Parte 2

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Iniziano le vacanze estive, io continuo a scrivere sul mio diario segreto e inizio a manifestare i primi sintomi dell'ansia, "In questi giorni non sto molto bene, perché mi viene mal di stomaco e mal di pancia, non ce la faccio più!", ecco cosa scrivevo, ma non mi rendevo conto ancora di cosa si trattasse. Ma arriviamo al punto, arriviamo al fatidico giorno in cui iniziò il mio incubo, era un giorno dell'Agosto 2012. La mattinata tutto bene, arriva il pomeriggio dove con mia sorella giochiamo a pallavolo, sotto il sole cocente, poi rientriamo dentro e facciamo merenda con Estathé, ghiacciato, e patatine in busta, poi torniamo fuori a giocare ancora. Arriva ora di cenare, ci sono würstel da mangiare, ma io non ho per niente fame, anzi, avviso un certo malessere, ma faccio finta di nulla, dico solamente di essere molto assonnata. Tutto quasi bene se non fosse che mia sorella rimette davanti a me, a cena, a tavola. Panico. Ma in quel momento rimango più preoccupata per il suo malessere che per il mio. Si riprende e tutto bene finché non è ora di andare a letto. Salgo su e mia madre inizia a lamentarsi, come sempre, del disordine in camera, che il giorno dopo avrei dovuto riordinare tutto, ma io ad un certo punto inizio a sentirmi strana, mi gira la testa e, sì, anch'io rimetto. Panico. Nuovamente, ma questa volta per me. Da qui inizia la mia malattia. Da questa notte. La notte e le tre o quattro successive dormo, si fa per dire, seduta ai piedi del letto, per paura di sentirmi male nuovamente; inizio a non mangiare letteralmente niente, forse avevo riniziato con delle fette biscottate o un ghiacciolo. Continuo a non mangiare praticamente nulla nei giorni successivi, ma passiamo all'altra fatidica notte: ora di cena, io avrei dovuto mangiare una Simmenthal, mi siedo a tavola, guardo il cibo e inizio a sentirmi nuovamente strana, la testa che gira, il senso di nausea, la fatica a respirare. Mi dicono di andare in bagno a rinfrescarmi, perché ho anche tremendamente iniziato a sudare, vado in bagno e mi sento come svenire. Urlo. Urlo fortissimo. Corrono subito in bagno da me, i miei pensano che io debba rimettere, ma ciò che sentivo io era diverso. Sento fame d'aria, ho bisogno di respirare, di scappare. Mi calmo e mi fanno mangiare qualcos'altro. C'è da dire che è da allora che io non mangio né patatine in busta, né würstel, né bevo the freddo di quello in bottiglia, sono proprio dei fear food per me, impensabile assumerli. Ma comunque finisce tutto lì, dopo essermi calmata, la notte non presento più nessun malessere, ma ancora non ero a conoscenza di ciò che mi stava aspettando di lì a poco...

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