capitolo 4

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Il vecchio meccanico, con riluttanza, rivelò a Marco l'ultima, agghiacciante parte del segreto: la maledizione poteva essere spezzata solo con un sacrificio estremo. Il pilota maledetto, durante una corsa sotto la luna piena, doveva volontariamente uscire di pista in un punto specifico del circuito del Mugello, un antico tracciato che serpeggiava tra le colline toscane, teatro di tragedie e leggende.Lì, in un tornante cieco noto come "la curva del diavolo", l'entità si manifestava con più potenza, avida di anime da reclamare. Se il pilota fosse riuscito a resistere alla sua influenza, a non cedere alla paura e alla tentazione di spingere sull'acceleratore, la maledizione si sarebbe spezzata per sempre. Ma se avesse esitato, se avesse ceduto alla sete di velocità che scorreva nelle sue vene, sarebbe andato incontro a morte certa, consegnando la sua anima all'entità oscura per l'eternità.Marco, pur scosso dalla rivelazione, non si lasciò scoraggiare. Sentiva il peso della responsabilità sulle sue spalle, ma anche la forza di un destino che andava spezzato. Decise di correre il Gran Premio d'Italia, che si sarebbe tenuto proprio al Mugello, sotto la luce spettrale della luna piena.I giorni che precedettero la gara furono un vortice di preparativi frenetici e tormenti interiori. Marco si allenava con la furia di un ossesso, cercando di dominare la paura, di rafforzare la sua mente contro l'influenza oscura che incombeva su di lui.La notte prima della gara, non riuscendo a prendere sonno, Marco tornò nella soffitta. Tra le pagine del diario del nonno, trovò una mappa del circuito del Mugello, con la "curva del diavolo" cerchiata in rosso e una frase scritta a margine: "La vera velocità si trova nel coraggio di frenare."Quelle parole, come un lampo di luce, illuminarono la sua mente. Capì che la sfida non era solo contro l'entità, ma contro se stesso, contro la sua stessa natura di pilota, contro la dipendenza dalla velocità che lo aveva sempre guidato. Doveva trovare la forza di resistere, di scegliere la vita al posto della gloria effimera, di spezzare le catene del passato per costruire un futuro diverso.Il giorno della gara, un'atmosfera surreale aleggiava sul circuito. Il cielo era plumbeo, l'aria immobile, carica di elettricità.  Mentre si allacciava il casco, Marco sentì lo sguardo del nonno su di lui, un misto di orgoglio e preoccupazione.  Era il momento di affrontare il suo destino.

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