⚠️ ATTENZIONE: Questa fanfic potrebbe contenere linguaggio scurrile, violenza, problemi mentali, sesso, scene violente, abusi e dipendenze. ⚠️
🔞 Hazbin Hotel è un prodotto per il pubblico adulto. 🔞
📜 Ispirandomi all'idea di Agnese Pagliarani, che...
Charlie si era seduta a terra, sulla pavimentazione metallica, circondata dai bambini, che dalle loro brande la guardavano con occhi pieni di curiosità e timore. Erano passate ventiquattro ore dall'ultima Esecuzione, e l'atmosfera nella L Zone, il loro rifugio sotterraneo, era ancora tesa. Si trovavano in uno dei dormitori, nello shelter che chiamavano "Hazbin", un luogo sicuro dove potevano riunirsi.
Uno dei più piccoli, si era accoccolato sulle sue gambe, appoggiando la testolina sporca e spettinata, in cerca di conforto. Lei gli aveva passato dolcemente la mano tra i capelli, regalandogli un sorriso dolce e rassicurante e il piccolo si era soffermato un momento a guardare i suoi lunghi capelli biondi, raccolti sulla nuca da un cavo elettrico che parzialmente nascondevano il chip innestato sotto il suo orecchio. Il bimbo aveva allungato la manina per accarezzarle il polso pallido, coperto in parte dalla giacca in pelle sintetica rossa. Gli occhi color rubino e il sorriso della giovane donna, sembravano dirgli che sarebbe andato tutto bene.
L'ambiente era spoglio, rivestito di pareti metalliche e senza finestre, dalle grate dell'impianto di ventilazione di tanto in tanto faceva capolino qualche scarafaggio iridescente.
Le brande erano poche rispetto al gruppo di ragazzini che si erano accoccolati sotto le coperte di lana a gruppi di due o tre; con attenzione osservavano Keekee, il gattino robotico che si aggirava per la stanza. L'unico occhio giallo, su quel musetto metallico, aveva iniziato a proiettare nell'aria immagini olografiche.
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Charlie aveva iniziato a parlare con voce ferma e rassicurante:
"Questa sera voglio raccontarvi la nostra storia, perché è importante ricordare da dove veniamo e capire perché siamo qui. Tanto tempo fa, il mondo era molto diverso da quello che conosciamo. Era pieno di vita e colori, c'erano fiori, alberi e animali, alcuni grossi e pelosi, altri piccolini e dolci, c'era una vasta distesa di acqua salata che chiamavano Oceano e grandi foreste"
Parlava con trasporto, lasciando che Keekee illustrasse con le sue proiezioni olografiche il suo racconto mostrando animali di diverse razze, distese verdeggianti, grandi città; lasciando senza fiato quel gruppo di ragazzini di non più di dieci anni che non avevano mai visto il cielo limpido.
"Ma l'umanità – il tono di Charlie si era fatto più drammatico - con le sue guerre e la sua negligenza verso la natura, ha distrutto tutto. La Terra è diventata invivibile, devastata da radiazioni, desertificazione, cambiamenti climatici che hanno portato il mutamento di alcuni di quegli animali in esseri ben più temibili e spaventosi"
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