Capitolo 12.

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"Sarà solo diverso, ma è diverso anche il silenzio, che prima accompagnava il nostro amore mentre adesso lo sta consumando."
-Dear Jack 'ti lascerei cosí'

Le parole di Alessio non mi fecero nè caldo nè freddo, mi fidavo di Francesco. Quando me ne andai dall'ospedale, io e Silvia andammo a fare un po' di shopping per la "bella" notizia. Andammo nel centro commerciale del paese vicino, circa 20 minuti ed arrivammo, Silvia parcheggiò nel sotterraneo. Scese dall'auto vidi in lontananza un viso conosciuto, era Gianluca, un mio ex compagno di scuola, dato che nè io nè Silvia frequentavamo piú la scuola.
"Ciao frèèè!" urlai correndogli incontro con Silvia che cercava di starmi al passo.
"Frèèè!" urlò lui a sua volta. Ci abbracciamo e iniziammo a parlare.
"Allora frè, la scuola?"
"Bah, solite minchiate, tu sei Silvia giusto?" disse indicando con un dito nella direzione di Silvia.
"Sisi, piacere." disse lei allungando la mano per stringergliela.
Si passò una mano nei capelli e si grattò la testa: "Ti va se una sera usciamo? Mi piacerebbe passare del tempo con te. Ci conosciamo da una vita ma non ci vediamo mai."
"Certo! Adesso andiamo che seno chiudono i negozi, ci sentiamo frè."
Mi abbracciò e ci dirigemmo verso le scale mobili. In totale comprai due magliette, dei jeans strappati e due vestiti: uno di color corallo abbastanza corto, mentre l'altro bianco a righe blu aderente sul petto e un po mosso sul fondo, lungo fin sopra alle ginocchia. Entrate in casa trovammo Alessio e Francesco al lavoro coi fornelli e Riccardo, Alessandro e Lorenzo sul divano a guardare la tv e sghignazzare come cretini. Quando entrai corsi da Francesco e lo bacia, mentre Alessio ci guardò con disgusto, ma non ci feci molto caso. Silvia andò a salutare Riccardo e gli altri, feci lo stesso e mi aiutò a preparare la tavola per la cena. Misimo una tovaglia azzurra tinta unita. Seduti a tavola iniziammo a raccontare tutto ciò che ci usciva di bocca.
"Amore, ma che hai fatto in sti giorni che non sei neanche venuto a trovarmi?" chiesi prendendo la mano di Francesco.
"Ero da mia madre, scusami."
La pasta fatta da Francesco era buonissima, non so dove avesse imparato a cucinare cosí, non me ne aveva mia parlato. Finito di cenare fecimo ritirare a Lorenzo, Alessio e Alessandro. Mentre Riccardo e Silvia andarono a farsi un giro mentre io decisi di restare a casa con Francesco. Mi portò in camera e ci sedemmo sul letto. Iniziò a baciarmi con foga il collo, era cosí piacevole, mi sfilò la maglietta e si sdraiò sopra di me, premetti il mio bacino ancora di piú contro li, ma la porta si spalancò di colpo e il volto di Alessio comparve sulla soglia.
"Fra c'è tua madre al telefono." disse come se niente fosse successo.
"Bussare mai?" urlò Francesco.
Mi rimisi la maglietta e andai di sotto a rispondere a mia madre.
"Ciaò mà, che c'è?"
"Senti, ti va di venire su 1 o 2 giorni? Tua sorella vuole vederti. E domani è il compleanno del nonno."
"Va bene si, parto domani mattina, mi aspetti in aeroporto?"
"Certo tesoro, a domani."
"A domani mà."
Agganciai e tornai di sopra senza girarmi a guardare Alessio. Non sopportavo l'idea che lui credesse che mi tradisse, ma soprattutto non sopportavo lui.
"Amò che voleva?" mi chiese Francesco mettendosi seduto sul letto, facendomi cenno di andare li.
"Starò 3 giorni da lei, parto domani mattina." gli diedi un dolce bacio sulla fronte e mi alzai, misi dei vestiti in uno zaino e in necessario per quei giorni. Volevo fare una sorpresa a Francesco e tornare prima, senza che lo sapesse. Quindi gli dissi che sarei rimasta là 3 giorni, mentre in realtà ce ne resterò 1 emmezzo.

Fino all'impossibile||DearJackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora