, devo ammettere che il tuo ragazzo è stato intelligente ma forse non sa che non lo sarà mai più di me>>
"Il tuo ragazzo" quelle parole avrei voluto sentirle uscire dalla bocca di chiunque tranne che di lui, mio padre lo avrebbe usato come mio punto debole.
<<Cosa vuoi?>>
Le parlai con il coraggio di cui non avevo mai usufruito e che era ancora sepolto sotto strati di paura, bugie e odio nei suoi confronti.
Lui è sempre più vicino a me, vorrei scappare, ma non posso, nel preciso attimo in cui abbasso lo sguardo vedo le mie braccia legate con del nastro adesivo alla sedia.
<<Cosa voglio? Vediamo, voglio che tu vada in contro al tuo destino>>
Un destino deciso da lui non dalla vita, ormai non avevo scampo, avevo finito le possibilità.
I miei occhi lucidi mostrano tutta la sofferenza che non dovrei far vedere, soprattutto a lui, rimane con gli occhi fissi nei miei, finché non alza lo sguardo verso un angolo della stanza. Non ho la forza di vedere cosa sta osservando con tutta quell'attenzione. Sulle labbra le si disegna un sorrisetto.
" Stronzo, Bastardo, figlio di..."
il suo sguardo da psicopatico torna su di me con ancora un'espressione divertita sul viso.
<<E voglio presentarti mia moglie>>
Delle scarpe con il tacco battono sul pavimento in legno e quando alzo lo sguardo vedo una donna con le sembianze di una finta dea greca totalmente rifatta che sotto nasconde un'aspetto da bestia infernale. L'ho già vista, la sera del mio compleanno, c'era da aspettarselo, ovviamente.
<<Ciao Camila>>
Usa un tono più acuto di una cazzo di gallina per pronunciare quelle parole, questo accresce il mio nervosismo e la mia rabbia che minaccia di uscire da un momento all'altro.
<<Siete proprio fatti l'uno per l'altra>>
Un ghigno soddisfatto mi si disegna in volto mentre vedo lei che è ad un passo dal baciarlo.
<< Grazie >>
Lei risponde soddisfatta, mentre io li guardo dal basso con lo sguardo alto.
<<Di nulla, dico solo ciò che è vero>>
Mi preparo a colpirli entrambi in pieno e affilo lo sguardo verso di lui.
<<Sai papà...>>
Nel preciso attimo in cui lo nomino si gira, distogliendo l'attenzione dalla barbie.
<< La verità è che tu non meritavi la mamma>>
So di averlo provocato nel momento più difficile, davanti a lei, mentre finge di amarla mentendo anche a se stesso.
<< Cosa hai appena detto?>>
Nonostante la rabbia che traspare attraverso di lui non ho paura, voglio solo farlo soffrire, come lui ha fatto e fa con me.
<<Ho detto che tu non meritavi la mamma>>
In un secondo lo vedo perdere il controllo prima di porgermi uno schiaffo dritto in volto. Fa male ma si sbaglia se crede che darò a lui e alla sua nuova moglie la soddisfazione di vedermi a pezzi, mi hanno tolto Liam, non ho più nulla da perdere.
<<Hahahahahaha>>
Delle risate maschili molto forti riempiono lo stanza a si mescolano a dei ghigni femminili appena accennati sopra tutto il rumore. Stanno ridendo di me ma non mi vedranno a pezzi.
Li riguardo, sono dov'erano prima e mentre le risate si affievoliscono intuisco che la mia punizione è appena iniziata.
Sparisce lasciandomi davanti alla scrivania a guardare la Barbie che intanto si siede sopra spostando in modo violento gli oggetti appoggiati sopra, si siede e si sfila i tacchi lasciandoli cadere sul pavimento e apre le gambe lasciando in bella vista le gambe e persino le mutandine, non ho dubbi di cosa stanno per fare, spero solo di non dovervi assistere.
<<Voi due venite qui>>
La voce di mio padre chiama quelli che intuisco siamo due suoi scagnozzi.
Inaspettatamente dopo pochi minuti in cui ho solo potuto osservare contro il mio volere quella donna sistemarsi sul ripiano per prepararsi ad essere usata come un oggetto, sento due figure una più esile d un altra più forte ad i lati della sedia che slacciano il lastro adesivo e mi tirano su per le braccia, riconosco subito i capelli castani e la pelle abbronzata.
<<Jacob>>
Sussurro al suo orecchio mentre mi portano fuori dallo studio.
Fuori dalla porta si fermano, immobilizzandomi.
<<Non provate a fare cazzate>>
La voce intimidatoria e minacciosa di mio padre è un'abitudine per tutti, ma comunque non ha mai un bell'effetto.
<<Si signore>>
Dopo aver ricominciato a camminare e aver osservato come si era ridotta la casa nelle settimane in cui non ero stata presente Jacob e Jake si guardano in torno per verificare la presenza di altre guardie di cui la casa è colma entrambi mi lasciano e mi sento quasi cadere a terra.
<<Cami>>
La voce di Jake mi indice a voltarmi verso di lui e a chiedermi cosa sta pensando.
Senza pensarci due volte lo abbraccio e da dietro sento Jacob che si strige a noi due, provo un calore che mi fa sentire a casa, un calore che non sento da troppo tempo.
<<Devi scappare>>
Mi stacco immediatamente da entrambi dopo l'affermazione di Jake.
<<Come?>>
Lui si avvicina al mio orecchio e io sono pronta a fare tutto ciò che mi dirà.
<< prendi un uscita secondaria e corri, sulla riva troverai un...>>
<<Lei non va da nessuna parte>>
Una voce dietro di noi che non mi sembrava di aver mai sentito ci coglie di sorpresa e mi sento spingere da una mano forte, inizio a correre, la gonna mi si alza e i capelli vanno indietro, finché...
Un colpo di pistola, dietro di me, mi volto e sul pavimento vedo solo Jake sdraiato e sanguinante a terra con Jacob vicino a lui in lacrima.
No.
Mi sento perdere i sensi, cado sul pavimento freddo e i miei occhi annebbiati si serrano.

La mia mano stringe qualcosa dalla consistenza morbida mentre il mio corpo si riprende lentamente, i miei muscoli si muovono su quello che sembra un materasso.
<<Liam>>
Apro leggermente gli occhi ma quello che vedo non è l'aereo ma una stanza a me famigliare, non vedo neanche lui.
<<Liam!!!!!>>
Vengo presa dal panico e mi metto ad urlare mentre il mio carpo si muove indietro e mi ritrovo contro la testiera.
La porta si apre e la luce che entra illumina di più lo spazio che fino a qualche momento prima era semi buio.
<<Tesoro>>
Una voce femminile mi fa guardare di nuovo il punto in cui si trova la porta e un viso pieno di affetto mi induce ad avvicinarmi al fondo del letto.
Miriam mi guarda come una madre gurda sua figlia dopo un incubo e apre le braccia dentro le quali non esito un secondo a buttarmici.
Mi stringe a se.
<<Dov'è Liam>>
Scoppio in un pianto che avevo trattenuto precedentemente e l'unica cosa che occupa i miei pensieri è Liam.
<<Non penso che lo rivedrai tesoro>>
Il mio cuore perde un battito e sento ancora più lacrima fare pressione per uscire dai miei occhi.
<<Gli altri...?>>
La mia domanda è stupida ma mi fa sperare in una risposta diversa.
<<non ti ricordi cosa è successo?>>
Scrollo la testa ancora appoggiata al suo petto e le sue mani mi accarezzano i capelli.
<<Non portai più rivedere nessuno di loro tesoro>>
La sua voce è spezzata e sofferente quanto la mia, stiamo soffrendo in due.
Mi tiro su e la guardo, trattiene le lacrime ma so che vorrebbe piangere quanto me.
<<Tutti dobbiamo accettare il nostro destino prima o poi>>
Non lo sta dicendo davvero?
<<C Cosa?>>
Lei si alza e va verso la scrivania dove sopra ci sono appoggiati diversi oggetti, mollette per capelli, un ferro e altri oggetti per il make-up.
<<Fidati tesoro è meglio per te che tu lo accetti subito>>
Stava sistemando quegli oggetti sul ripiano e...
Forse aveva ragione.
Non potevo più lottare.
Con tutta la forza rimasta nel mio corpo mi metto in piedi e mi dirigo davanti all'armadio, ad una delle ante è appeso un vestito bianco ricoperto di pizzo.
<<Già è vero>>
Lei ha un sorriso autenticamente falso sulle labbra mentre mi guarda.
Inizio a spogliarmi, la gonna e tutti i miei indumenti tranne la biancheria finiscono sul pavimento, mi vedo allo specchio, ho lo sguardo spento e sono distrutta, non sembro neanche io, ma sono pronta.
O almeno credo di essere pronta.
Miriam dietro di me appoggia il vestito ancora perfettamente incartato sul mio corpo e sorride.
<<sarai bellissima tesoro>>
Non so quanto si possa essere belli da infelici ma ci dovrò provare.
Ricambio il sorriso e mi siedo, mi pettina i capelli come quando ero bambina, e ciocche scure mi cadono ai lati del viso fino alle spalle e inizia a intrecciarli, serrò gli occhi, non li apro neanche quando sento che mi stende qualcosa sul viso che presumo sia trucco.
<<Apri gli occhi>>
Lo faccio e davanti a me trovo una ragazza che non ho mai visto, truccata per quello che dovrebbe essere il giorno più felice e importante della sua vita, anche se per me sarà il più infelice.
Nessuna di noi due dice una parola neanche quando mi alzo per mettere il vestito. Dopo averlo tirato su dal basso mi allaccia la zip e mi rendo conto che non mi sta male, anzi è stupendo.
Scendo lentamente ogni scalino che mi conduce verso la spiaggia la luce che entra dall'esterno è quella di un tramonto.
Abbasso lo sguardo per non vedere ciò che ho attorno a me, gli sguardi di tutti posati su di me mi mettono a nudo e sono certa che nel mio sguardo traspare sofferenza.
Mi fermo.
<<siamo oggi riuniti per celebrare l'unione tra questi due giovani che sicuramente sarà felice>>
Un imbarazzante silenzio riempie l'aria secca e il disagio cresce in me.
<<Tu Lucas vuoi prendere Camila come tua sposa?>>
<<Lo voglio>>
La sua voce non era la stessa dei nostri primi appuntamenti era più dura e adulta.
<<Tu Camila vuoi prendere Lucas come tuo legittimo sposo>>
No.
Non voglio.
Ciò che è nei miei pensieri è totalmente opposto a ciò che devo fare, ma devo farlo.
Ingoio a fatica e mi sforzo a rispondere.
<<Lo voglio>>
Accetto la MIA CONDANNA.

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