E cerco ogni forma di dolore
Mischiata al sangue col sudore
E sento il respiro che manca
E sento l'ansia che avanza
Fatemi uscire da questa benedetta stanzaHo sbagliato totalmente a lasciarmi andare.
Ho sbagliato a farsi che le mie emozioni prendessero il sopravvento in un momento di delicatezza.
Ho sbagliato ad accettare che Kacchan mi facesse tutto ciò che volesse, perché poi la realtà ti colpisce con una tale violenza e differenza che tu nemmeno saresti capace di descriverla.I giorni passano, i momenti in cui sono felice aumentano con Kacchan al mio fianco ogni secondo, nonostante non avessimo più parlato di quella notte... E di come entrambi fossimo riusciti in qualche modo a tornare alla normalità.
Probabilmente questa falsa non sarebbe durata a lungo e presto avremmo dovuto confrontarci, qualcosa che stavo provando ad evitare il più possibile.
Quel giorno, infatti, arrivò e mentre tutti erano indaffarati con i propri pensieri alla giornata appena conclusa, Kacchan mi afferra velocemente la mano per poi assieme uscire dalla classe.Corriamo lontani da tutto e da tutti come una coppia innamorata fino a giungere un luogo nascosto, di cui nemmeno io sapevo l'esistenza.
<<Dove stiamo andando?>> Domando all'improvviso quando mi blocco sul posto, non volendo proseguire senza sapere quali fossero le vere intenzioni di Kacchan.
<<Tsk, sapevo lo avresti chiesto. Volevo solo stare da solo con te per un po', sai dal momento in cui stiamo assieme...>>
Io rimango pietrificato, immobilizzato, paralizzato. Che cosa aveva appena detto?
Il mio cuore comincia a battere forte quasi uscendo completamente dalla mia cassa toracica assieme ai miei polmoni che si alzano e si abbassano ad ogni respiro sempre più affannato.Poi sento il respiro che manca e sento l'ansia che avanza perché non ho mai detto che saremmo stati assieme.
<<Non... Stiamo assieme ..>> rispondo titubante e tutte quelle settimane di tranquillità e di felicità si spezzano in due, a tale livello che a Kacchan cominciano a tremare le mani.
Rimane senza parole, quasi strozzandosi da solo con la sua stessa saliva e comincia a borbottare, mormorare, bofonchiare.
<<Co...sa?>> Mi risponde in preda al panico più totale.
Cosa si aspettava? Che una notte d'amore avrebbe risolto tutti i nostri problemi? Che saltarmi addosso sarebbe stata la soluzione?
Io non mi sento proprio ponto e come avevo previsto sul protocollo, la felicità scompare e da spazio al dolore, al tormento, alla sofferenza.<<Non ho mai detto che stavamo assieme , ho veramente apprezzato questa tranquillità, ma dobbiamo andare incontro alla realtà! Chi potrebbe mai amare qualcuno di così scombussolato, problematico e malato come me? Prima dovremmo risolvere i nostri problemi e poi pensare agli altri? Ho veramente provato e tentato ad essere me stesso, ma no tu decidi di rompermi le scatole ancora e ancora! Lasciami in pace!>>
Kacchan rimane lì, immobile mentre sembra che mi stia guardando dritto negli occhi, ma in realtà sta osservando il vuoto più assoluto.
Percepisco la sua frustrazione percorrere tutta la sua spina dorsale e sono pronto a ricevere tutte le sue minacce più pesanti, dure, opprimenti finché... Mi tira un ceffone in pieno viso che mi fa quasi cadere all'indietro, toccando il mio didietro su quel suolo umido e duro.<<Sai dove ti stavo portando? Ti stavo portando ad osservare come la città e le sue ferite si stiano rimarginando, di come le persone si stiano rialzando dopo questa catastrofe e di come noi siamo diventati gli artefici di tutto ciò.
Senza gli eroi, anzi senza di noi, il Giappone non starebbe in piedi. Probabilmente sarebbe ancora sotto il volere dei villains e morte e distruzione sarebbero stati all'ordine del giorno.
Ero convinto che avessi deciso di mettere da parte il passato per poter finalmente trovare un po' di gioia... Ma invece sei solamente un'egoista! Izuku, non ti riconosco più!>>A quel lungo discorso si unirono pugni e calci da parte di Kacchan che tenta di dare sfogo alla sua frustrazione mentre io lo lascio fare.
Cerco ogni forma di dolore, mischiato al mio sangue e al sudore... Fino a percepire il vero vuoto dentro di me...
Il dolore fisico potrebbe diventare insopportabile, insostenibile, intollerabile ma non importa... Questa sensazione mi mancava.<<RISPONDI DEKU, PERCHÉ NON REAGISCI! CHI SEI VERAMENTE... PERCHÉ...>>
E con ciò Kacchan si ferma e mi osserva, rendendosi conto di aver superato il limite, colpendomi come alle medie.
Quel dolore era all'ordine del giorno ed io non aprivo bocca e subivo silenziosamente.
Forse il vero mostro sono io... Che non riesco ad accettare questo mondo che desidera solamente crescere mentre io ormai sono rimasto indietro.
Lui si alza e non osserva come io sia ridotto con lividi su tutto il corpo e scappa, lontano ancora una volta proprio come quella volta in cui era andando oltre.<<Perché tu ti meriti solo questo stupido quirkless che non sei altro!>>
Ma poi si fermò ed osservò che avevo smesso di reagire e anzi quasi gioivo a tale dolore sapendo che fossi ancora vivo e non morto, mentre lui tremava a tale visione e andandosene come nulla fosse.
Probabilmente si aspettava una qualche reazione, un piagnucolare silenzioso o delle supplice di smetterla ma niente.Io ero vuoto dentro e non avevo più lacrime da versare, parole per cui supplicare o argomenti su cui discutere.
Ero diventato un guscio vuoto che aveva spaventato pure Kacchan finché mi lasciò definitivamente da solo fra i miei pensieri e me stesso.Ed eccomi lì, immerso fra i dolore delle cicatrici che si riaprono, ritornando al passato e pensando al presente.
Forse niente è mai effettivamente cambiato, il guscio vuoto dentro di me eccheggia più forte che mai mentre sono sempre ad osservare il vuoto con addosso quella maschera felice che tenta di sopportare la pressione sotto le mie spalle... Ma ti vorrei veramente amare,
adorare, venerare come solo tu sai fare... Ma forse non potrò mai accettare la felicità fino nel profondo?Sono un'anima a pezzi, distrutta, annientata, disfatta, rovinata... E so solo provocare dolore a chi osa starmi vicino... Io ti amo, non posso dirlo perché non voglio addossarti ulteriormente pesi non necessari ad un futuro raggiante eroe pronto per sbocciare come un bellissimo fiore.
Eppure tu ritorni sui tuoi passi e mi vedi, mezzo accasciato a terra e ti avvicini ancora una volta, quasi sedendosi per arrufare per l'ennesima volta i miei capelli e dolcemente sussurarmi...
<<Ti amo Izuku, mi dispiace per averti fatto così male... Come potrò aiutarti a comprendere che non sei tu la colpa di tutto ciò e poterti finalmente rivedere sorridere una volta per tutte?>>
STAI LEGGENDO
Cherofobia {BakuDeku}
Fanfic⚠️Disclaimer: Questa storia può contenere argomenti sensibili⚠️ Ispirandomi alla canzone Cherofobia di Martina Attili percorriamo la storia di Izuku Midoriya che ha paura di ritornare a sorridere dopo la morte e la distruzione dovuta alla guerra, no...