Capitolo 26.

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Francesca's Pov
Passò piú o meno una settimana e Alessio non si era piú fatto vivo. Non mi rispondeva ai messaggi, alle vidiochiamate su Skype, ai messaggi su facebook o su twitter. Domenica mattina verso le 11, mi arrivò un messaggio su facebook dalla madre di Alessio.
"Ciao bellissima, ti starai chiedendo perchè ti scrivo. Beh, mia madre, ovvero la nonna di Alessio purtroppo non cel'ha fatta, è oramai da una settimana che non c'è piú e Alessio non mangia, non dorme, sta lí, sdraiato nel letto senza parlare o chiedere niente. Ho visto la vostra foto su facebook e ho pensato che tu potresti aiutarlo a stare meglio. Qui puoi venire quando vuoi e quindi se ti va domani o addirittura subito se preferisci puoi partire e ti pago tutto io. Un bacione, ti aspetto. Mamma di Alessio."
Mentre leggevo il messaggio capí il motivo per il quale Alessio non mi aveva piú scritto. Decisi di partire subito e avvisare Silvia, quando lo scoprí iniziò a piangere ma si calmò facilmente. Decise che in quei giorni sarebbe stata da Riccardo, non aveva voglia di stare da sola. Presi il computer e cercai il volo piú economico per Milano, ne trovai uno per oggi pomeriggio alle 17.00, lo prenotai e andai a fare le valigie. Ci misi dentro parecchie cose un po' a caso. Pensai semplicemente ad Alessio, a quello che stava passando e al fatto che sua madre pensasse che solo io potevo farlo star meglio. Le 17.00 arrivarono molto velocemente, salutai Silvia, la accompagnai da Riccardo e andai verso l'aeroporto. In due ore ero a Milano e lessi il messaggio con l'indirizzo mandato dalla madre di Alessio. Lo feci vedere al taxista e mi ci portò in un men che non si dica. Cercai il campanello con scritto Bernabei e suonai. Mi aprirono il cancello e salii le scale. La madre di Alessio mi aprii la porta e mi abbracciò, per un attimo rimasi rigida, ma poi mi lasciai andare e le accarezzai la schiena. Iniziò a piangere, la capivo, non dev'essere molto bello perdere la madre. "Io ci sono." le sussurrai. Mi abbracciò ancora piú forte e mi portò da Alessio, chiedendomi in continuazione se volessi qualcosa. "Starà dormendo." aprí la porta e sbirciai. Giá, stava dormendo. Entrai e posai la mia borsa vicino alla scrivania. "Vi lascio soli." sussurrò sua madre per non svegliarlo. "Grazie." sussurrai io. Rimasi per qualche secondo li in piedi a guardarlo dormire. Vedevo la sofferenza nel suo volto stanco, indifeso e distrutto. L'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento sarebbe mettermi nel letto con lui e coccolarlo per farlo sentire meglio. Sarebbe stato troppo azzardata come mossa, allora presi la sedia e la misi da parte al letto. Gli accarezzai i capelli e gli passai un dito sulle labbra. Erano caldo e morbide. Aveva il volto scavato, non mangiava da giorni e tutto questo non andava bene. I miei nonni non li conobbi mai, morirono tutti prima che io nascessi e quindi non potei capire fino in fondo Alessio.
Alessio si sgranò gli occhi e li richiuse, poi li riaprí di colpo e mi guardò per qualche secondo. Mi passò la mano sul volto e mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sul suo volto spuntò un sorriso per niente sforzato. Sorrisi pure io, era contagioso. Gli presi la mano, la strinsi alla mia e la accarezzai. Con la sua altra mano mi accarezzò la coscia e mi fece cenno di sedermi sul letto. Tirò un po' indietro le coperte e mi sdraiai da parte a lui posando la mia testa sul suo petto nudo. "La cena è pronta!" urlò la voce squillante di sua madre. Mi alzai dal letto "Ma che fai?" mi disse con voce rauca. "Vado a mangiare, e vieni anche tu." "Io non mangio." "Invece si." dopo svariati tentativi riuscí a tirarlo fuori dal letto e andammo a mangiare. Quando la madre di Alessio ci vide sorrise. Mi porse il piatto con la pasta al tonno e la ringraziai. "Grazie a te." mi rispose lei. Le sorrisi e mi girai verso Alessio. Lo guardai mangiare e sembrava veramente un morto di fame; evidentemente non mangiava da molto. Quando finimmo di mangiare Alessio mi trascinò in camera. "Dormi con me?" mi sussurò con dolcezza. "Okay." risposi io. Ci buttammo nel letto e misi la testa sul suo petto, con il suo braccio avvolto intorno a me. "Grazie." mi sussurrò. "E di che?" risposi. "Di essere qui, di essere sempre dove sono io. Di aiutarmi nei momenti difficili e di farmi sorridere anche quando non ne ho voglia." gli sorrisi ma non seppi che rispondere. "Tua madre mi adora." dissi ridendo. "Lo sapevo, chi non ti adorerebbe?" gli baciai la guancia e il sonno si fece sentire. Misi la testa sulla sua spalla, la mano sul suo petto nudo e mi avvinghiai a lui. Alessio si avvolse a me e mi strinse forte. Sembravamo due pezzi di puzzle, fatti per stare insieme.

Fino all'impossibile||DearJackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora