Era sera quando Jorge finì il suo turno di lavoro.
Quando tornò a casa vide suo padre che dormiva sulla poltrona.
Jorge cercò di non fare rumore mentre passava dal salotto alla sua camera.
Si cambiò e andò a salutare sua madre.
Aprì la porta ,come aveva fatto quella mattina, e notò con sorpresa che sua madre era sveglia , stava leggendo un libro.
<< Ciao mamma, sono appena tornato>>
<< Com'è andata oggi?>>
<< Uh, solito. Devo dire che c'è una situazione abbastanza tranquilla rispetto ad alti periodi. Non ci sono moltissime persone in albergo al momento>>
<< Capisco, vieni siedi accanto a me >>
Jorge fece come gli era stato detto e andò a sedersi accanto a lei nel letto.
<< C'era Eva ? >>
<< Sì,sì c'era>>
<< Come sta?>>
<< Oh lei sta bene. Anzi ti manda i suoi saluti e mi ha detto che vorrebbe passare a trovarti nei prossimi giorni >>
Cristina sorrise
<< Ma certo che sì, dille pure che può venire quando vuole, è la benvenuta. >>
<< Glielo dirò >>
<< Mi piace quella ragazza >>
<< Sì, è molto cara >> disse con tono noncurante
Cristina aggrottò le sopracciglia e non le era sfuggito il tono anonimo con qui l' aveva detto
<<c'è qualcosa che non va tra di voi?>> chiese
<< No, perché me lo chiedi?>>
<mmh>> disse lei pensando
<<un ragazzo innamorato non parla così della sua innamorata. Hai gli occhi spenti, sembra che ti susciti nessuna emozione parlare di lei>> osservò lei
Jorge s'irrigidì .
Sua madre, come sempre, aveva centrato il punto dolente.
Il fatto era che nelle ultime settimane era apparso nella mentre di Jorge uno strano pensiero.
Si era reso conto che quando passava del tempo con lei era come un obbligo.
Non sentiva l'eccitazione e l'emozione che gli causali fino a poco tempo prima.
Era diventato tutto così meccanico.
Anche il sesso, era quasi insignificante.
Non provava niente nel farlo
e cosa orribile , ammetteva che non aveva nessuna voglia di pensare alla prossima volta che lo avrebbero fatto.Jorge cercò di pensare a cosa dire a sua madre
<<Ecco, è un po' complicato>>
<< prova a spiegarmi..>> insistette lei
Jorge non volendo esporre a sua mamma i suoi pensieri in quanto aveva bisogno di rifletterci su per conto suo senza che nemmeno lei gli desse un opinione in merito , cercò di cambiare discorso
<< mah niente , sicuramente è solo che ora ho altro per la testa . Sono preoccupato per te >>
<< Non essere in pena per me tesoro, non sto male , anzi oggi devo dire che mi sento meglio >>
<< fantastico!>> disse contento
<< Sì, anzi vorrei proprio alzarmi da questo letto. Mi accompagni in veranda? >><< Certo, mamma >>
Cristina fece per alzarsi e Jorge vigilò che non le servisse aiuto.
Caminò arrancando e Jorge la prese sottobraccio e l'accompagnò fuori.Quel pomeriggio lo trascorsero così.
Si godettero il tiepido sole , era Febbraio, quindi non faceva caldissimo, un clima mite, perfetto.
Verso le cinque rientrò Raul , da lavoro.
Lavorava al "banco central de Cuba" e tra pochi anni sarebbe andato in pensione.
Appena vide Jorge e Cristina seduti in veranda sorrise e si avvicinò a loro.
<< E' proprio una bella giornata, vero? >> disse contento
<< come stai, mi amor?>> diede un bacio sulla guancia a Cristina
<< Sto bene , gracias >>
<< Mi posso unire a voi?>>
<< Certo >> disse Jorge
Dopo circa mezzoretta Jorge li salutò perché aveva appuntamento con Eva.
Rimasero soli, Cristina e Raul.
Cristina sapeva che non le restava poco tempo e la forza che sentiva al momento,
era temporanea e da un momento all'altro le cose poteva di nuovo peggiorare.
Raul la vide pensierosa e le chiese a cosa stesse pensando
<< Raul , credo che dirò la verità a Jorge >>
Raul era molto sorpresa da quell'inaspettata rivelazione
<< Credevo che volessi tenere le cose come stavano. Avevi detto che la verità l'avrebbe solamente turbato>>
Cristina sospirò
<< sto per morire.. e ho avuto modo di riflettere da quando la malattia si è impossessata del mio corpo. E sono giunta alla conclusione che è giusto che lui sappia. E' giusto che io gli dica la verità prima che non abbia la forza per farlo>> guardò Raul e cercò un segno di approvazione, un accenno da parte suo ma lui non si scompose , così gli chiese Tu cosa ne pensi?>>
Lui sospirò << Certo sarà uno shock per lui ma che credi sia la cosa giusto, sai che hai tutto il mio appoggio>> le prese la mano.
<<grazie per essere così comprensivo. Te Quiero mucho>>
<< Te quiero >> si diedero un affettuoso bacio.
<< Credo glielo dirò stasera>>
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Il profumo del tabacco
General FictionJorge è un ragazzo cubano di ventisette anni. Lavora come cameriere nelle navi da crociera e ha una ragazza , Eva , che ha conosciuto proprio nell'ambito lavorativo. Ma una cosa ultimamente lo affligge. La malattia della madre, Cristina. Cristina h...