Happy Day In Hell

71 5 6
                                    

Charlie uscì a passo svelto dall'Hazbin Vault, percorrendo a grandi falcate il marciapiede del suo quartiere periferico, il Neon Abyss, che si estendeva tra Iron Depths, la zona industriale, e il Virtual Core, cuore pulsante del quartiere residenziale più vasto della L-Zone. Il suo obiettivo era la metro, l'arteria che collegava i diversi quartieri della megalopoli sotterranea. Doveva salire sulla Red Line e arrivare fino al Crimson Center, il quartiere centrale della L-Zone, per poi prendere il Layerlink, il principale mezzo di trasporto verticale che collegava i vari livelli della L-Zone, dalla superficie fino agli strati sotterranei più profondi. Per essere ricevuta dal Concilio di EDEN, Charlie avrebbe dovuto risalire fino al checkpoint stabilito per l'incontro, in superficie.

Mentre avanzava, le strade brulicavano di tensione e di pericoli. La L-Zone era un campo di battaglia urbano, dove bande armate contendevano ferocemente il controllo territoriale, lasciando dietro di sé edifici devastati e strade insanguinate. Era un ambiente ostile e imprevedibile. Mentre i suoi passi battevano ritmicamente le suole dei suoi anfibi sul marciapiede lurido, Charlie iniziava a chiedersi se avrebbe dovuto chiedere a Vaggie di venire con lei. La zona non era sicura e lei non aveva l'abitudine di girare armata. La sua compagna le faceva spesso da guardia del corpo, perché Charlie non amava le armi e la violenza, ma ogni tanto, come in quel momento, avrebbe voluto avere una pistola con sé. Forse non avrebbe avuto il coraggio di usarla, ma poteva essere un buon monito per chi le stava attorno.

Mentre camminava rapidamente per le strade del Neon Abyss, Charlie teneva stretto il tablet tra le braccia. Sentiva il peso del dispositivo, che custodiva il suo progetto per unire EDEN con la L-Zone, una proposta audace ma necessaria per mitigare le tensioni tra le due comunità così diverse. Il quartiere pulsava di vita e di pericolo allo stesso tempo. Ogni passo di Charlie era un equilibrio tra la speranza di un futuro migliore e il timore di essere intrappolata nella violenza quotidiana che permeava le strade. Segni di guerriglia urbana erano ovunque: edifici sventrati da esplosioni, auto bruciate e tratti di strada crivellati dai colpi di arma da fuoco testimoniavano della lotta costante per il dominio territoriale tra bande rivali e il massacro svolto dalle Valkyrie fino al giorno prima. Neon Abyss era un quartiere contraddittorio, dominato da corporazioni, gang e criminalità organizzata; incarnava l'eccesso e la decadente varietà della L-Zone. Era un microcosmo di estremi, dove prosperava un'economia basata sulla raccolta di risorse dalla superficie, la caccia ai mutanti e il commercio di armi e narcotici, unita all'estremo consumismo dei prodotti del quartiere industriale. Gang di strada e signori della guerra controllavano il territorio, diviso in fazioni che imponevano la loro volontà con violenza e inganno. Il quartiere era rinomato per i suoi locali notturni e il mercato nero, dove la cultura della sopravvivenza si intrecciava con il lusso effimero dell'intrattenimento e della moda.

L'energia a Neon Abyss era generata da una mescolanza di pannelli solari sulla superficie, turbine eoliche, generatori a combustibili fossili e fonti rinnovabili di piccola scala. Il cibo veniva ottenuto tramite la caccia ai mutanti, coltivazioni rudimentali e produzione sintetica nelle aree industriali di Iron Depths. L'acqua era raccolta dalle piogge e purificata da fonti naturali, mentre sofisticati sistemi di filtrazione miglioravano la qualità dell'aria, rendendo l'ambiente abitabile. Charlie avanzava tra la folla di mutanti, predoni e cittadini ordinari, con le spalle tese e la schiena dritta, il tablet sottobraccio e le mani infilate nelle tasche della giacca in pelle rossa. Doveva apparire determinata ma evitare di attirare l'attenzione. Teneva lo sguardo leggermente abbassato, consapevole che un incrocio di sguardi, se interpretato nel modo sbagliato, poteva essere visto come una sfida o un invito, portando guai. Tuttavia, non doveva sembrare spaventata o remissiva, altrimenti sarebbe stata vista come una preda facile. Osservava con attenzione le strade trafficate, i vicoli in ombra e i palazzi altissimi che proiettavano un cielo artificiale sopra le teste degli abitanti: un perenne tramonto rosso che si schiariva di giorno, assumendo le tinte del giallo e del rosa, fino a diventare quasi nero nelle ore notturne. Uomini e donne si prostituivano apertamente, e molti tossicodipendenti vagavano senza meta in preda a euforia e allucinazioni o se ne stavano rannicchiati negli angoli, persi nei loro paradisi artificiali o afflitti dalle crisi di astinenza.

Hazbin Hotel Cyberverse 2333Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora