Capitolo 16 ~3 Ottobre~

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POV'S MATTIA

Sono passati 4 giorni dal compleanno di Tommy, ed oggi è l'ultimo giorno in cui potrò vedere la piccola girovagare per casa, i suoi genitori erano tornati la sera prima, ma avevo chiesto a loro di lasciarla qui ancora un giorno. Sono appena uscito dalla doccia e ho ancora tutti i capelli bagnati, mi vesto indossando dei pantaloni eleganti, la camicia nera, e la giacca. Oggi è il 3 ottobre, avevo accettato o meglio ero stato convinto ad accettare di andare al compleanno di Nicolò Marini, dell'uomo che aveva distrutto per sempre la mia vita, e che ora stava cercando di tornare. Mi soffermo allo specchio asciugando i capelli, e i miei occhi puntano sul segno violaceo che ancora marchiava la mia pelle, l'avrei nascosto se l'avesse fatto qualcun'altra, ma in questo caso si trattava della piccola, e anche se inconsciamente, aveva lasciato il suo segno, su di me. Era stata proprio lei a convincermi ad andare da mio padre, o meglio, era stata una <<Punizione>> a detta sua, perché la mia reazione verso Andrea, era stata leggermente esagerata.

<<Ahià cazzo>> esclamo, togliendo la mano di Mel dal mio sopracciglio, che continuava a disinfettare dopo l'accaduto, <<Mattia devi disinfettarlo, altrimenti non guarirà mai>> esclama, continuando ad insistere su esso, lancio un occhiata all'orologio che indosso al polso, <<Luna è tardi, dobbiamo andare>> rispondo, e lei sbuffa arresa, recupera la borsetta, abbinata all'vestito che io stesso avevo comprato, e viene vicino a me, io invece sistemo la giacca e prendo le chiavi della macchina, <<Pronto?>> domanda, appoggiandosi a me, <<Pronto>> confermo io, scendiamo al piano di sotto per poter salutare mia madre, dopodiché andiamo verso la macchina, accendo un po' di musica per alleviare l'ansia che si stava creando dentro di me, avevo mille domande in testa e non sapevo se stasera avrei trovato delle risposte.

Siamo davanti l'enorme cancello della villa, che deduco essere stata acquistata, da mio padre, la domanda che più rimbombava nella mia testa era: se dopo la rottura con mia madre si fosse fatto un'altra vita, ma in tal caso, avrei dovuto accettarlo. La villa risultava enorme sin dall'entrata, era decorata con luci e fiori, c'era gente importante a quella festa, e io lì non c'entravo proprio nulla, non ero nessuno, e probabilmente nessuno sapeva della mia esistenza, ero piccolo in confronto a loro, inesistente, una formica in mezzo a dei leoni. Sento la mano della piccola aggrapparsi alla mia, <<Entriamo?>> mi domanda, mi limito ad annuire, l'ansia dentro di me non si era ancora fermata e credo proprio che non succederà. Varchiamo il cancello e andiamo verso il giardino, dove per l'appunto era pieno di gente, <<Tu devi essere il figlio di Nicolò, giusto?>> esclama una voce, abbasso lo sguardo è noto la presenza di un ragazzino, non molto alto, con i capelli biondi, gli occhi scuri, e il viso angelico; lo guardo confuso, non l'avevo mai visto prima d'ora, <<Si, sono io, tu invece? Chi sei?>> domando con un sorriso, <<Sono il tuo fratellastro>> ammette, lasciando risposta alla domanda che solo poco prima mi ero posto, la conferma a ciò mi lascia senza parole, e lui deve averlo notato, <<Scusa...io non voglio prendere il tuo posto, Nicolò parla sempre di te, gli manchi tanto>> dice poco dopo, con tono dispiaciuto, <<Non devi scusarti, Matty è felice di averti conosciuto>> esclama Melody, abbassando la tensione che si era creata, <<Esatto, sono felice di averti conosciuto>> confermo io, abbracciandolo e lui ricambia senza pensarci due volte, speravo con tutto me stesso che mio padre fosse cambiato davvero e che non stesse distruggendo la vita di colui che sembrava essere il mio fratellastro, <<Ti porto da lui?>> mi domanda e io annuisco, prendo la piccola per mano e ci addentriamo tutti e tre dentro la festa,

in pochi secondi lo vedo, concentrato a parlare con qualcuno, ma nota subito la mia presenza, si scusa con l'uomo con cui stava parlando e si dirige verso di me, era tale e quale a come lo ricordavo, non era cambiato di una virgola, gli occhi chiari come i miei, i capelli scuri, i tatuaggi, ero la sua copia e odiavo sembrarlo, stringo leggermente la mano alla piccola per la forte tensione, <<Ciao>> dico, senz'alcuna emozione, guardando un punto imprecisato, <<Vedo che hai già conosciuto Davide, il figlio di...>> dice lui, ma non lo faccio completare, <<Si>> confermo, a un' tratto una donna dagli occhi celesti e i capelli biondi, si presenta affianco a lui, e deduco sia la nuova compagna, <<Matilde, piacere di conoscerti>> esclama, dandomi la mano, io ricambio con un sorriso, e la donna dagli occhi azzurri sembra apprezzare, <<Vieni, seguimi>> esclama mio padre con un sorriso, inducendomi a seguirlo dentro casa, <<Io ti aspetto qui, va bene?>> domanda la piccola, faccio un bel respiro prima di rispondere, <<Non bere, altrimenti credo che stavolta i vestiti li troverai ovunque, tranne che in lavatrice>> rispondo ironico vicino il suo orecchio, così per non farmi sentire da nessun'altro, le do un bacio sul collo e seguo mio padre, che fortunatamente non si è reso conto di ciò che avevo appena fatto. Entriamo in una camera da letto, decorata con tutti i poster dei...miei film preferiti, note musicali per tutta la stanza, dischi di tutti i miei artisti preferiti, libri e una chitarra sul letto, <<Ho sperato che venissi a trovarmi anche solo una volta, così ho fatto una camera tutta per te>> dice, non rispondo e mi avvicino alla chitarra, sfiorando le corde, <<Ricordi quando da piccolo ti ho insegnato a suonarla?>> continua, sorrido, era sto lui il mio maestro, anche se per poco tempo, <<Sapevo che da lì a poco ti avrei lasciato un dolore incolmabile, e volevo che tu avessi un modo per sfogarti, per esprimere tutte le tue emozioni, la musica è sempre stata tutto ciò che abbiamo condiviso>> continua tutto ad un fiato, era vero, la musica era tutto ciò che avevamo sempre condiviso e negli anni era stato uno sfogo per me, prendo la chitarra e mi siedo sul letto, muovo le dita sulle corde e inizio a canticchiare qualcosa

"Intorno a me solo demoni-demoni-demoni
Cerco la mia via ma non so da che parte andare

Io che porto un peso sulle spalle e una cicatrice che non smetterà mai di bruciare.

Nelle notti buie ho pianto in silenzio solo, con i demoni-demoni-demoni"

Mi fermo quando sento delle lacrime sul viso, <<Avevo 10 anni quando ho scritto queste frasi, e avevo appena iniziato le visite dalla psicologa>> dico di getto, rivolgendomi a lui, che ormai aveva gli occhi lucidi, <<Avevo superato da poco il coma, e speravo di ricevere anche un solo "come stai?" da parte tua, non ti odiavo, ero troppo innocente per farlo, pensavo fosse stata tutta colpa mia perché quella mattina non avevo ripetuto il brano alla chitarra e tu ti fossi incazzato>> continuo, senza dargli modo di intervenire, <<Poi ho capito che non era così, perché io e mamma non riuscivamo ad arrivare a fine mese, a scuola mi insultavano, amavo il mare ma ho smesso di andarci, perché mi vergognavo della cicatrice che tu stesso mi hai lasciato, avrei voluto un padre al mio fianco quando sono stato tradito, ma tu non c'eri, non ci sei mai stato>> concludo, le lacrime continuavano a cadere dai miei occhi e adesso anche da quelli di mio padre, <<Adesso voglio esserci, voglio recuperare tutto il tempo che ho perso, se tu me lo permetterai>> dice con tono basso, lo abbraccio, non so bene perché ma lo faccio, ne sentivo il bisogno, <<Ho paura di star sbagliando anch'io, ho paura di far del male a lei>> confesso, riferendomi alla piccola, negli ultimi giorni mi aveva confessato di quanto fossero severi i suoi genitori, avevo paura di perderla se solo fosse successo qualcosa, <<Se la ami, allora non è sbagliato>> risponde, stringendomi a sé <<E come...come faccio a capire se la amo?>> chiedo, asciugandomi le lacrime, <<Capisci di amare una persona, quando faresti qualunque pazzia pur di non perderla>> risponde, mi stacco da lui facendogli notare il sopracciglio distrutto e rido, tutta quella situazione era folle, non sapevo cosa sarebbe cambiato dopo quella sera, ma volevo scoprirlo con tutto me stesso.

Angolo Autrice
Questo capitolo sarebbe dovuto uscire il 21 di giugno, nonché giorno del compleanno del nostro Mattia, ma ahimè la connessione si è mischiata ad altri problemi e non sono riuscita a pubblicare, chiedo scusa per l'attesa =|

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