Bussai una terza volta, ma ancora nessuna risposta.
Appoggiai l'orecchio sul legno dipinto del portone. Silenzio.
C'era un solo modo per capire se qualcuno si trovava dentro quella stanza: entrare.
Scelta azzardata? Sì ed anche troppo.
Altre alternative? Assolutamente, no.
Spinsi con delicatezza l'anta e una fioca luce rosa pallido mi illuminò i piedi scalzi. Sempre con la massima cautela infilai la testa in quel piccolo spazio per sbirciare. Via libera.
Mi infilai senza spostare di una spanna la porta socchiusa e svelta come il vento mi ritrovai nella camera.
Fui avvolta da un alone rosaceo e dei soffusi bagliori incarnati risplendevano sulla mia pelle pallida. Spostai le ciocche dalla nuca e mi sventolai un po' d'aria in faccia: improvvisamente sentivo caldo. Troppo caldo.
Tutte quelle luci fioche mi affaticavano gli occhi e dovetti ridurli a due fessure per poter osservare meglio la stanza. C'erano alcuni sgabelli elaborati sparsi qua e là, sopra di essi erano posti i cuscini più soffici che io avessi mai visto... e toccato – So perfettamente che non avrei dovuto nemmeno sfiorarli, ma non ho potuto resistere –.
Numerosi veli di seta drappeggiavano lo spazio: tende su tende riempivano la camera circostante, rendendola un vero e proprio labirinto. Ne scostai una e un forte odore di incenso mi bruciò nelle narici. Delicatamente mi feci varco tra quelle infinite velature, arricciando il naso più volte. Quando finalmente sembrava che quell'intreccio fosse finito, feci capolino da quello che mi pareva l'ultimo velo.
Una voce melodica e dolce scoppiò fra le mie orecchie.
Una donna.
No, non una semplice donna...
Elena! Elena di Troia!
Non avevo trovato la stanza del re, ma della regina... Meglio!
Chi, se non colei che stette da entrambe le parti, mi poteva indicare mio padre o il suo uccisore Troiano?
«Ehm... Ehm...» tossichiai per richiamare la sua attenzione verso di me.
Lei smise immediatamente di cantare e di pettinarsi i stupendi boccoli color miele. Un paio di occhi chiari contornato da folte ciglia nere mi fissò confuso e calmo.«No».
«Cosa vuol dire no?»
«Significa che non ho mai visto nessun Acheo o alcun Troiano simile al tuo aspetto».
«Ma non è possibile...»
«Mi dispiace» si scusò lei facendo spallucce, «Ho passato 10 anni della mia vita nella corte di Troia a guardare la guerra dalle mura. Ed altri 8 con quel che restava dei Lacedemoni. Conosco ed ho imparato a riconoscere molta più gente di quanto tu possa credere».
«Magari mio padre ti è sfuggito» provai con ancora un barlume di speranza nel petto, ma lei lo estinse in un batter d'occhio: «Io ne dubito».
«Ma... io...» tentennai come a trovare un'ancora di salvezza, «Non importa...»
Mi voltai stringendo i denti, però fui bloccata: «Ehi aspetta, siediti affianco a me».
La regina lasciò libero un posto sul letto dove prima era adagiata.
Mi sedetti vicino a lei e il letto si piegò sotto il mio peso.
«Non ti abbattere».
«Già... non lo farò». Sospirai.
Ci volle solamente meno di una giornata per frantumare come polvere di scarto quelle speranze, che quella mattina erano entrate dalla mia finestra.
«Sono sicura che tuo padre continuerà a pensarti sempre, perfino nell'Ade» accennò un lieve sorriso.
«Be' questo non mi aiuta molto» brontolai, muovendo il piede sinistro a ritmo di qualche melodia troppo rapida.
"Ma d'altra parte, cosa mi aspettavo di trovare? Una sorridente Elena con in mano un pacco speciale per me, contenente mio padre? Ridicola" mi accusai, maledicendo le mie stupide idee.
Un teso ed imbarazzato silenzio si intromise tra noi due, allontanandoci, nonostante fossimo vicinissime.
Una domanda minacciò di uscirmi dalla bocca. "Non osare"
«Cos'hai da perdere? E quando ti ricapiterà l'occasione di parlare con la regina Elena di Sparta?» una vocina dentro la mia testa provò a corrompermi.
Ma niente da fare.
O forse aveva ragione?
«Ehm...» mi schiarì la gola, ma nell'istante in cui la voce si diffuse nell'aria mi pentii. "Cosa diamine credi di fare, Phoebe?!"
«Come mai sei tornata a Sparta?» la domanda ad alta voce sembrava ancora più inappropriata.
«Sì, ehm, tu non... cioè... Tu non eri innamorata di Paride?»
«Oh» sospirò e guardò con aria nostalgica un punto appena sopra la mia spalla, «Ecco vedi, l'amore è una cosa strana».
«Quindi lo amavi?»
«No, ho sbagliato. Ero già sposa del grande Menelao, non potevo mica fuggire con... Paride. Ero solo una sciocca ragazzina all'epoca» gemette.
«Nemmeno io capisco l'amore».
«So solo che mi sento in colpa...»
«É per questo che non sei nel mégaron a festeggiare con gli altri?»
Annuì e successivamente riprese a raccontare: «Per colpa della superficialità della fanciulla che ero sono morti migliaia di soldati achei. E come se non bastasse, si è disintegrata un'intera popolazione».
Non sapevo cosa rispondere: in parte era realmente colpa sua, però di certo non potevo accusare una regina di aver scatenato una guerra. Non avevo ancora tutto questo potere!
«Be', non l'hai fatto apposta».
Mi guardò con gli occhi umidi, sorridendomi.
«Com'è stato vivere assieme ai Troiani per così tanto tempo?» cambiai discorso.
Ormai la curiosità aveva preso il sopravvento di quella conversazione: più informazioni ricevevo, più ero vicina alla verità.
«Inizialmente era un po' pesante» rise, «Tutti mi guardavano male, eccetto Paride. Poi col tempo Ettore, il re Priamo e tanti altri impararono ad apprezzarmi. Legai molto anche con Cassandra e Andromaca».
«In quella città erano tutti così gentili e premurosi, nessuno tra loro si meritava una simile morte. È stata proprio un'ingiustizia».
«Perché mi stai dicendo tutte queste cose? D'altronde sono semplicemente una ragazzina».
«Non saprei... Avevo solamente bisogno di sfogarmi con qualcuno estraneo a questa faccenda. E poi mi sembri una ragazza molto sveglia».
«Sai... in realtà vorrei solo conoscere mio padre. Mia madre non mi ha mai detto nulla su di lui e so solamente che ha combattuto nella Guerra di Troia. Non è tornato e tu, cioè volevo dire lei, mi dice che non l'ha mai visto».
«Mi spiace, non posso aiutarti più di così. Potresti provare a chiedere a qualcun'altro».
«Non importa, grazie dell'aiuto».
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Ombre sull'Olimpo
FantasyCosa potrebbe accadere se ci fosse una seconda guerra di Troia? Che succederebbe se i sopravvissuti fossero assetati di sangue e chiedessero vendetta ai loro nemici? Come cambierebbero i loro destini, già segnati da millenni di storia? Che ruolo a...