L'odio

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L’odio.
L’odio, un sentimento struggente.
E’ come una belva mai sazia.
Come una batteria, che ha sempre le batterie cariche
perché c’è qualcosa che la alimenta.
La belva, affamata, attacca la preda.
Se la preda crede in se stesso, corre via e si nasconde.
Altrimenti verrà divorata.
La belva non ci penserà due volte.
E’ nella sua natura.
Ma, spesso, anche lei è stata una preda,
ed ha imparato come essere il beneficiario.
La belva sta a cuccia, poi va alla riscossa.
Semplice, no?
E’ qualcosa che quando ti prende,
ti morde,
ti sbrana,
ti uccide vivo.
Il carnefice è quello che soffre di più.
L’odio è una tortura.
Qualcosa che nasce e viene nutrita.
Lui non dorme mai per sempre,
anzi viene sempre svegliato dal desiderio.
E’ come una smorfia forzata.
E’ sempre pronto.
E’ chiamato anche l’odio cieco.
Lui è tutto tranne cieco.
E’ come un’aquila che osserva tutto,
ha la mira da cecchino, non sbaglia un colpo.
Il complice spesso si chiama Ira.
Lui è solo.

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