Parte 4

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Mi sembra fosse l'11 Aprile del 2014, giorno di partenza per la gita scolastica, eravamo la mia classe con due classi di un'altra scuola. La gita era stata organizzata dal nuovo professore di Musica e avremmo dovuto visitare luoghi di importante cultura lirica: il Teatro La Scala, Roncole di Busseto, città natale di Giuseppe Verdi, Busseto, Lucca, città di Puccini, Pisa; una tappa anche a Gardaland. Un viaggio meraviglioso. Avevo organizzato la valigia con tutte camicette che finalmente mi stavano, grazie alla mia ristrettissima dieta; ero molto contenta di poter sfoggiare dei vestiti così. Insomma, ero entusiasta di andare in gita. Sì, se non fosse stato per i miei problemi con gli attacchi di panico. Iniziamo dal principio, mia madre mi compra i bracciali antinausea per l'aereo, Valeriana per rilassarmi e ovviamente le mie gocce di Ansiolin, il giorno della partenza ero imbottita di tutto ciò. Il viaggio va benissimo, grazie tante, e atterro a Milano, tappa iniziale del viaggio. Il pullman è stato il nostro migliore amico, abbiamo passato ore dentro quel mezzo. Visitiamo il Teatro La Scala, dove ci mostriamo tutti molto preparati sugli argomenti trattati, tanto che le guide si mostrano quasi infastidite, e anche i luoghi lì vicino. Io mi sento rinata, libera, come se non fossi malata di un qualcosa molto più grande di me. Dopo una lunga giornata passata a girare, arriva il momento pullman, e durante il viaggio verso l'hotel i professori decidono l'organizzazione delle camere. Io mi ritrovo in camera con le mie due compagne di classe e con una ragazza dell'altra scuola. Arriviamo in hotel, ceniamo e ci sistemiamo nelle camere. Le mie compagne di classe vanno a conoscere gli altri, rimaniamo in camera io e quell'altra ragazza. Ci presentiamo e iniziamo a chiacchierare, come se ci conoscessimo da sempre, in realtà non ci eravamo mai viste prima di quel momento. Chiacchieriamo a lungo, praticamente finché non è ora di dormire. Il giorno successivo la tappa era a Gardaland, io resto incollata alla mia professoressa e seguo ciò che fa lei. Mai l'avessi fatto. Entriamo nell'attrazione di Prezzemolo, spoiler: è stato traumatico. Inizialmente tutto bene, poi ci fanno sedere e, non ricordo bene, forse ci fanno allacciare delle cinture, ma perché? Questa la mia domanda. Molto semplice: la stanza ha iniziato a girare come se non ci fosse un domani. Io mi aggrappo alla mia professoressa piangendo e gridando in preda un attacco di panico. Finalmente usciamo e respiro un po', un bel po' tanto. Giustamente non ero contenta di essermi sentita male solo con un'attrazione e quindi decido di salire sul Mammut, una montagna russa, che genio. Se Prezzemolo è stato traumatico, a ciò non saprei dare un aggettivo. Mi sento male anche lì, piangevo come una disperata, ma non riuscivo a gridare per scaricarmi, ci sono riuscita solamente alla terza fase del divertentissimo gioco. Scendiamo e io quasi non mi reggo in piedi, l'unica cosa che riesco a fare è chiamare mia madre e dirle quanto fossi spaventata da quel posto. Ma non ero ancora contenta, e salgo su dei gommoni che giravano, almeno per me, molto velocemente. Anche lì pianto disperato. Arriva l'ora di pranzo e io, ovviamente, quasi non mangio. Successivamente facciamo un ulteriore giro e arriviamo in questa attrazione, della quale non so il nome, dove si entrava dentro una nave e poi si faceva un percorso su dei vagoni dentro l'acqua e c'era un'ambientazione subacquea con dei mostri che spuntavano all'improvviso. Molto inaspettatamente, è andata benissimo. Dopodiché incontro Silvia, la ragazza dell'altra classe con cui ero capitata in camera, e decidiamo di girare per il parco insieme. Saliamo sulla ruota panoramica e, stranamente, non mi sento male, anzi, mi diverto tantissimo. Avevamo appuntamento, ad una certa ora, vicino all'ingresso del parco, se non fosse che ci siamo perse; abbiamo chiesto informazioni a chiunque e finalmente arriviamo all'entrata. Si torna in pullman e il viaggio è verso l'Emilia Romagna. Arriviamo nella specie di hotel dove avremmo dovuto alloggiare e la situazione è tragica, la cena era davvero poco commestibile e se io già di mio mangiavo poco, lì ho mangiato ancora meno; una camera aveva addirittura il bagno con la doccia con un buco al centro. Silvia e il mio migliore amico si conoscono e passiamo il tempo insieme finché lui non torna in camera sua, questa volta siamo in camera solo io e lei. L'unica parte divertente in questo hotel, è stata la mattina al risveglio, o meglio, al risveglio mancato, perché non avevamo messo nessuna sveglia e ci aveva svegliate il mio migliore amico dopo secoli che bussava alla nostra porta. In quella giornata visitiamo i luoghi in cui ha vissuto Giuseppe Verdi, purtroppo la casa natale era sotto lavori e quindi non siamo potuti entrare, ma abbiamo potuto visitare Villa Verdi, è stato spettacolare, ero davvero emozionata nel vedere tutto quello splendore. Dopo una lunghissima giornata ricca di emozioni, si torna in viaggio, verso Lucca. La mattina successiva visitiamo i luoghi riguardanti Giacomo Puccini e si fa anche una tappa alla torre di Lucca, torre in cui non sarei voluta salire. Ma mi lascio convincere. Tra un pianto e l'altro riesco a salire su e, finalmente, mi godo la vista meravigliosa. Il pomeriggio invece andiamo a visitare Pisa; io Silvia e il mio migliore amico siamo rimasti sempre insieme e abbiamo passato il pomeriggio a girare ovunque e fare foto. Il giorno dopo è stato il giorno della partenza per tornare a casa, partivamo da Livorno in nave, prima di partire abbiamo pranzato in un ristorante e, sorpresa, ho finalmente mangiato come una persona normale. Che dire del viaggio in nave? Un'ulteriore tragedia. Ho passato il tempo a piangere dalla paura di star male, non ho mangiato niente, e sono rimasta così finché non siamo andate in cabina, dove con Silvia abbiamo iniziato chiacchierare e farci foto e dove mi sono addormentata ascoltando musica. Ho anche perso l'MP3 di mia sorella sul letto della nave. Terminato il viaggio in nave, ci attendeva un altro lunghissimo viaggio in pullman per arrivare a casa. Con Silvia ci siamo salutate con la speranza di rivederci il prima possibile ed effettivamente non avrebbe tardato molto ad arrivare quel momento. È stata una gita stupenda, dove ho conosciuto la mia migliore amica e dove mi sono messa alla prova, nonostante i grandi pianti che mi son fatta. Tornando indietro rifarei tutto, anche il Mammut, non tralascerei niente, perché questa esperienza mi ha formata proprio come persona, dandomi anche più autonomia per il futuro.  

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